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Visualizzazione dei post da 2014

La pena di vita

Islamabad. Erano in nove. Sono entrati in una scuola imbottiti di armi e tritolo per ammazzare il più possibile e farsi ammazzare. Hanno trucidato decine e decine di bambini, a freddo. Cosa vuoi che gliene freghi, a questi, se ripristini la pena di morte. Davvero pensi che sia un deterrente? Che per loro la vita conti davvero? La vera rivoluzione sarebbe RIPRISTINARE LA PENA DI VITA. Costringere il fondamentalista a vivere nel mondo, insieme alle donne libere, costringerlo a lavorare, studiare, sedersi insieme ai bambini, in classi miste, guardarli disegnare, dovergli insegnare qualcosa che non sia il Corano. Costringerlo a leggere un libro a settimana, in una biblioteca ricca e variopinta, costringerlo al cinema, alla musica. Sei pronto, Pakistan, mondo islamico tutto? Avete questi anticorpi laici belli sani e vivi? No? Allora, ragazzi, sarà dura. Assassinando assassini si creano solo altri assassinii, come ovunque, nel mondo. (con adeguato CORREDO, QUI .)

Romanticismo

Senti, non so come dirtelo, le scie chimiche non esistono. Centinaia di migliaia di persone lavorano nel settore aereo, e qualcuno avrebbe già confessato, magari in cambio di moneta sonante. Mettiamola così. Idem per le torri gemelle, quel che pensi tu, che se le sono abbattute, avrebbe chiamato in causa così tanta gente che idem come sopra. La stessa cosa sul signoraggio bancario, sulle grandi logge massoniche, il Bilderberg, Aspen, ecc. Sì, la materia che pensi di maneggiar e lavora sul plausibile, come la migliore fantascienza. Ma la realtà ha una sua durezza meno romantica, perché sei un romanticone, in fondo. Pensi che ci siano i cattivoni come nei film, incappucciati, e ti perdi la fatica di capire davvero la struttura della realtà. I cattivoni incappucciati dell'Isis, per esempio, c'entrano poco coi barconi dei migranti e gli islamici che vorrebbero dominarci tutti. Te la raccontano così, ma se approfondisci arrivi ai pozzi del petrolio, al denaro, al po

Qualcuno ricordi

Ennò, basta. Qualcuno ricordi a Salvini che quando siamo entrati in Europa l'euroconvertitore blu ce lo spedì a casa un certo Silvio Berlusconi, e nella stessa nefasta mattina del primo gennaio 2002, il creativo Tremonti batté la puntata del Lotto dalle mille lire a un euro, dimezzando d'incanto il potere d'acquisto degli italiani. Nel frattempo, il governo di cui la Lega faceva parte aveva smantellato tutte le commissioni di controllo del doppio prezzo volute da Prodi, perch é qualcuno, quella mattina, doveva fare affari speculando sul magico raddoppio dei prezzi, possedendo supermercati, assicurazioni, cinema, attività commerciali di ogni tipo in pieno conlitto d'interessi. La Slovenia, anni dopo, è entrata nell'Euro imponendo l'esposizione del doppio prezzo per legge, nessun commerciante sloveno ha potuto beneficiare di una speculazione, nessun consumatore sloveno si è visto derubato del suo portafoglio. Gli italiani di allora erano innamorati d

Lullaby.

Questa donna canta la ninna nanna al suo bimbo, una melodia dal cuore del mondo. "Siamo rimasti soli, nelle isole dei morti. Gli spiriti ci proteggeranno, resisteranno sopra la nostra testa." Nessuno l'ha protetta dagli spiriti che gli hanno rubato la voce, soffocandola con l'elettronica, spregiandola con il profitto.

