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Visualizzazione dei post da aprile, 2012
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Un giorno penseremo a quanto abbiamo comunicato, e a quanto poco ci siamo detti. Anzi, nulla. Nulla vale la solitudine piena, nell'albergo del mondo. Ed ecco la tentazione.  Comunicarlo.       (paint: Andrew Wyeth-Christina Olson-1947)

Il gelo secondo Luca e Paolo

Se penso a Nanni Loy, alla brioche intinta nel cappuccino altrui, agli operai, al mercato rionale. "Specchio Segreto" era il surrealismo che entrava nel neorealismo. Gusto di popolo, risata di ringhiera. Nel regime turbo consumistico lo scherzo lo fai al vip, durante i vernissage, i set fotografici, i concorsi truccati. Il vip è per lo più della tua azienda. E la sceneggiatura non prevede imprevisti, è una confezione infantile, brutta, plasticosa, che alla fine ti deve far provare invidia per lui e per il suo benessere. Il nazismo cura i dettagli, anche nella decadenza.

"Io, schiavo, non lo sono mai stato"

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Ripenso all'occhio in fico di Gattuso, a Batistuta che fatica a camminare, ai simboli nelle curve, a Ronaldo che arranca scendendo la scaletta dell'aereo, a quelli intubati sul lettino che salutano i tifosi, alla Gea, ai burocrati trentenna li del pallone, alle decine e decine di morti, agli "zingari" e le scommesse. Ai saluti romani, al riciclio del peggio, l'ostracismo del meglio. A quanto siano stupidi tutti coloro che, ancora oggi, difendono il Caimano, a chi fa scrivere sul giornale Luciano Moggi. Forse, a quel povero ragazzo che sabato ha provato a rialzarsi tre volte, prima di finire con la faccia nell'erba putrida del calcio italiano.