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Visualizzazione dei post da settembre, 2006

Seria Mente

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La storia horror che vi piacerebbe (sentirvi) raccontare. Spunti, personaggi, oggetti, situazioni. Proviamo? opere di Anya Janssen, "Shamrage V, VII, III"

Datemi un martello

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Ogni periodo ha la sua musica. Ieri, il mio spacciatore di fiducia mi ha rifilato due dosi. Sulla prima si andava sul sicuro, roba testata e di qualità. Ma la seconda dose mi ha preso alla grande. Droga già sperimentata, vecchia, anzi, vecchissima. Ma tagliata in un modo… Mi ha ricordato un altro trip , vissuto mesi fa. Da sballo! N on sono un suo grande fan. Ma qui il Boss si è buttato in un’opera davvero avvolgente, con tanti livelli di lettura. Bluegrass anni Venti, acustico, un pugno di folk-song dimenticate dagli uomini, certamente non da Dio. Oltre al cd c’è il dvd. Vedere la sua smorfia ispirata, con la masticatura al contrario, concilia con tante cose. Con l’America, per esempio. Springsteen si dimostra artista sensibile, in cammino. A volte procedere significa guardarsi indietro, scavare il terreno inquinato dalla piacioneria “pop” in cerca delle radici. Che lui trova nelle vecchie storie, quelle dure, di personaggi ruvidi. Banditi e ferrovia, operai che scavano canali, immig

Ho fatto un sogno

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Vivere nel socialismo dell'armonia di Zygmunt Bauman Guardo il mondo globalizzato. È pieno di uomini costantemente in cerca di qualcosa d'altro. Sembra che corrano e invece sono fermi, in una condizione di angosciante staticità. Credono di intercettare, di interpretare il cambiamento. Stanno bene solo quando arrivano prima degli altri, e questo indipendentemente da quale sia la meta. Ma pensiamoci un attimo: in realtà non progrediscono mai. Inseguono qualcosa che è fuori da sé, un modello che non esiste e che non possono raggiungere, perché non ha radici nella propria identità: un nuovo taglio o un nuovo colore di capelli, una nuova macchina, un nuovo lavoro, un nuovo corpo, una casa nuova. Una volta conquistati, sono già vecchi. E la corsa non finisce mai. È un movimento circolare, un falso progresso che non produce nulla, perché non poggia su nulla. Il risultato è il trionfo dell'individualismo, che ha generato relazioni interpersonali

Fallace

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Verità , niente di più falso . Bo Bartlett, "So far"

Quanto

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di luce. in un attimo c'è

Un lustro, lustrini e "I love You"

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New York è un genere letterario, un punto di vista. O’Henry, Henry Miller, Henry Gray, Ira Levine, Chester Himes, Ed McBain, Lawrence Block, Paul Auster e mille altri. C’è un assonanza, se li metti in fila. Ognuno col suo colore, scrive dalla sua finestra. Tutti a raccontare qualcosa di strano, impalpabile. Più di un posto, un luogo. Più di un luogo, un corpo. Il corpo-luogo della modernità. Dove ogni individuo almeno una volta si fa città, corpo collettivo, per poi tornare individuo, sinolo. E, in mezzo, la sua equazione: economica, matematica, esistenziale. Come ovunque, si potrebbe dire. No, è la risposta. Altro dato, comune a chi ha visto e raccontato NY. Quello è il simulacro creato l’occidente per esorcizzare la morte. Non con l’euforia fine a sé stessa, ma con una soave strategia. La solitudine si vive insieme. Il senso si disperde in mille sensi, per poi tornare uno, sinolo. Città. Compresi i quarantacinque proiettili nel corpo di un haitiano, i palazzi abbattuti da Giuliani,

Natascha, una vita sospesa

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di Umberto Galimberti Non buttiamoci in modo voyeuristico sul caso di Natascha, la ragazza austriaca rapita a dieci anni e liberatasi a 18 dalla sua prigionia. Cerchiamo invece di capire dalle sue dichiarazioni ciò che la sua storia drammatica può rivelare a ciascuno di noi in ordine a quel che si muove nei meandri segreti e sconosciuti della nostra psiche. Il suo corpo oggi pesa 42 chili quanto il giorno del suo rapimento a dieci anni. E siccome il corpo è il più significativo tra gli indicatori psichici, al di là della possibile malnutrizione, dobbiamo pensare che il suo corpo ha registrato l'avvenuta sospensione della vita in quella stanza di due metri per tre dove Natascha ha passato il suo tempo leggendo. Ascoltandola traspare tutta la cultura accumulata. L'intervistatore della tv austriaca, Worm, ha dichiarato: "Sembrava di parlare con una laureata dalla volontà invincibile". Quindi con una ragazza non mentalmente degradata dalla prigionia, ma educata dalla le

Sarà la musica che gira intorno...

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"Il versificatore , una macchina descritta da George Orwell nel suo 1984, generava musica per le masse infelici. Nel 1949, quando fu pubblicato il romanzo, l'idea di eliminare l'uomo dal processo creativo che porta a comporre la musica sembrava fantascienza. Oggi, invece, alcuni programmatori stanno lavorando in un nuovo campo della ricerca chiamato analisi musicale, e stanno sviluppando dei software capaci di prevedere quali canzoni diventeranno dei successi (...) "Le canzoni corrispondono a un numero limitato di equazioni matematiche", spiega Mike McCready (…) I software di analisi musicale sono in grado di rivelare somiglianze sorprendenti nei parametri di fondo di due brani di epoche differenti (…) Secondo il software della Platinum, Music Science, diversi successi degli U2 hanno molte somiglianze con alcune composizioni di Beethoven (…) I nomi dei principali clienti sono trapelati: Capitol records, Universal music group, Sony music, Emi e Casablanca records.