La finestra costante

Che fine ha fatto l'Isis? La guerra in Siria? E l'assedio a Kobane? L'ebola, a parte quel medico? Anche i Rom, finito il tour elettorale di Salvini, sono rientrati placidi nell'ombra finché servirà tirarli fuori. Così come i forconi, gli sbarchi a Lampedusa, i vaccini che determinano l'autismo o ammazzano anziani, gli omicidi familiari, le rapine in villa. E la questione palestinese? C'è lo scaffale nero del supermercato sempre pieno di prodotti in offerta, a seconda delle stagioni. Mi piacerebbe un giornale on-line che mantenesse aperta una finestra costante su ognuna delle questioni principali, aggiornandola quotidianamente, finché il giornalista, specializzandosi sul singolo argomento, a sua discrezione, sentendo anche l'opinione dei lettori, la consideri esaurita e passi ad altro. La questione degli zingari, per esempio, è piena di sfaccettature. Attiene alla politica della casa, dell'integrazione, alla sicurezza sociale ma anche alla

Favismo

Questo ragazzo guadagna 200mila euro dai ricavi pubblicitari dalle centinaia di migliaia di suo "spettatori". Alle convention, osannato come una star. Io non voglio giudicare. Da punto di vista tecnico, mi pare che siamo semplicemente tornati alla radio, al deejay. Una specie di Gialappa's Band che ripiega su uno, e quell'uno si contempla, si autocommenta, in un gioco infinito su se stesso. Com'è possibile che il tempo più potenzialmente collettivo e interconnesso di sempre si sia trasformato in un gigantesco "selfie"? Forse, alla fine, agisce la paura. Paura di navigazione vera nella possibilità, che si rifugia nel giocattolo dell'impossibilità.

L'impossibile necessario

C'è una prateria da riempire, lasciata vuota dal centrismo ultradecisionista di Renzi. Ma serve l'impossibile, essere ancora più bravi di lui, enormemente più innovativi. Far capire che altri sono già passati attraverso quelle ricette, liberare il mercato da lacci e lacciuoli, mentre nessuno è mai passato attraverso una rivoluzione vera. Che non può essere tecnocratica, ma libertaria, fatta di cose umane non solo numeri. L'esatto contrario delle mostruosità dette da quell'imprenditore farlocco, Serra. No, né Landini, che fa altro mestiere, né Civati che è un Renzi pigro, possono combinare qualcosa. È una rete che sale dal basso, un intreccio di esperienze, pratiche, cultura. Parte da tanti esempi: gli innumerevoli comitati civici, i Gruppi di Acquisto Solidale, gli orti urbani, il ritorno alle comunità, a studiare l'ambiente, le soluzioni, uno spirito che in parte si trovava dentro lo spontaneismo dei primi meet-up grillini. Ma che non può essere impia

Le Chat

Lei- Ciao Io- Ciao, XXXX. Lei- Come stai ? Girerà intorno alla pentola  sono lì per fare sesso webcam  allora siete interessati? Io- Come? Fare sesso in una pentola? Ma è da bolliti! Lei- Webcam sesso hai voglia? Io- Ha il pertugio un po' stretto, in verità. Lei- Non vuoi sì o? Io- Sì, no. Lei- ?? si o no ? Io- Troppa fretta, sei un uomo! ;-) Lei- No io non sono un uomo Passami il tuo skype alla webcam sesso Io- E se io fossi una donna? Lei- Questo è il caso? Io- Volevi davvero dire "caso"? Lei- ? Io- Ti piacciono i giochetti? A me quelli di parole, pensa! Ma non essendo italiano non puoi capire. Lei- sono italiano ma mia madre è francese e ha fatto io ho cresciuto in Francia Io- Sei italiano, ma cresciuto in Francia. E lì hai cambiato sesso?

