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Visualizzazione dei post da novembre, 2013

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Zizek , l'anno scorso, cercava di sistematizzare questo momento del capitalismo, considerandolo strabordante e totalizzante, con il tramonto della borghesia d'impresa , sostituita dall'indistinto management. Una sorta di fine della proprietà per passare alla gestione. Concetto che cambia le dinamiche del potere stesso. Nel mio piccolo, intravedo una minaccia più pervasiva, proprio nella dinamica del web, il cui modello riorganizzativo degli accessi e dei saperi è totalizzante e monopolista ormai per definizione. Possiamo giocare tutti agli emancipati che scaricano pia cer i , giocano, s'informano, si masturbano, si conoscono e possono tutto, ecc. ecc. Ma non facciamo altro che compilare form, lasciare dati, regalare pezzi di vita. Un'euforia illusoria per distoglierci da quello che si muove sotto : non c'è un'altra Amazon, né una Google, un'E-bay, anche Spotify si avvia al monopolio del suo settore. Come l'olio sparso nell'acqua che ti da l

Il drappo

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Fabrizio Pambianchi era un militante umano, di quelli moderni e antichi insieme. Aquilano. Animatore di un posto chiamato CaseMatte. Non lo conoscevo, ma oggi vedo tutte le sue immagini . Lo trovi arrampicato sulla montagna, a piantare bandi ere. Lo trovi nella neve, sott'acqua, con un trapano perforatore, sullo snowboard, sui pattini, sui prati, con un pennello a imbiancare, con un altro a dipingere. Lo trovi alla chitarra, a sognare di lanciarsi nel vuoto, lo vedi con un monaco buddista, con altri come lui di tutto il mondo, lo vedi in piazza a manifestare, scorgi una bandiera della Palestina, una dei No-Tav, lo vedi abbarbicato a tubi innocenti, a montare palchi, mettere altre bandiere. Artigiano totale, fisicità totale. Lo vedi tuffarsi in un fiume, riflettere nel gelo con un colbacco. Lo vedi in un video sul prato a cercare il vento con altri militanti. Lo vedi coi suoi tre figli, sempre in qualcosa da fare. Senti la sua frenesia, la passione che straripa,

Occhi

Non si può avere prosciutto sugli occhi. Come il grillismo rappresenta per molti un modo per togliere un tappo esistenziale, tornando a contare qualcosa nella vita, anche con violenza, pressapochismo e toni deliranti, il renzismo centra lo snodo generazionale, coglie il groviglio immobilista e si pone il problema di riannodare tanti di quei fili, che poi perde il filo del discorso. Alla fine sono due codici simili, epurativi, che si arrampicano su torri di parole e soluzioni arzigogolate, pescate da mille cesti. Due chiavi della speranza: una plumbea, l'altra col sole della pubblicità. Sono perfettamente interfacciati ad una generazione giovane, che si sente persa, e ha gli occhi fissi sull'orizzontalità di un tutto indistinto, che sente il buio e vede l'illusoria luce dei new-media. Nessuno dei due, Grillo e Renzi, basta guardarli negli occhi, ha la tenuta di un pensiero. Ognuno di loro si sente pura "funzione". Ognuno di loro dice che la politica