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Visualizzazione dei post da dicembre, 2008

Il sacrificio di Milou

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"Se leggi i dati, c'è da mettersi le mani nei capelli!" Mi chiedevo come fosse possibile parlare di certe cose con un tizio, volente o nolente, rinchiuso nel centro krishna “Bhagavad-gita” ad Austin, Texas. "… Un crollo verticale del fatturato dei Dvd, decine di case di produzione chiudono i battenti…" "Prof, non è poi così importante. Insomma, bombardano Gaza, cresce la tensione internazionale." "È il momento di fare l'amore col proprio cervello, figliolo." "Cosa ben diversa dalla pornografia!" per un attimo mi era parso di salire ai suoi livelli, ma lui sviò. "Una volta la combinai grossa. Era il 1992 e suggerii al mio amico poeta Jan Ristat di uscire con un numero di 'Les Lettres françaises' intitolato 'Porno', pieno zeppo di immagini e articoli sconci. C’era perfino Tin-Tin che si accoppiava con Milou, il suo cagnetto. Ero curioso di vedere la reazione del Partito Comunista Francese…" "Furibon

Gli auguri dinamopsichici di Barnhouse (al telefono con Kerpov)

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Musica d’attesa orientaleggiante, e irritante. Ma l’ho trovato su di giri. “Terremoto, figliolo?” “Sì, prof, 5.2 della scala Ricther. Una stupidata, ma qui ormai siamo all’erta per tutto.” “Fate bene. Alle 16 e 24 ora italiana, giusto?” “L’ha letto su internet.” “No, oggi non possiamo usare mezzi di comunicazione.” “È un giorno particolare?” mi riferivo agli arancioni del centro “Bhagavad-gita” di Austin, Texas, dove Kerpov è stato recluso. O si è autorecluso, non l’ho ancora capito. “Sì, particolare, il giorno del taglio energetico. S’interrompe del tutto e unilateralmente il flusso di corrente.” “Come si fa?” “Basta non pagare le bollette!” Ci pensai un secondo. “Ma se non avete mezzi di comunicazione, come ha saputo del terremoto?…” “Lo so da una settimana. Me l’ha detto in sogno il professor Barnhouse. Vecchio teppista, ormai avrà più di novantanni!…” “Chi?” Udii un colpo secco. Poi Kerpov recuperò il ricevitore. “Scusa, il cordless… Dalla riunione su Nikola Tesla mi tremano le ma

La commedia è finita

Finalmente. È fatta, è ufficiale, siamo in dirittura d'arrivo. Se penso che questo blog era nato per interfacciarsi a quella annunciata prima uscita, poi naufragata per motivi illogici . Mi viene la lacrimuccia. Da allora è passata tanta acqua sotto i ponti, qualche ponte è finito sott'acqua, si sono alternati tre governi, decine e decine di post, discussioni, idee, prospettive, decine di storie di Julia, una nascita con relativa gioia, un grave lutto con relativa angoscia. Poi altri due anni, gioie, dolori e, incrociando le dita, una seconda futura nascita. Insomma, mettere al mondo un romanzo, per un ometto, è un travaglio più lungo (non certo più duro) di quello che spetta alla femminuccia. Il prossimo anno, mi attende il parto di almeno tre creature. La più emozionante e attesa spetterà a mia moglie Marina, e sarà fatta di carne ed ossa. Di un'altra creatura, cartacea, vi parlerò in seguito. Ora lascio spazio al "mio" primogenito cartaceo, il più sofferto.