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Visualizzazione dei post da febbraio, 2007

Lo zio Tom

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Il cervello collegato al cuore, e viceversa. Questo dovrebbe essere l'equilibro. Si cade in trappola, quando si accetta che i due organi vengano scollegati. Sempiterno problema. Tecnocrazia o piazza? Io le stimo entrambe. Detesto quando pensano di fare a meno l'una dell'altra. Due anni fa, morì Tom Benetollo . Era un grande. Mi sono appuntato un episodio raccontato da lui. Nel Settanta, a Padova, il segretario di sezione che lo iscriveva al partito gli raccomandò: “Evita i due grandi difetti della sinistra: il riformismo e il massimalismo. Il riformismo è il vizio di chi vuole ottenere “subito” aria fritta; il massimalismo è il vizio di chi vuole ottenere grandi cose, in un giorno infinitamente lontano.” Ne deduco che la via giusta sia ottenere buone cose in un tempo accettabile. Giusto, Tom? Ci manchi.

Coito interrotto

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Non so se gli spermatozoi rispondono alla psiche. I miei, per anni non ne volevano sapere. La notte elettorale andarono a dormire esausti. Ma nei giorni successivi trovarono la giusta serenità. Quella profonda, che, non so come dire. Uno che non ha Dio, ha gli uomini e le donne, come si organizzano, quanto si vogliono bene o male, l'etica, il progetto d'amore, la sopravvivenza della specie. Quelle cose lì, il rumore di fondo. C'è un tizio bello grasso, qui, che ha un "pasta fresca". Proprio l'altro giorno grugniva, che da quando deve fare tutti gli scontrini non arriva più a fine mese. A dire il vero, di negozi ne ha più di uno. E diversi appartamenti.  E una volta ha raccontato che va sul campo da golf in elicottero. Non è questione di tatticismi, tecniche, numeri risicati e mediocrità varie. E' roba profonda. S'ode a destra l'urlo del varicocele, l'algida secchezza del denaro, l'infertile centro. L'infezione. E gli spermi non indiffer

Anomia mediterranea

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Ieri notte un gruppo di pischelli della Genova bene ha devastato un treno, di ritorno dalla discoteca. Prima pagina. Uguali a quelli che ciondolavano nella notte di Catania, schiumando il nulla. Decreto legge. Su YouTube li vedi in classe, a filmare, a filmarsi. Senza sapere bene cosa dire, come inquadrarsi. Fino all’esplodere. Al parossismo dei pugni al ragazzo con la sindrome di down, ai palpeggiamenti alla prof, alla coercizione verso compagni più deboli. E giù trasmissioni, fiumi di retorica. Il noto sociologo Meluzzi che, su Rai Due, attribuisce la crisi dei giovani alla perdita del principio di autorità: paterna, politica, istituzionale. E poi si tocca la frangia, quasi vergognandosi. Il principio di autorità? L’autorità? Dove starebbe l’autorità, Meluzzi? Nella famiglia, nella televisione, nella paura della punizione? Parliamone di quest'autorità, Meluzzi. Anzi dell’autorevolezza. Magari parliamo della sua autorevole biografia. Tralascio, per stile. Come sentire Biscardi su

I tre tocchi di S.Valentino

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Diet-Coke o Mentos?

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Guardo l’edicola sconsolato. Ho dimenticato il portafogli, e senza il mio involucro di carta mi sento nudo. Figuratevi come ho preso l’annuncio del direttore del New York Times , ieri.  Ha una faccia da cretino, ma forse il rancore influenza il mio giudizio. La fine dei quotidiani? Ne parlava mesi fa in un’inchiesta dell’Economist. Anche un vecchio editoriale di David Randall, che si apre così: “A un certo punto, verso la fine di marzo del 2043, uscirà l'ultima edizione dell'ultimo giornale. Quando questo vecchio, bizzarro mezzo d'informazione passerà alla storia e il suo ultimo numero, già ingiallito, andrà a far compagnia al cinema muto, al telegramma e al bustino con le stecche di balena nei musei di curiosità storiche, nessuno lo rimpiangerà”. Bene. Ci toccherà cliccare trenta volte al giorno sulle testate on-line. Nevrosi, ansia informativa, paura di restare indietro. Luce, titoli, ipnosi. Versione privata del display in Times Square, tipo 'ste news del cavolo ch

A porte chiuse

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Post facile, già scritto. Ovvio, moralista, grossolano. Parla di questo fiume nero che ci scorre sotto. Parla delle scritte sui muri delle città. Parla degli incroci, delle precedenze. Parla dei bar, dei circoli. Parla della difficoltà di dialogo. Parla dei quotidiani on-line, dei mirabolanti sondaggi, del divertimentificio. Parla del dibattito pubblico, della analisi a vuoto. Della paura. Parla del machismo, dei petti gonfi. Di quella volta, da ragazzino, che tirai un sasso nel vetro dell’auto vuota targata Parma. Con Sgariboldi siamo scappati in bicicletta, con lui che pedalava come Pippo. E quando scavalcai a San Siro, per finire in mezzo ai rasati. Anni dopo mi toccò scavalcare la finestra del cesso della trattoria, per fuggire dai rasati. E quella volta che feci testamento sul foglio a quadretti, prima della trasferta. E i calci sulla mia auto. E l’ingresso scortato in gradinata. E le telefonate anonime. E le feste de l’Unità passate chiuso in una volante della polizia. Un post sc

Always love you

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Lo ammetto, m'intrigano i risvolti delle persone estreme. Ho letto il Mein-Kampf, e il saggio che Eric Fromm dedicò a Hitler in "Anatomia della distruttività umana". E una delle componenti più interessanti delle persone estreme è la loro vita sessuale. Tralasciamo quella di Hitler, specchio fedele del suo delirio, e veniamo ad un articolo interessante uscito sul Venerdì di oggi. Parla colei che dice di essere stata la sexy-schiava di Bin Laden. Kola Boof , scrittrice americana-somala-sudanese, con un passato da spia, prostituta e punta di diamante dell'harem dello sceicco. Scopriamo un mucchio di cose interessanti. Osama la vede a Marrakesh, in un ristorante specializzato in carne di leone. La fa seguire e la raggiunge, quasi rapendola. "D'ora in poi non potrai vedere altro uomo all'infuori di me" . La umilia, le chiede di ballare a comando. Lui considera la musica occidentale "veleno". Ma ascolta i Van Halen e i B-52. Forse Kola le ricorda