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Visualizzazione dei post da agosto, 2007

Pitagora, Ippaso, tardo capitalismo, l'assessore Cioni, mutui e Pil-men

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Pitagora ebbe tante intuizioni. Pose il numero come principio primo della realtà. Tutto quello che esiste dipende da una trama numerica, fatta di aritmetica e geometria. Il "10" divenne l'emblema della perfezione, con la sua espressione grafica, chiamata tetraktys . E giù calcoli, studi, misure. Una volta, passando vicino alla bottega di un falegname, sentì battere i martelli. Capì che il rumore variava a seconda del peso. Cominciò a fare studi sulla musica, scoprendone il segreto. Quella che Maupassant, secoli dopo, avrebbe definito "aria tradotta". Il segreto, ovviamente, era fisico-matematico. Per i pitagorici la musica rifletteva l'armonia dell'interno universo, che consisteva nelle combinazioni dei quattro numeri semplici. Che meraviglia. Elaborò una filosofia così potente che arrivò a governare intere città, come Crotone. Peccato, che a un certo punto, la cosa prese una brutta piega. Suggestionato dai raduni orfici, secondo lui i numeri potevano e

Una specie di tenerezza

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Ti ho disegnato, tanti anni fa. Per la copertina di un opuscolo. La pipa, il volto austero, magnetico, con quegli occhi d' azzurro profondo. Eri un uomo bellissimo, forse il più bello che abbia mai visto. Elegantissimo, forse il più elegante che abbia mai conosciuto. Dopo il seminario, ci siamo seduti a tavola. Sembravi schivo. Avevi una tua timidezza, che poi scoprii essere qualcosa di più. Qualcosa che ha a che fare con lo scrupolo, la capacità analitica di scomporre le cose prima di ricostruirle. Bertrand Russell l’avrebbe definita “reverenza”, capacità di essere “lento nel giudizio e rapido nella comprensione”. Ci volle un po' prima che aprissi quel tuo sorriso. Il segno che la sintonia era arrivata. Si parlò di tutto. Di mondo, di sindacato, di libri, di cinema e fumetti. Conoscevi Ken Parker. Avevi la passione per gli argentini. Muñoz e Sampayo, soprattutto. Discutemmo di noir, di John Ford, di Karl Marx. E quando guardavi. Mamma mia, quando i tuoi occhi toccavano la pers

A mister Iweala

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La striscia in alto a sinistra, molti richiami nella colonna di destra. Questo blog è - nel suo piccolo - lambito dalla interessante presa di posizione dello scrittore nigeriano-americano Uzodinma Iweala. Un atto di accusa contro gli aiuti umanitari delle star occidentali, contro l'occidente che si pulisce la coscienza ammantandosi di africanismo. Chiaramente, m’interrogo. Sono - nel mio piccolo - sul banco degli imputati. C'è tanta verità nelle parole di Iweala. Il controsenso degli aiuti da parte di quel mondo che, nei più svariati modi, dal colonialismo in poi, tiene schiacciata l'Africa in un abisso dal quale fatica a riemergere. Sfruttamento di materie prime, ingerenze politiche, ruolo delle multinazionali, orrida sperimentazione scientifica, la discarica chimico-radioattiva del pianeta. Forse addirittura ciniche considerazioni di carattere demografico, hanno spinto l'occidente a squarciare il cuore dell’Africa. Scompaginando l’equilibrio ecologico e tribale. Da t