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Visualizzazione dei post da marzo, 2006

Teen Giapporno free style in a caged world

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L'altra sera, svolazzando, ho provato a entrare nei sogni di un ragazzino. Volevo capire la sua pornografia. Perchè ricordo cos'era stata per noi .     Se è vero che tutto questo è uno specchio, vale la pena studiarne i riflessi. Ancora prima di noi, c'è stata un'epoca in cui la libertà dei corpi coincideva con la Libertà tout-court.     Oggi, a ben guardare, mistica ed estetica del porno sono basate sull'ingabbiamento.     In Giappone va di moda avvolgersi nel tetrapak fino a soffocare, storpiarsi i genitali in modi sempre più orrendi e creativi, con spilli martelli e macchine infernali. C'è un fiume punk e autodistruttivo che scorre sotto le strade del consumo. Leggevo un articolo proprio sul Giappone, sui teenager che si chiudono in una stanza, anoressici di vita. Ci restano anni, senza mai uscire, stanchi di mangiare la pietanza competitiva e prestazionale servita dalla società e dalla famiglia. Li chiamano hikikomori, coloro che "si ritirano" .   

Un fetido vicolo cieco

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"Voglio avvertirla, dottore. Beh, vede, c'è qualcosa in lui che sta crescendo . Una cosa viva, una...". "Non dire sciocchezze. Dov'è la sua tenda? Tu aspetta fuori". Trascorsi pochi secondi, il dottore riapparve barcollando, l'aspetto era di chi sia stato appena colpito alla giunzione delle gambe. "Allora, l'ha visto?" Sconvolto, accennò di sì con il capo. "Una via di mezzo tra un centopiedi e una pianta, cresce negli intestini , le sue radici si stanno propagando". "Potremmo avvelenarlo, magari. Con un'iniezione". "Una situazione delicata. E' collegato al flusso sanguigno di Reggie, poveraccio. Beh, o così, oppure...". Ci rivolgemmo uno sguardo d'intesa. Fortunatamente avevamo del rotenone. Il dottore riempì la siringa ed entrammo dentro. Il tanfo era tale da stendere un uomo con il culo per terra, ti penetrava in gola e nei polmoni soffocandoti. Mio Dio, adesso possiamo vederlo, si agita dappertu

Il mucchio privato

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    Okay, e ora spassiamocela un po'. Parliamo di sesso. Parliamo di donne. Freud  diceva di non sapere cosa volessero le donne. Vogliono un mucchio di gente con cui parlare. Di che cosa vogliono parlare? Vogliono parlare di tutto.     E gli uomini cosa vogliono? Vogliono avere un mucchio di amici, e vorrebbero anche che, con loro, la gente non s'incavolasse tanto.     Perché divorziano tante persone? Perché, oggi, per la maggior parte, non esistono più le famiglie allargate di una volta. Una volta succedeva che quando un uomo e una donna si sposavano lei trovava un mucchio di gente in più con cui parlare di tutto e lui un mucchio di amici in più ai quali raccontare le barzellette che non fanno ridere.     Alcuni americani, ma pochissimi, hanno ancora famiglie così. I Navaho. I Kennedy.     Noi invece, per la maggior parte, se oggi ci sposiamo siamo solo una persona per l'altra persona. Lo ha trovato, lo sposo, un altro amico, ma è una donna. L'ha trovata, la sposa, un

Quest'urlo che tace

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Prima di morire Tiziano Terzani ha voluto il figlio Folco vicino a sè. Ormai aveva già acquisito la sua 'strategia' di uscita dalla giostra. Ma sentiva il bisogno di questa lunga chiacchierata. Non con la moglie, non con gli altri figli. Con lui. Alla fine è durata quattro mesi. Folco l'ha registrata, sbobinata e trasformata in un libro che sabato comprerò. Spero che siano accluse le foto che hanno mandato in onda ieri sera all'Infedele. Padre e figlio seduti su un prato, a parlare, al cospetto di un meraviglioso panorama . Spero che sia trascritta anche  l'ultima lettera che Terzani ha scritto a Folco. Abbiamo tante cose da dirci, sappiamo così poco l'uno dell'altro. Voglio parlarti. Questa atroce gabbia del pudore maschile, un silenzio più spaventoso di quello della morte. Perchè lo senti. illustrazione di JC Leyendecker - foto di Grazia Ippolito

