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Visualizzazione dei post da novembre, 2007

One

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Piccolo amore mio, oggi ci sono stati tanti segni. Quel vestito che la mamma voleva cambiarsi, e si è rotta la zip. Dopo un minuto la stessa cosa con gli stivali Come se qualcuno avesse deciso che doveva stare vestita così. Ieri sera abbiamo visto il film di Pupi Avati e ho pensato quanto fosse affascinante Laura Morante. Oggi, uscendo dal bar me la sono vista apparire davanti. Stava entrando. L'ho indicata, spiazzandola, e ho balbettato: "Ti ho vista al cinema, ieri sera!" Mi ha risposto con un sorriso, timido e carismatico. Era stupenda, come solo le donne sanno e possono. Incredibile. C'è magia, e tanti segni. Forse è il nonno che si diverte da lassù, mi ricordo che la Morante piaceva anche a lui. C'è magia. Buon primo compleanno, cucciolo mio!

Troppe cose tutte insieme

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È il titolo di un bell'articolo di Walter Kirn , tratto da The Atlantic Monthly (US) e pubblicato su Internazionale. Si parla di danni biologico-cerebrali dovuti al multitasking. La tesi di fondo è raccolta in questo passaggio: "Ho appena avuto un incidente per cercare di vedere la tua foto". "Arriverai in tempo per portarmi a cena?". "Ho rischiato di morire". "Be', sembra che tu stia bene". "Sembra". Non le ho mai perdonato quell'indifferenza. E non ho mai perdonato a me stesso di aver comprato un telefonino con la fotocamera. Poi ho seguito l'ennesimo reportage televisivo sui ragazzini. Un grido d'allarme che si leva per questo mondo lontano e misterioso, dove bambine di dodici anni gettano via il loro corpo in un gioco di specchi riflettenti. Che parte dalle discoteche del sabato pomeriggio, passa attraverso filmati erotici girati coi videotelefoni dai compagni maschietti che poi le ricattano, e arriva alle webcam

Dante, la nebbia, gli zombie

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"Nebbie e Delitti" è una fiction di Rai Due, scritta, interpretata e confezionata talmente bene che intendo recuperare i romanzi di Valerio Varesi, sull'ispettore Soneri. Ferrara, la caligine, l'incedere lento del Po e del genere polar di simenoniana memoria. Barbareschi s'è lamentato della collocazione, venerdì in prime time. Sbaglia. C'è freddo, c'è vento, si sta in casa. E c'è voglia di quella roba lì. Anche sabato c'era freddo e vento, e voglia di esserci. Un lungo serpentone  di giovani attraversava Genova, quasi autoconvocato. Ho camminato fianco a fianco con Giuliano Giuliani, e abbiamo scambiato alcune parole. Conferma l'impressione di uomo moderato, intenso e rigoroso che è emersa nel tempo. Merita di sapere la verità sulla fine di suo figlio. Quel sasso con cui gli hanno spaccato la testa mentre era già a terra, per esempio. Davvero, troppo, a prescindere dalle differenti valutazioni. Ad Anno Zero, Giuliani s'è augurato che Ca

Magenta

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Si riaffacciano le emozioni. Il doctor House, nel secondo episodio, è riuscito a portarmi alla soglia delle lacrime. Anzi, una è scesa. È un vero bastardo, credo che stasera comincerò il suo romanzo . Sto percorrendo boschi, malaventure, i confini dell'ignoto. Ho lavorato fino alle tre. A notte fonda, mi sono sparato una stupenda intervista del mitico Giancarlo Fusco a Sergio Tofano, il creatore del signor Bonaventura. Anzi, lui era Bonaventura. Lo interpretava a teatro, con grazia e respiro soave. Quel milione scritto sul foglio, quel bassotto lungo lungo, anche due fogli. La capacità di stupire con poco: un pennarello, carta, poesia. Mi ha ricordato Saul Steinberg, un altro grandissimo di cui ho già parlato. Ma Tofano era la maschera. Un'Italia lieve, umile, preziosa. Così lontana da questa, gridata, nervosa, ambiziosa, che si nutre di fame. Il nuovo template non è per vanagloria. Un regalo che mi hanno fatto. Servirà a ricordare soprattutto a me stesso il mio lavoro, ch

Punti di luce

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Insistono che dobbiamo avere paura , e specificano bene di cosa. Vittorino Andreoli scrive che la famiglia è un sistema di economia bilanciata dei sentimenti . Mi piace come definizione, applicabile su vasta scala. Ecco la sensazione che arriva dai media: sbilanciamento. Il mio cervello fatica a mettere in fila i problemi, le immagini. Mi chiede: com'è possibile che avete arrestato il capo della mafia e invece di concentrare tutte le energie per darle il colpo di grazia, debellandola, parlate solo di rumeni? Non so rispondergli, davvero. Ho sentito Roberto Saviano, la sua potenza analitica. Il mio cervello mi ha chiesto: ma perchè questo non diventa un consulente istituzionale della lotta alla camorra? Non ho saputo rispondergli. A Lucca ho visto migliaia di Cosplay, ragazze e ragazzi vestiti da personaggi incredibili. Si confezionano i vestiti da soli, e mi colpisce sempre quanto si prendano sul serio. Quegli altri ragazzi fuori dalla questura di Palermo che brindavano all'ar

Dazed

Trentasette anni fa, tra sei ore e mezza, nasceva uno scorpioncino a cui sono - volente o nolente - piuttosto affezionato. Vent'anni fa, invece, sei ragazzini cominciavano la loro avventura musicale. Era la fine degli Ottanta, un periodo in cui fare rock significava lasciarsi contaminare da tante cose, cementare affinità e sfidare un certo conformismo paninaro. Non potevamo lasciarci sfuggire l'occasione. Ci apprestavamo a suonare di fronte a duemila persone. Forse il vero rito di passaggio. Il titolo di "Dazed & Confused" dei Led Zeppelin ci sembrò un buon simbolo per i travagli della nostra tarda adolescenza. Poi diventammo cinque, nel tempo forse meno "confused". Ma "Dazed" sempre. Per sempre. Un abbraccio, compagni di viaggio. A ritrovarci presto.