Il fango non ha angeli

Stanno spalando anche Parma, e non sono "angeli del fango", sono ragazzi. Una generazione che fa i conti col lascito di quelle precedenti, in toto. Tutti contro la politica, ed è giusto. Ma avete mai parlato a un agricoltore? O con un imprenditore edile? O col tizio che si lamenta del comune perché non toglie i rami dal fiume, mentre lui nel greto ha un condominio, per cui magari avrà pagato tangenti e gliel'hanno concesso, sì. Ma lì c'è lui, il suo condominio, la sua storia di privilegi e deroghe: la sua responsabilità. Tutte le colline sono un reticolo di fiumi prosciugati per lasciare spazio a ville, paesi. Si capisce dal percorso dei cinghiali, se li ritrovano tutti in giardino. Da quanto non esiste più una teoria su nulla? Un pensiero organico, complessivo, sulla città, sul territorio. Che non dovrebbe essere un progressivo avanzare di palazzi, parcheggi, centri commerciali, e poi di nuovo parcheggi-palazzi. Questa è l'urbanistica del liberism

Buie illuminazioni.

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Non avevo mai visto "La guerra dei mondi", influenzato dalla critica che l'aveva stroncato. Come spesso capita, sbagliavo. Spielberg è un grandissimo intellettuale contemporeneo, intuitivo, mai a tesi. Questo film mi ha fatto male, perché ho sentito la sua sofferenza nel guardare il tempo. Come se gli si fossero spente le favole, i siparietti, e il meccanismo del cinema incarnasse quello di un'epoca in cui sta crollando la sovrastruttura, lasciandoci però soli, con la struttu ra. Che è semplice, all'osso, buia, crudele, senza motivazioni. Le cose accadono, il male esplode. E il bene non passa più attraverso il nostro sforzo, se non quello di sopravvivere. Che ormai è un compito individuale, del proprio ristretto recinto, nel bunker. C'è un senso di resa, in questo. L'alieno di Spielberg degli anni speranzosi arrivava nell'astronave collettiva, atteso da un collettivo illuminato, con un dialogo in musica dell'universo. Poi entrava ne

Motel

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Tutto ha radici, e nelle arti visive sono state piantate negli anni '10 e '20 del secolo scorso. Se i Simpson derivano da una commistione tra i "Katzenjammer Kids" (Bibì e Bibò) e "Bringing up father" (Arcibaldo e Petronilla), Leone il Cane Fifone pesca a piene mani dall'immaginario metafisico di "Krazy Kat" di George Herriman, le strips più surreali mai viste. Stasera, Giustino leggeva un giornale la cui testata recitava "Nowhere News". E nella prima puntata, come si vede da foto, l'omaggio è esplicito. La storia del fumetto è la storia del nostro immaginario, più di quanto immaginiamo!

L'eterno presente

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Io non so bene cosa sia la bruttezza assoluta. So che ne vedo tracce, qui. In quei filmati a ciclo continuo dove la gente tortura animali, per esempio. Il gesto del filmato non mi appare tanto più grave del gesto del metterlo. È il mare di replica dell'orribile nel quale navighiamo, ormai assuefatti. Intervallato dalla risata crassa, da gente che cade, vacilla, si fa male senza volere, o fenomeni strabilianti che sbigottiscono gli occhi dei giudici del talent. La coscienza deriva dall'essere sociale, è la vita che ci plasma la coscienza, non viceversa. E quale coscienza sarà mai quella che si nutre solo di indignazione, o dalla fascinazione per un estremo periferico? Per il fenomeno, sia di malvagità che di abilità. Pensare che l'uomo sia malvagio, o che da solo, baciato dal talento, possa tutto, come nei games. Che belle consolazioni conservatrici. La voglia di linciare il torturatore di animali, lo sfogo liberatorio a parole. «Vorrei averti fra le mie mani, bestia, farti

Maneggi

Senti, non so come dirtelo, le scie chimiche non esistono. Centinaia di migliaia di persone lavorano nel settore aereo, e qualcuno avrebbe già confessato, magari in cambio di moneta sonante. Mettiamola così. Idem per le torri gemelle, quel che pensi tu, che se le sono abbattute, avrebbe chiamato in causa così tanta gente che idem come sopra. La stessa cosa sul signoraggio bancario, sulle grandi logge massoniche, il Bilderberg, Aspen, ecc. Sì, la materia che pensi di maneggiar e lavora sul plausibile, come la migliore fantascienza. Ma la realtà ha una sua durezza meno romantica, perché sei un romanticone, in fondo. Pensi che ci siano i cattivoni come nei film, incappucciati, e ti perdi la fatica di capire davvero la struttura della realtà. I cattivoni incappucciati dell'Isis, per esempio, c'entrano poco coi barconi dei migranti e gli islamici che vorrebbero dominarci tutti. Te la raccontano così, ma se approfondisci arrivi ai pozzi del petrolio, al denaro, al poter