Folle

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Lui al centro della sala, il nostro sarto di Panama. Con quei capelli, e il tic e il vestito. In un modo o nell'altro , sottosotto, giochiamo la sua partita. Un mare mosso di fiches e denti, senza schiuma umana. Mentre fuori s'arrabatta la vita, d'una folla diversa , schiumante , umana. Depurarsi il cervello, nuotare nel secondo mare. Stasera vado a ballare, cazzo. Via. Che il lavoro sporco lo faccia chi di dovere. Sarà luna piena stanotte? Ren Wick, "Harrah's Lake Tahoe" (1945)

Le invasioni barbariche

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Questo articolo mi ha lasciato senza parole. Questo filmato mi ha lasciato senza parolacce. Edward Hopper, "Summer evening"

Quoto rosa

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"E' vero, per quasi tutta la vita non ho pensato a me come donna " . Un paio di settimane fa, all'Infedele, la confessione di Rossana Rossanda . Il Foglio pullula di post-femministe neo-catecumenali. In tutto il mondo occidentale ci sono o si pensa a capi di stato donna. Da un lato, i segni di un futuro millennio d'impronta femminile e matriarcale: ormai ne parla anche la sociologia. Dall'altro lato però, un mare di qualunquismo femminile, di dispersione femminile (referendum sulla fecondazione assistita), di autocontemplazione femminile , di scarsa solidarietà femminile (pure nel Grande Fratello!), di scarsissima partecipazione . La fatica di uno sguardo appassionato sul mondo, un'occasione persa. Sembra quasi una resa, la paura di non farcela, speculare a quella maschile. Maschile-occidentale che si dibatte tra guerre, calcio, depilazioni, rinfoltimenti piliferi, sopracciglia spuntate, S.U.V. e condotti di gas ucraino. L'assenza di un'idea forza

Lot of laughting

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Sigla. L'altro giorno ho rivisto alcuni sketch di Govi, da scompisciarsi. Pura causticità zeneise. Dialetto oscuro ai più, ma che sa di una terra, di una cultura. Gli occhi, le guance, e tutti ridevano. Linguaggi. Se ne discute . Slang e mutazioni linguistiche. Il vecchio sguardo di sghimbescio di Sordi e Totò, le capriole linguistiche, ma sempre nel solco del racconto, del ritratto. C'era intesa "di ventre" col paese. "Mamifacciailpiacere"! Dagli Ottanta in poi anche comicità inizia a far rima con pubblicità . Per far ridere i paninari, (o per crearli, chissà), bisogna darsi una smossa. La tecnica "Has-Fidanken!". Guardando il "Drive-in" era incredibile notare la continuità "linguistica" tra la trasmissione e gli spot. Tranne lodevoli eccezioni, lo Zelig viene un po' da lì. Io non è che ti faccio ridere, ti catturo col tormentone. Te lo ripeto così tanto che, alla fine, tu riderai. "Chiettatiana?, Franco! Oh, Fra

Che tempo fa

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"Il tempo è numero del movimento secondo il prima e il poi e il numerante è l'anima" (Aristotele) Oggi la gente guarda le previsioni tutti i giorni, ossessivamente. L'occidente sforna canali meteo a ciclo continuo. Fateci caso, nei blog e nei nostri discorsi, l'incipit è quasi sempre atmosferico. Quello che succede fuori dalla finestra ci porta dritto a quello che succede dentro. Anni fa c'erano i raccolti, i cicli dell'agricoltura. Ma oggi? Il processo di rimozione è chiaro: faccio in modo che il mio tempo sia quello atmosferico. Tempo. Il super lifting, il super fitness, il non rassegnarsi, l'averne paura. Kronos (appunto), che divora i figli per distruggere il futuro e fissare tutto in un momento. Quel punto di eterno che elemini la difficoltà e la diversità. "Io", misura di tutte le cose,  "Io", qui, senza tempo. Faust. Evitare il mistero, la difficoltà, la diversità. Fissare il tempo , forse, non è la strada giusta per trov

A marzo, in edicola

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