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Visualizzazione dei post da marzo, 2007

Crepapelle

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Si potrebbe discettare di comicità. Freud e il motto di spirito, Jung e il briccone. Bergson e il senso del comico che scaturisce dall’automatismo del corpo. Moni Ovadia e l’ebreo che ride. Si potrebbe parlare a lungo del valore terapeutico-sociale della comicità. Si potrebbe usare come percorso nella storia del nostro paese. Totò e la pastasciutta, Sordi e il Nando Moriconi. De Sica che insegue il “Domenicano” sui binari. La Grande Guerra, il dopoguerra. Soliti noti e ignoti, un paese di brancaleoni che arrancano. La giullarate del primo Fo, la maschera di Tognazzi. La causticità, la messinscena del profondo. E poi vedere come negli anni, via via, questa indole di ribaltamento critico – linguistico, politico e di classe – sia stata sgonfiata di spirito eversivo. Plasmata alla bisogna dal “mediaset-way-of-life” , fin dai tempi del Drive-in. “Scherzi a Parte” e “Zelig”, come esempi. Il vecchio “Specchio Segreto” di Nanni Loy – con la sua capacità di tratteggiare i bar, le piazze, il p

Proletari di tutto il mondo, leggete!

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    "Se non le dispiace, un po' di birra non le farebbe male. Ha bisogno di dormire."   Le portarono una bottiglia ghiacciata; Shannon non avrebbe mai bevuto la mia. Si accomodò tra le mie braccia, stringendo la bottiglia, sorseggiando la birra con aria soddisfatta e leccando la schiuma.         "Sissignore, Shannon è una bambina meravigliosa. Vorrei fosse mia figlia" commentò il droghiere.     Non dissi nulla ma pensai. Pensai: be', perché non l'hai avuta tu? Perché non tu, invece che noi? O perché noi non abbiamo avuto la tua sicurezza, in modo da poterla volere come la vuoi tu? Per, oh, Dio, sdraiata qui tra le mie braccia, esausta ma terrorizzata alla sola idea di dormire, vivendo di odio? Persino il pensiero che non abbiamo voluto desiderarla mi fa sentire un criminale. E non lo sono. E Roberta non lo è. Volevamo Jo, e volevamo Shannon, e volevamo Mack. Sei in tutto, sognavamo; e una grande casa bianca con un prato folto e tante camere da lett

La prima festa del papà

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Oggi hanno sparato in fondo alla via. Un tizio è stato morso dal suo cane, allora sale in casa, prende la pistola, scende. Svuota il caricatore sulla bestia e si barrica in casa. Poco dopo passavi tu, con questi occhi. Ti ho portato a vedere il mare in burrasca, e lo guardavi. Con questi occhi.

Buon senso

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Oggi è un giorno triste per me. Mi duole nel profondo del cuore, nel midollo della mia fede cristiana. Il Papa Benedetto XVI, alla vigilia del suo primo viaggio in America Latina, ha fatto un gesto che dà un gusto amaro ai saluti di benvenuto: ha condannato il teologo gesuita Jon Sobrino, di El Salvador. Conosco Sobrino da molto tempo. Insieme siamo stati consulenti dei vescovi latinoamericani a Puebla, nel 1979, in occasione della prima visita di Papa Giovanni Paolo II nel nostro continente. Abbiamo partecipato insieme a molti incontri, preoccupati di alimentare la fede delle comunità ecclesiali di base che, oggi, fanno dell’America Latina la regione con un maggior numero di cattolici del mondo. Sobrino è accusato del fatto che nelle sue opere teologiche non dà un’enfasi sufficiente alla coscienza divina del Gesù storico. Per questo gli è stato proibito di far lezione di teologia e tutti i suoi scritti futuri dovranno essere sottoposti ad una previa censura vaticana. Il parere di cond

Brain Storming

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In treno, leggo su Left una bella intervista a Jovanotti. Il suo approccio induttivo, africano, la questione del peer to peer , il file sharing . E un concetto che mi cattura. “Viviamo in un mondo multitasking , in cui tieni aperte contemporaneamente più parti del cervello. Se è una disgrazia non posso ancora dirlo. So solo che come artista devo vivere di cambiamenti. Cercando d’interpretarli. Sempre". A Carpi mi viene questa idea del vivere l’assemblea come fosse un unico cervello collettivo. Lo chiamiamo Pier-Piera , perché nato dalla fusione dei maschi e delle femmine. Sono alunni di un istituto professionale, evidentemente ispirato da buoni insegnanti. I ragazzi sono ricettivi, partecipativi. Solito blocco coi foglioni. Solito pennarellone. Solito teppistello che viene coinvolto suo malgrado. E parte la storia. Un viaggio Napoli-Milano, un provino per giocare nelle giovanili del Milan. Stavolta è l’alcol il protagonista. Funziona. Stupendo, magia pura. Alla fine il racconto c

Punti di vista

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Debra Goertz (con un pensiero ad Angelina Fares , ai fans del cilicio, del "forced deep troath" del "doyoulikeit?-yes" e dello scontro tra civiltà, che hanno sempre e comunque un unico obbiettivo.)

Corrente elettrica

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Di tanto in tanto è bello immergersi nel cuore dell’Emilia. Mi hanno invitato a Carpi, per un ciclo di conferenze nelle scuole. Era da un po’ che non viaggiavo in treno e che non incontravo i ragazzi. La seconda esperienza è stata incredibile. Un istituto professionale, primo anno. In cento, di tutti i colori, seduti a terra. Introduce la psicologa del Sert. Mi hanno appena spiegato che vogliono recintare la scuola con la corrente elettrica, perché durante la ricreazione entrano gli spacciatori. Eroina. La fumano, già a quattordici. Li vedo. Sono un gruppetto e stanno ai lati della palestra, defilati. Le femmine, più interessate e partecipi, sono sedute in prima fila. Una indossa lo chador, è bellissima e manifesta un’attenzione lontana. Inizio. Presentazione, professione, quattro cavolate sul lavoro, sul personaggio, sulla criminologia e blabla. Li guardo in faccia. Chi si dedica alle unghie, chi mi fissa in cagnesco. Qualcuno è già a casa col cervello. Panico. Provo a continuare per

Palinsesto

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Parto con Medium , su Rai Tre. Cerco di non perdermelo, perché è scritto bene, diretto bene, interpretato bene. Bei personaggi, belle storie senza troppi effettacci di regia, una trama sempre un passo indietro rispetto al banale. Alla fine, in piena poppata, volto. Cavolo, Gad, ci vuole impudenza a sfidare Sanremo parlando di cancro. “L’infedele” ha confezionato una puntata memorabile, di vero servizio pubblico. Sdoganando un argomento poco affrontato, e  mai così. Aleggiava Tiziano Terzani e la sua parabola zen, ma anche le quotidiane storie di tanta gente. La psicologia, gli escamotage. Poi solitudine, paura, la percezione del proprio corpo, la terapia. Discussione leggera sull’argomento più pesante. Questa roba dovrebbe essere al centro del dibattito nazionale. Le percentuali di malati in occidente sono tremende. C’è qualcosa di strutturale che va indagato. Il cibo, l’aria. Una cappa di inquinamento, forse anche mentale, una somatizzazione collettiva. Come se il piccolo cancro de