Confidenze

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Uno dei movimenti che fece più paura al "sistema". Li incarceravi e loro si acculturavano in galera, organizzavano gruppi di lettura, teatro, pensavano che la rivoluzione è cultura. Guadagnavano il rispetto del sottoproletariato dando l'ide a che uniti e consapevoli ci si emancipa. Li hanno spazzati via usando soprattutto l'eroina, perché quando un gruppo o una classe sociale si rende coesa, lo sfruttamento, la violazione di diritti, il razzismo diventano più difficili. Da allora hanno capito, ovunque, che il migrante deve sentirsi schiavo, restare nel cono d'ombra degli ultimi, solo uno ogni tanto può emergere, a testa bassa bassa. Poi hanno portato la tecnica nelle strade, nei luoghi di lavoro. Dividi, dividi. Convoglia la tensione giovanile altrove (qui, nelle curve degli stadi), nei fisici anabolizzati, riempila di stimoli del consumo, immergila in fiumi di cocaina, introduci la competizione sfrenata, l'idea che la cultura non sfama, è perd

Tarli

Ieri a tavola bel dialogo serrato con M., un internet-positivista. Cerco di farlo ragionare su come il web sta cambiando il capitalismo, rendendolo totemico, assoluto, distruggendo il lavoro. Non si convince. Subito dopo, guarda caso, assistiamo a un dibattito dove una nota casa editrice presenta la sua rete di blog letterari, che vorrebbe affiancare alla critica tradizionale. «I ragazzi cominciano a ricevere le nuove uscite direttamente dalle case editrici, come i professionisti, e ne sono entusiasti» esulta l'editore. «Gli arriveranno libri per circa trecento euro mensili, libri che sicuramente loro avrebbero acquistato comunque. Quindi, è come se io pagassi i miei blogger trecento euro!» Lancio un'occhiata a M., che secondo me ora un tarlo ce l'ha. «Ovviamente garantiamo serietà. Quei libri-omaggio non influenzano le critiche dei bloggher, sarebbe troppo una marchetta…» un altro relatore mette le mani avanti. Fossimo stati negli anni Settanta, avrei interrotto gridando

Il sogno del mostro

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Alfano vorrebbe eliminare l'articolo 18 entro agosto. Eccoli ancora,  quelli convinti che il lavoro si crea togliendo regole e diritti. Così gli investimenti sarebbero più "liberi", nella loro testolina sempre presidiata un "investitore supremo" che nel suo mondo ideale vorrebbe forza lavoro gratis, desindacalizzata, fisco e regole zero. È una patologia che ci tiriamo dietro da decenni, e ci ha mandato a bagno. Mi pare nella natura delle cose che il lavoro si crea innovando, facendosi venire idee vincenti e dotando la società della cultura giusta per accoglierle. Pagare bene il lavoratore, per farlo stare sicuro, dargli un senso del progetto di vita, che ti ritorna in consumi. Ma quali consumi? Su cosa investire? Il vuoto pneumatico di questi anni? Questa è la Rivoluzione, uscire dal Capitalismo inteso come moltiplicatore di profitti fittizi, incultura e carte truccate, specchio esatto della moltiplicazione degli interessi sui debiti pubbli

Quando Nik Novecento era solo un bambino

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Piastrelle bianche in cucina, sotto i piedi un caleidoscopio satinato. Tra le tapparelle lame di luce. I dolcevita. I bottoni laterali sulle bluse, la girandola sul manubrio. Il valvolare, forse Phonola. Il design nelle sedie popolari, terrazze, le corti di cemento. E quei pelucchi sull'obbiettivo, materia in movimento sulla vita. Quando Nik Novecento era solo un bambino. https://www.youtube.com/watch?v=7mVz6ToK2f8&feature=share

