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Visualizzazione dei post da settembre, 2013

Lettera al contrario

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Qui si relativizza e si sbeffeggia tutto. Ma leggo di un Papa che sta cambiando il profondo della Chiesa nel senso che dicevi tu, compreso il dialogo con le sue parti ostracizzate, il teologo delle liberazione Boff, e addirittura con gli atei. Un Papa che a partire dalla scelta del nome si è posto l'obbiettivo di tornare pastore, spezzare catene, mettere in discussione dogmi secolari circa omosessualità, aborto, divorzio, non certo cambiando la dottrina come vorrebbero gli illusi e i maicontenti, ma l'approccio. Significa tantissimo, apre varchi enormi. Il suo predecessore scrive una lettera pubblica di grande livello a un - per mio conto - mediocre ateista, facendo volare i concetti e le idee. Concetti e idee che attraversano il mondo, si incarnano in un presidente statunitense che per la prima volta nella storia, dopo la differente vicenda della Baia dei Porci, mette in OFF una campagna militare che era già in ON, e poi riprende il ragionamento da dove lo avev

Amala

Ricordo che mi suonava bene il nome, sarà che sentivo cantare l'Internazionale alle Feste de l'Unità e procedevo per assonanze. Poi vivevo in quella stessa nebbia che portava a Milano. I colori del cielo e della notte, consoni al segno zodi acale. Insomma, la sentivo nell'aria, era destino. Ricordo l'impatto di San Siro, ero in prima media, un muro di gente a riscaldare l'inverno, due anelli arrampicati verso il cielo come un'astronave. Ricordo anni dopo quella volta che scavalcammo, con un ridicolo fumogeno nelle mutande, simbologia troppo facile di adolescenziale ricerca d'identità. Unico comunista in curva, disegnai anche gli adesivi dei Forever Ultras, e me ne vergogno. La neve, il liquorino caldo. I ragazzi a torso nudo di Gallarate, Rho, Cesano. Tutto l'hinterland milanese che scaricava lì i suoi risultati urbani, la sua maschera dura. Girava droga, le donne erano altro, accettate in quanto uome. Gli scontri nel piazzale di San Siro erano di impron

Daddy Camp 2013. Donetta di Torriglia.

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Su quel foglione appeso dietro c'è una pagina a fumetti. Nella panoramica il posto dove papà e figlio vorrebbero andare insieme, il loro sogno. E lì prevale sempre la preferenza del figlio. Nella vignetta dopo, i due camminano in quel luogo , visti di fronte. Poi il figlio chiede al padre dove vorrebbe andare lui, e lo facciamo disegnare dal padre. Il padre risponde il suo sogno, e lo facciamo disegnare dal figlio. Poi li vediamo in Campo Lungo, allontanarsi con una frase finale che chiude il loro dialogo. A me piace così, il lavoro dal basso, gli incroci dove ci si guarda negli occhi. "Quand'è che esploderai?" mi ha chiesto un amico, papà, che sta leggendo Panico. "Preferisco implodere, più divertente" gli ho risposto. "Papà, in tutti i posti dove vai tu fai sempre un lavoro…" mi ha sussurrato Jacopo, quella sera. E lì, sulla sinistra della foto, che osserva, mentre Simone vuole essere più protagonista.  Ecco cosa intendo per lavoro cultura

ILVA

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Il senso della rAeltà.

Un ragazzotto di questi che non sono a Ballarò ha letto in Parlamento una congerie di teorie complottistiche prese da internet, senza indovinare una pronuncia, ovviamente. Le due torri se le sono buttate giù gli americani, punto. Era lo stesso dei microchip sottocutanei. Quando ha pronunciato "Alènde" ami ha fatto tenerezza. Quel nome l'ha sempre letto, evidentemente, mai sentito, né detto. Intanto, siti che non sono a Ballarò divulgano nuovi scoop. Il cancro arriva dai vaccini, un'azienda l'ha inoculato apposta, un dirigente avrebbe confessato: 50 milioni di morti! Niente di più stupido della dietrologia posticcia, una religione fai-da-te, risolve tutto con la formuletta magica. In fondo è roba da templari, esoterica, reazionaria, di chi ragiona massonicamente vedendo massoneria ovunque. Tipo il signoraggio, roba da raeliani. Evitare la struttura vera dei sistemi, dei fenomeni, la catena delle cause e degli effetti, che è il senso stesso del progresso. La rivol

Con versione.

Che grande intellettuale, è stato. Da Marx ha trovato Dio, attraverso un abisso. Ma a vedere i soggetti dei suoi quadri dal mondo greco gli arriva il senso dell'eros come forza propulsiva, universale umano. E a sbirciare le foto con cui li preparava, tutto questo era anche Pop. Dal minuto 11.30 fino alla fine, poi, c'è dentro tanto di quel che penso. Quasi tutto, e un notevole di più. Che grande intellettuale, Pietro Barcellona.

