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Visualizzazione dei post da novembre, 2006

È uscito!

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(Postato da Seaweeds per conto di Lorenzo)

-1) Magia

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Domani arrivi. Ci sarebbe tanto da dire. Ora viene il bello. Volevo solo raccontarti di sabato sera. La mamma non stava bene e alle due di notte siamo scesi a passeggiare. Il mare gorgogliava e tutti ci guardavano strano. Lei dice di aver notato che anche i cani lo sentono. Sanno che porti dentro un cucciolo, e anche loro ti guardano strano. Ci fermano degli amici. Abbracci, attenzione. Vedo avvicinarsi un magrebino con le sue rose. La mamma dice che ha sete. Entro per comprarle una bottiglietta. La barista mi guarda come se capisse anche lei. Esco, vedo la mamma con una rosa. Un ragazzo le sta sorridendo, penso a un gesto gentile di uno sconosciuto e dico grazie. Lui scrolla le spalle. La mamma mi indica chi è stato. Il magrebino, ora, sta provando a piazzare le sue rose all'interno del bar, snobbato come al solito. Entro. Pesco solo due euro. Glieli metto in mano stringendo. Mi guarda come un po' offeso. Esce e dona alla mamma altre due rose. Poi sorride anche a me e se ne va

-3) Retro Pensieri

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Inutile. So che non si dovrebbe fare, ma a vedere l'escalation, la caduta , la palingenesi , il contesto… Il medico Bin Laden, dietro le spalle all'uscita… Mhm. Insomma, non ho potuto fare a meno di pensare a quest'altro filmato. Anche perchè avevo appena ingurgitato il film-inchiesta di Enrico Deaglio sulla notte più lunga. Devo ammetterlo, la mia solidarietà umana era inquinata da un allarmato disgusto. Bill Vuksanovich, "Business Clown"

-6) Mono

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Una rivista con fumetti di una pagina , per adottare un bimbo a distanza . S i chiama Walter Jesus, e ha questo musino qua. Dalla felpa, direi che apprezza l'iniziativa. Ho partecipato volentieri con un mio racconto, disegnato da Stefano Raffaele . Bene.

-7) Di coppole, pizze e pervicacia

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“Il centro è un disastro!” , dice il giovane pizzaiolo. “Se qui diventa come il centro, c’è da espatriare. Sono andato da un amico, che ha un’agenzia immobiliare in via Gramsci. Belìn, che schifo. Spazzatura dappertutto, non c’era un italiano. Gli ho chiesto come fa a stare lì, in mezzo a quel letame”. “Probabile che faccia buoni affari, con le speculazioni sugli immigrati”, dico io. La mamma pizzaiola mi guarda strano. Uno sguardo più intelligente. “Gli equadoreñi sono il problema, perché non si integrano, fanno comunella e sono violenti”. “Un po’ come gli italiani di inizio secolo, espatriati negli Stati Uniti”, dico io, “Pizza, coppola e mandolino, si diceva. In realtà erano grandi lavoratori”. Si unisce anche papà-pizzaiolo, sedendosi. “E quelle col velo, che guardano dal buco? Da Vespa c’erano delle donne che erano d’accordo con quel padre pakistano che ha ammazzato la figlia”. “Questo è un vero problema, di arretratezza culturale,” dico, tagliando la bufalina. “Come il delitto d’

Che paese è…

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quello in cui si vomita sugli angeli ?, direbbe il poeta. Il criminologo serio avrebbe pochi dubbi. Un essere umano tanto curioso da riuscire a guardare Vespa si chiede semplicemente cosa stiamo diventando. Nel profondo di questo non-raccontarsi per davvero. In questi occhi.

Diversi modi di tradurre il vento

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Johnny Cash - "God's Gonna Cut You Down" Piers Faccini - "All The Love In All The World" Ben Harper e Piers Faccini U2 - "Vertigo", live in Milano

Per Grazia (e) Ricevuta

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Immaginavo che l’avrei visto da Ferrara, prima o poi. Ha fatto il libro. Il volto scheletrico buca lo schermo e cala improvvido sulla mia cena. Per un pischello emiliano degli anni Ottanta, non paninaro, era facile incappare in un concerto dei CCCP. Potentissimo punk “glocal”, con impianto teatrale. Sul palco un mimo, Fatur, e quella miscellanea di creste, messainscena filosovietica e decadentismo industriale. Produci-consuma-crepa, Emilia paranoica, dammi una mano ad incendiare il piano padano. Punk-islam, islam-punk. Noia, curami, affinità e divergenze col compagno Togliatti. Ortodossia. E tutti a pogare. Un pogo quasi insostenibile, tra creste, chiodi e bestioni proprio incazzati. C’era sangue. Anche se già s’intravedeva una vena sufi, derviscica, da litania salmodiante. Con il crollo dell’URSS i CCCP diventano CSI (Consorzio Suonatori Indipendenti), chiamandosi come la nuova confederazione russa di Eltsin. Geniali, e con un gran suono. Dai Litfiba arriva Gianni Maroccolo al basso.