Broken Trail, un viaggio pericoloso (regia di Walter Hill)

Questo film per la tivù mi ha fatto impazzire. La recitazione naturalista di Robert Duvall imprime il ritmo disincantato, strascicato, quasi hippie a tutto. Greta Scacchi ha un fascino indicibile, spesso esaltato dai silenzi, appunto. Mai bisogno di sesso esibito, di parolacce, di violenza gratuita. Tutto avviene con una certa grazia, anche le cose più ruvide. In questi anni, il miglior western è una riflessione sulla parabola discendente, sulla vecchiaia, sulla crisi del maschile, sull'ultimo viaggio prima della meta, una meta qualsiasi dove ritirarsi a fumare e pescare nel laghetto.

Il rintocco.

Impossibile essere pessimisti sull'uomo, quando c'è un punto, nella musica in cui ogni essere umano, di ogni tempo e posto, si unisce in un unico battito. Dalla Persia, alla Mongolia, all'India, dall'Islanda agli aborigeni d'A ustralia, d'America, alla tamurriata di Napoli, la pizzica del Salento. Tutto in uno. Sì, come la guerra, in ogni tempo e luogo, ma quella è l'altra faccia della medaglia. In falsa luce. Va scelta l'ombra vera, custode della malinconia dell'inizio e della fine. Il battito primigenio, quello finale, che scende e sale, potenza di mezzo, fino a diluirsi in basso nel rintocco degli atomi di carbonio, e lassù in quello delle stelle.

Costole, ventre, ovuli.

Bambini carbonizzati a Gaza, uno con le gambe maciullate, un picolino tirato fuori ancora vivo dalle macerie, soldati israeliani che spezzano braccia a ragazzini, due ragazzini trucidati in Siria, tenendosi per mano, ragazzi nudi seppelliti vivi in una fossa comune, in Iraq. Miliziani del califfato che profanano tombe. Siete solo mostri, voi che tifate per l'uno o per l'altro. Non c'è causa, effet to. C'è solo bestialità, anzi, no. Le bestie 'ste cavolate patologiche non le fanno. E che lo urlino forte i fan di queste divinità sadiche e crudeli. Che si ribellino alle bestemmie perenni di tutte le religioni. Basta, che muoiano questi dei, proiezione di un mostro maschio, patriarcale, al tramonto. Sono tutte favole orribili, parlano di paradisi con vergini, di donne create da costole maschili, di donne impure quando ovulano. E poi ne sterminano il frutto del ventre, che ovviamente deve aver generato uomini-divinità, senza aver conosciuto l'amore. Ve

Mistero

Questi filmati di epiche imprese, genitori, fratelli, che insieme al disabile sfidano le leggi della fisica e della fatica, e con la musica suggestiva tagliano traguardi. E occhi pieni di lacrime e la lezione che vorrebbe essere: CREDICI, PUOI FARCELA! Ma a fare che? A vincere cosa? Ad arrivare dove? Mi sembrano i segni di un'interpretazione assurda della malattia, della disabilità, in una concezi one della vita ipertrofica, ultraveloce, tutta prestazionale. Come fossero la foto "social" del capitalismo, che attraverso le lacrime e i sorrisi vorrebbe cancellare il mistero di chi non può essere attivamente sulla scena delle merci, e allora deve occupare la scena delle emozioni, che poi sottendono merci. Mentre la malattia, la disabilità, dovrebbero essere quel territorio sacro, in cui tutto rallenta, in cui si sperimenta il silenzio e l'inazione, in cui nel dolore si colgono sfumature nuove ed è il "sano" a dover prendere i tempi - anche psico