L'edificio

La Siria sembra la guerra di Spagna del mondo islamico. Il nord nelle mani dei ribelli laici, con un 30% di jihadisti convenuti da ogni dove. Il Sud ancora del regime, tranne la sacca di Daraa. Su un fronte e sull'altro convergono interessi religiosi e politici di tutto il medio-oriente, allargandosi poi in scala al mondo intero. Non è vero che non ci riguarda, come dicono i relativisti, bisogna intervenire, bisognava farlo da tempo. Se la storia insegna, dovremmo ricordarci che tipo di mostro è uscito dalla guerra di Spagna. Invece di infarcirci di reciproci pretesti e menzogne, per annullare reciproche opinioni, stiamo ai fatti. Il gas Sarin è stato sì usato dal regime, e ci sono sì frange della ribellione composte da feroci tagliagole. In punto è: in un quadro così complesso che senso hanno i bombardamenti mirati? Secondo chi li vuole, è un modo per indebolire il regime e sperare che la ribellione più laica e ragionevole abbia la meglio sull'altra fazione. Ma forse (già ci s

Marsupio

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Immagino come la declinerà "Il Giornale". Dentro la storia del professore di Saluzzo si srotola tanto dell'immaginario italiano del momento, ipermachista. Minorenni consenzienti o sfruttamento di un ruolo impositivo? Ricatto psicologico? La stimabilità popolare come criterio di impunità? Una cosa è certa, quell'uomo non era Raul Bova: piccoletto, indossava sempre la polo sotto il maglione e un orrido marsupio. In base ai criteri estetici odierni, le stimmate della mediocrità. Evidentemente era un abile manipolatore, usando strumenti intellettuali, e qui il Sallusti dovrà fare salti mortali, altro schema di gioco. Forse il prof non era in grado di "ipnotizzare con uno sguardo", come racconta una certa Ape Regina di ben altro manipolatore. Resta un tema irrisolto, che riguarda la ragazze, il loro momento. Ieri, in centro, ho visto compagnie di adolescenti uscire dal cinema, le osservavo. Tante ragazze di Saluzzo, truccatissime, sboccate, inchiodate al cellular

Voglie

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Boris Artzybasheff - Cybernetics Leggo dei primi viaggi di turisti spaziali che dovrebbero partire entro l'anno, e che il sistema potrebbe sostituire quello aereo in poco tempo. Leggo della Cina che arriverà alla luna. Leggo del programma di conquista di Marte, dei volontari che si sono prenotati per un viaggio senza ritorno. Leggo dello smantellamento delle agenzie spaziali nazionali a favore di quelle private, dei miliardari. Leggo di questi scenari affascinanti, ma non leggo più buona fantascienza moderna, solo pessima fantasy, che è il racconto magico di un passato per iniziati. Come se l'uomo avesse perso la voglia sociale di progettare e raccontare il suo futuro. Manco lo spaventa più, proprio lo rimuove, spandendolo nella tecnologia momentanea, che lo avvolge di un presente totalizzante. Non è possibile che il domani sia una questione solo per miliardari, riprendiamocelo, insieme alla voglia sociale! 

Di un certo tipo

Eravamo tra i migliori al mondo a fare cinema, inquadravamo come nessuno. Eravamo tra i migliori nell'illustrazione pubblicitaria, nei cartoni animati sperimentali, nell'utilizzo dei materiali in arte, negli effetti speciali. Nelle luci. Colori, tessuti, design, gusto. Abbiamo fatto una musica che abbracciava il mediterraneo coniugandola alla profondità. Ci capivamo perfino di fantascienza, anche dalla provincia. Eravamo gli unici a fare fumetti di un certo tipo. Abbiamo generato la costituzione più avanzata di sempre, la pedagogia più avanzata di sempre, la narrativa infantile più avanzata di sempre, oasi aziendali tra le migliori di sempre. Leggevamo il tempo e lo interpretavamo, avevamo i marxisti più lucidi della storia, i religiosi più illuminati ed eclettici, singoli liberali caustici e scorticanti. L'esperienza territoriale socialista più ricca e illuminata del pianeta, le comunità di base religiose degne dell'utopismo ottocentesco, un laissez-faire cattolico che

Siria

Ho visto immagini strazianti, macellai che ammazzano due minorenni. L'incappucciato legge il solito proclama islamico, poi il solito grido "Allahu àkbar, Allahu àkbar!", e raffiche di mitra. Nel video si dice che si tratta di ribelli, cioè insorti. Me lo chiedo, con curiosità vera: perché i ribelli dovrebbero uccidere bambini? Come sono le dinamiche del conflitto? A me risulta lo scontro tr a esercito e milizie - mercenarie o meno - ma di certo non tra milizie e popolazione, tantomeno bambini. Sono davvero i qaedisti, quelli? E allora cosa può essere successo, perché quell'esecuzione? Qui, tra informazione e controinformazione incrociate non si distingue più nulla. Ma non è tanto questo il punto. Penso a quel grido, "il mio Dio è il più grande", ormai da tanti anni risuona nelle nostre orecchie come urlo di morte, di orrore puro. Sicuramente avrà tutt'altra origine. E penso alla musica greca, a quella del nostro sud, a cosa è stata la matrice sufi

Catena

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Accettasi dritte, ma oltre Karl Marx e qualcosa del Cyberpunk, io non riesco a trovare una teoria strutturata di quel che sta accadendo, qui, ora, nel cambio di fase della rivoluzione digitale. Dopo una prima spinta positivista, espansiva, in cui tutto sembrava eden di scelta e conoscenza, adesso siamo al rimbalzo, al contrappasso implosivo. Ci siamo aggrovigliati in un bulimico notizificio, in un vacuo commentificio, donando in toto la nostra vita ad aziende, arrivando a mettere direttamente a loro disposizione identità, emozioni e sentimenti, elementi che il modello economico fordista riusciva a carpire solo indirettamente. Le Corporations ci inoculano virus distruttivi attraverso app e aggiornamenti, determinando il timing di durata di ogni prodotto, di ogni passo del nostro cammino, controllando ogni nostro movimento, acquisto, orientamento. Ogni sillaba. E più accentriamo in una macchina tutte le sfaccettature della nostra vita, più ci rendiamo monadi, piccole sfere dominabili tr