Azzurro

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Potrei parlare di Ortega, che ha vinto in Nicaragua, deludendomi per le sue alleanze spurie. Oppure il video del down picchiato a scuola, che manco ho voluto guardarlo. O la prof che fa sesso con gli alunni, cosa che mi eccita e diverte, più che scandalizzarmi. Potrei  dire la mia sui quotidiani on-line e i loro fantasmagorici sondaggi. O su come sale il qualunquismo, attraverso i tombini stappati dai media. La finanziaria. Potrei star qui a cercare, pensare, arrovellarmi, linkare. Ma ieri, stremato dopo due giorni di spostamento-mobilia e rivoluzioni varie, mi sono seduto sul divanetto, da solo. A guardare la sua nuova cameretta. Pochi minuti, ma non li dimenticherò mai. Dall'altra stanza provenivano i Sigur Ros. Non so bene come spiegare. Insomma, quella culla. L'azzurro, il bianco, il giallo. Un fantasmino che nuota fra le note. Un po' tutta la vita. La mia, la sua. Questo nuovo spazio. Il silenzio. Poi, una guancia calda e salata, la sinistra. Stamattina pensavo a cosa

Buonanotte giraffa

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Mio caro Uri, sono ormai tre giorni che quasi ogni pensiero comincia con "non". Non verrà, non parleremo, non rideremo. Non ci sarà più questo ragazzo dallo sguardo ironico e dallo straordinario senso dell'umorismo. Non ci sarà il giovane uomo dalla saggezza molto più profonda di quella dei suoi anni, dal sorriso caloroso, dall'appetito sano. Non ci sarà quella rara combinazione di determinazione e delicatezza. Non ci saranno il suo buon senso e l'assennatezza del suo cuore. Non ci sarà l'infinita tenerezza di Uri e la tranquillità con cui placava ogni tempesta, non vedremo insieme i Simpsons o Seinfeld, non ascolteremo con te Johnny Cash e non sentiremo il tuo abbraccio forte e rassicurante. Non ti vedremo camminare e parlare con Yonatan (il fratello maggiore ndr) gesticolando con foga, abbracciare Ruti (la sorella più piccola ndr), a cui volevi tanto bene. Uri, amore mio, per tutta la tua breve vita abbiamo imparato da te. Dalla tua forza e dalla determinaz

Na befana senza 'o mars chi s''ha piglia?

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Uno cerca di scrutarla meglio che può. Ma ha così tante facce. Colpisce questo fatto dell'anfiteatro greco incastonato in mezzo alle case. Proprio vedi i capitelli, che spuntano dai muri. I cannoni della rocca puntati verso la città anzichè verso il mare. E la vitalità. Tutto fili, nervi, candore sporco. I manifesti abusivi affissi così in alto che ci vuole una scala. Ecco sì, pensi sempre a come fanno. Come fanno a lanciare bambini come razzi sulle moto mignon, tutti orgogliosi. Come fanno ad adorare le reliquie dei morti. Sarà da turisti e fa tanto "mito del buon selvaggio", ma Napoli è stupenda. Più di Milano, di Torino, di Tradate, di Varese. Anche Giorgio Bocca è stupendo, con le sue montagne di neve e di fuoco. Forse ha ragione, la situazione partenopea è irrisolvibile. Però, cartelloni pubblicitari in dialetto cuneese non li leggerà mai. Quella specie di Santeria, quella specia di voodoo. E la vita notturna brulicante, che è vita. Malata, magari. Ma è il contario

Genetliaco/2

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Sei pronto al decollo. È ora di avvicinarti alla pista di lancio e di prepararti a prendere quota. Mentre ti sollevi da terra, ti consiglio di fare come gli uccelli e gli aerei, che si fanno trasportare dal vento. Se ti spingerai in avanti con tutta la tua forza, avrai la massima spinta aerostatica. Ricordati di battere le ali con grazia, non freneticamente. E non guardare in basso: fissa lo sguardo in alto, su un punto lontano. Consiglio per Halloween: potresti mascherarti da aquila, jet, aliante, libellula. (Internazionale- L'oroscopo di Rob Brezsny - Illustrazione di Francesca Ghermandi)

Genetliaco

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Lettera a Pier Paolo di Oriana Fallaci [...] Diventammo subito amici, noi amici impossibili. Cioè io donna normale e tu uomo anormale, almeno secondo i canoni ipocriti della cosiddetta civiltà, io innamorata della vita e tu innamorato della morte. Io così dura e tu così dolce.  V’era una dolcezza femminea in te, una gentilezza femminea. Anche la tua voce del resto aveva un che di femmineo, e ciò era strano perché i tuoi lineamenti erano i lineamenti di un uomo: secchi, feroci.  Sì esisteva una nascosta ferocia sui tuoi zigomi forti, sul tuo naso da pugile, sulle tue labbra sottili, una crudeltà clandestina. Ed essa si trasmetteva al tuo corpo piccolo e magro, alla tua andatura maschia, scattante, da belva che salta addosso e morde. Però quando parlavi o sorridevi o muovevi le mani diventavi gentile come una donna, soave come una donna.  Ed io mi sentivo quasi imbarazzata a provare quel misterioso trasporto per te. Pensavo: in fondo è lo stesso che sentirsi attratta da una donna.  Come