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Visualizzazione dei post da gennaio, 2006

Ritratto di signora

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Italia, a sommi tratti. Almeno tre... Più:                                                        Meno: precaria, nervosa, provinciale.                 ironica, solidale, sfaccettata A prescindere dal clima pre-elettorale, è strano come nella mia testa anche i più diventino meno. Come la vedete? Questa foto poi, semioticamente, vale un lungo saggio. Analizzate gli angoli, i cartelloni, i dettagli meno evidenti. C'è un'immensa novità... Trovata?

"174517"

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“Ascoltando le grida di allegria che salivano dalla città, Rieux si ricordava che quella allegria era sempre minacciata. Sapeva ciò che quella folla in preda alla gioia ignorava, e che si può leggere nei libri, che il bacillo della peste non muore e non scompare mai, che può restare addormentato per decine d’anni nei mobili e nella biancheria, che attende pazientemente nelle camere, nelle cantine, nei bauli, nei fazzoletti e nelle scartoffie, e che, forse, sarebbe venuto il giorno in cui, per la sventura e l’insegnamento degli uomini, la peste avrebbe risvegliato i suoi topi e li avrebbe inviati a morire in una città felice." Camus, "La Peste"

La percezione di sé

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Uno dice, è puro divertimento. Ma io in tutto quello che c'è qui ci vedo dietro qualcosa di più importante. Ansia comunicativa, senza più spazio, tempo, silenzio. Come se anche il corpo dovesse materializzarsi tra un computer e l'altro, spandendosi nel mondo, e diventando così eterno. Voglia di immortalità, narcisismo, incapacità di fronteggiare le rughe, o che? Cosa si ama nel momento in cui si mettono foto in sequenza? Certo, c'è la percezione di un'unica grande famiglia umana, col suo album privato. E questo mi piace. Un tempo ci si chiedeva: "come stiamo cambiando?" Ora si risponde con un'istantanea, magari scattata alle 09 e 09 di ogni mattina.

Su quello scaffale, incroci

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Ieri era una bella giornata, Camogli è un bel posto. A Camogli c'è una bella libreria, con roba strana. Tra la roba strana che ho comprato, un libro che non volevo comprare, ma è come se mi avesse chiesto di farlo, proprio con 'sta faccia qui a fianco. Conoscevo Woody Guthrie come folk-singer, antesignano di Dylan, punto di riferimento del meglio che gira a livello di verismo in musica, e hobos proletario, ma non sapevo che il vecchio cantastorie di Okemah, Oklahoma scrivesse così bene. Alessandro Portelli lo introduce con un piccolo saggio, che è un gioiellino. Si parla di lui, di Whitman, Faulkner, Steinbeck, dei vari modi di raccontare l'America. Il suo era un modo definito un-american da parecchi compatrioti, forse proprio perchè il più limpidamente vero, dopo Jack London. "Folk song is big if labor is big" Leggete 'sti racconti, datemi retta. A me hanno acchiappato le viscere. C'è dentro tutto. Si parte con un treno stipato di operai, viandanti

South Me

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Grazie a qui sono finito qui . Devo dire che fa un certo effetto...

Guardati (con l'accento dove si crede)

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Nella produzione sociale della loro esistenza, gli uomini entrano in rapporti determinati, necessari, indipendenti dalla loro volontà, - in rapporti di produzione che corrispondono a un determinato grado di sviluppo delle loro forze produttive materiali. L'insieme di questi rapporti di produzione costituisce la struttura economica della società, ossia la base reale sulla quale si eleva una soprastruttura giuridica e politica e alla quale corrispondono forme determinate della coscienza sociale. Il modo di produzione della vita materiale condiziona, in generale, il processo sociale, politico e spirituale della vita. Non è  la coscienza che determina il loro essere, ma è, al contrario, il loro essere sociale che determina la loro coscienza. A un dato punto del loro sviluppo, le forze produttive materiali della società entrano in contraddizione con i rapporti di produzione esistenti, cioè con i rapporti di proprietà (il che è l'equivalente giuridico di tale espressione) dentro dei

A summer place in winter

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Che diavolo ci sarà scritto? Cosa?

tredici, venerdì

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che si spezza una rosa ma risplende un guizzo di ali di vita, nonostante Aereo o cibo, da quella mano? In prospettiva Fissa i dettagli tralasciando il necessario Fino a domani, amore mio

Nebbie e delitti

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Scrivo la storia di quel che è successo a Federico, mio figlio. Non scriverò tutto di lui, non si può raccontare una vita, anche se di soli 18 anni appena compiuti. È morto il 25 settembre, il giorno di natale sono stati tre mesi… Ho sempre pensato che sopravvivere ad un figlio fosse un dolore insostenibile. Ora mi rendo conto che in realtà non si sopravvive. Non lo dico in senso figurato. È proprio così. Una parte di me non ha più respiro. Non ha più luce, futuro… Perché il respiro, la luce e il futuro sono stati tolti a lui. Sabato 24 settembre è stato un giorno sereno, allegro… Dopo la scuola il pranzo insieme, chiacchiere, risate. Era ancora estate, faceva caldo. Ha portato a spasso il suo amico cane. Non lo faceva spesso, ma quel giorno è andato con la musica in cuffia. Tutto in quel giorno aveva un’aura speciale. Pensandoci ora è come se avesse voluto salutare tutti noi. Ha avuto sorrisi per tutti… la gioia era lui. Ha incontrato la compagnia, ha fatto il suo lavoretto di consegn

Sotto un cielo d'etere

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“Abbiamo bisogno di storie per sopravvivere. Per distruggere una comunità basta distruggere le sue storie, perché esse rappresentano la sua continuità. Una comunità, infatti, è un insieme di persone che ascoltano le medesime storie. Privata delle proprie storie, una comunità perde la sua identità. Ci sono naturalmente storie sostitutive, prefabbricate e in vendita: le storie proposte dai media, le storie/logo. Adattare queste storie preconfezionate e in offerta sul mercato è il primo passo per trasformarsi in schiavi.” (John Berger) Che ne pensate?

Che poi, più o meno...

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... il problema sta tutto qui.  Vero? Dorothea Tanning - "Family Portrait" (1954)

Splinderopoli!

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Fecondi accostamenti di inizio anno

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1) Due messaggi di pace al mondo. Ratzinger dice: "E' necessario un sussulto di coraggio e di fiducia in Dio e nell'uomo per scegliere di percorrere il cammino della pace" Poi esprime angoscia per "quelle che si presentano come le nuove e insidiose minacce alla pace: il terrorismo, il nichilismo ed il fondamentalismo fanatico" . Ciampi dice: "La pace è un bene tanto prezioso quanto fragile. E' minacciata non solo dal terrorismo, dagli odi e dalle rivalità etniche, dalla proliferazione nucleare e dalla corsa alle armi di distruzione di massa, ma anche dalle disparità sociali, dalla povertà, dallo sfruttamento indiscriminato delle risorse del pianeta"..."Queste minacce non possono essere affrontate senza l'impegno comune di tutti gli Stati, nella consapevolezza che, in un mondo fondato sull'ineguaglianza, non può esservi pace e che la miseria e la disperazione costituiscono fertile terreno per l'estremismo" A leggerli ben