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Visualizzazione dei post da ottobre, 2005

E' giunta l'ora di andare: io a morire, voi a vivere. Chi di noi vada verso ciò che è meglio, è oscuro a tutto tranne che...

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... a Dio. Ma quanto cavolo è stato immenso, ieri sera?

Una piccola serenata notturna

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Perfettamente in linea con il mese dello Scorpione. Davvero tosto.  A voi l'arduo compito di interpretarlo. Vi dico solo che è opera di una straordinaria pittrice, che vi indicherò cammin facendo. Così entrate in questo suo strano, inquietante, affascinante mondo interiore. Molto femminile, chiaramente. Chi sono queste bambine? Dove sono? Cos'hanno fatto? Aprite le porte della vostra percezione e sfogatevi...

La piccola rosa sul sedile...

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Qui e sotto l'hanno disegnata i bambini. Quante volte abbiamo sentito di quel gesto. Quell'autobus per Cleveland Avenue. Quella esile donna di colore che nel 1955, in Alabama, si rifiuta di cedere il posto a un bianco che le intima di alzarsi. L'autista ferma il mezzo e fa arrestare la donna. Un piccolo gesto da cui partirono molte cose.  Bye, bye, mrs...
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Come quel meraviglioso film con Alberto Sordi, "il Moralista". Capita spesso che i censori di costumi, vizi e licenziosità, siano i più scostumati, viziosi e licenziosi. Come non poter individuare il lampo della morbosità negli occhi di chi cerca messaggi sessuali ovunque? Per loro è una guerra, un eterno combattimento contro le zone basse del loro corpo, intorno alle quali sono aggrovigliati, in una specie di continuo e incessante amplesso, di chiara impronta satanica. I templari dell'antiumanità hanno comunque imbastito uno dei siti più morbosamente interessanti di tutti i tempi. Soffermatevi sulle sezioni cinematografiche, Disney, Marvel... Una goduria!

Era nuvolo

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2 - “Era nuvolo. Dentro la testa una battaglia strana. Una battaglia fisica e chimica, tra tossine, endorfine, cellule e geni vari, centrifugati dalla pressione. L’ansia deriva da mancanza di ossigeno. All’aria aperta una possibilità di scelta rimane sempre, nonostante tutto. È come togliersi un tappo. “Respiro… Respiro…” Barreiro non era molto contento di questa prima dichiarazione. Uno del Dipartimento Speciale, si aspetta qualcosa di più, con tutto quel macello in giro! “Sì, faccia pure che le fa bene.” Poi si alzò. “Corradini, chiama soccorso! Ce n’è uno vivo!” Si incrociarono. Il primo scendeva la collina, il secondo saliva. “Tenente, chiedono le condizioni a prima vista.” “A prima vista? Vieqquà, Corradì!…” Lo trascinò alcuni metri sotto e fece naso contro naso. “Non c’ha più braccia, né gambe. Nun farmi incazza’, Corradi’, che non è il caso!…” Chiamò a raccolta i collaboratori. “In centrale, appena finito qui. Tutti!” Salì in macchina e accese la radio. C’era una t

S'avvicina

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1 - “Hallo!... Mi sentite da studio? Hallo, qui è Lopez!...” - “Vai pure, Lopez, ti sentiamo!” I rumori di fondo sembravano mandrie al galoppo. Barreiro girò la manopola della radio, ma non era un problema di frequenza. - “Mai visto niente di simile!... Città del Messico sembra un deserto invaso dalle cavallette!…” - “Cosa intendi?” - “Ci saranno quaranta gradi, persone che corrono da tutte le parti!… È difficile lavorare in queste condizioni!… Hanno messo delle transenne intorno alla Cittadella, ma ormai è impossibile trattenere la gente!… Tutti vogliono sapere qualcosa di più. È una situazione inverosimile!...” - “Cerca di raccogliere informazioni su quello succede all’interno!” La sigaretta brillò nella penombra. - “Ho sentito colpi d’arma da fuoco provenire dall’altro lato! Probabilmente la polizia spara in aria per disperdere la folla!…” Barreiro si mise a sedere sul letto, a fianco dello sciatto comodino che sosteneva la radio. - “Per adesso... E non spingere!... Per