Scantinati

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«Addio Unità». Senti come suona la frase stessa. In molti ridacchiano, altri fanno i duri contro il finanziamento pubblico all'editoria, presente in tutto il mondo occidentale, come per altri comparti della cultura, ma noi siamo quelli a t asso civico zero. Siamo anche quelli che leggono meno, non a caso. Poi, esiste il discorso non aggirabile. La sinistra italiana era tra la più forti e culturalmente innovative del pianeta, si era ridotta a considerare questo importante giornale come palestra per esercizi correntizi di partito, roba terra terra, senza nessun respiro. Negli anni, un passo alla volta, è stato un continuo arretrare, mollare per strada un principio, una posizione, un diritto. L'anima stessa. Finché, alla fine, non si esiste più. Ci sarebbe un immenso territorio da esplorare - giovane, movimentato, sperimentale, pieno di direzioni diverse, soprattutto internazionali. Ci sarebbero migliaia di stimoli per rielaborare un senso organico della cultura e

Molle

Un tempo, aprivi un fumetto, di qualsiasi parte del mondo, e io forse sapevo riconoscerti il disegnatore. Sapevo come inquadrava dal basso Gene Colan, la plasticità di Steve Ditko, il crepitio di energia di Jack Kirby, l'espressività cinematografica di Milazzo, come disegnava i carri Callegari, la neve di Pratt, e le macchine west di Rodolfo Cimino, la fantasia di Bottaro, tutti i valvolinici italiani, i mondi onirici francesi. Era ben prima che una manciata di "moderni" piallassero lo stile di quasi tutti. Era prima delle tavolette grafiche, di Quentin Tarantino al cinema. Anche le automobili avevano ognuna il suo stile, e un suo particolare "molleggio". Mi piaceva testare le sospensioni a balestra, quelle elicoidali, quelle idropneumatiche. Adoravo le Citroën. La Diane, la 2Cv, la Ami8, sembravano un'altalena, la GS, la DS, la CX le accendevi e si alzavano come per magia. Ieri con i bambini abbiamo provato a schiacciare il cofano delle auto moderne postegg

Has Fidanken!

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La lingua è psiche profonda. Il rapporto tra l'italiano e l'inglese, fin dai tempi della "perfida albione", è segno di una altern a nza tra senso di superiorità storica e sudditanza psicologica, ché neanche gli arbitri con la Juve… Lo si coglie dall'italianizzazione ridicola e forzata, quando ce la tiravamo da Impero e Superman diventava "Nembo Kid". Come è noto, "kid" è termine italianissimo! Mai stati capaci di essere autarchici, da soli combiniamo niente, non avendo cultura amministrativa e materie prime. Tranne una, presente proprio nella ricchezza semantica della nostra lingua, che è ricchezza psicologica, volendo. L'italiano lavora meglio, inteso come lingua, e guarda caso anche inteso come persona. È sessualizzato, avverbiale, indaga quel che esprime nelle  pieghe stesse della sintassi. Non è rigido, è duttile, apre scenari inediti, parte da lontanissimo, dalla notte dei tempi, e cerca sempre territori nuovi del suo esprimersi.

Le squame, la felce.

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Molti della mia generazione hanno visto i cartoons di Hanna&Barbera. Spesso realizzati in economia, ma alcuni erano particolari, pieni di personaggi bizzarri. Parlo di Shazam, Birdman, gli Erculoidi, Plastic-Man, Superman, i primi Fantastic i Quattro. Bene, dietro quei prodotti di artigianato medio si celava l'arte del più grande di tutti: Alex Toth. Questo volume spiega il mestiere. Come si tratteggia, con passione e dovizia, anche lo sketch dell'ultimo dei comprimari. Come si affronta la difficile arte sequenziale dei layouts. Come una serie poteva essere presentata ai produttori tramite illustrazioni a colori di tale livello che potrebbero oggi valere centinaia di migliaia di dollari. Toth aveva la grazia nel segno, ma anche la potenza. I suoi personaggi hanno sempre un "peso", un'idea intorno alla quale ruotano. Il tocco dei migliori, subito riconoscibile, come un assolo di Hendrix, una svisata di Charlie Parker, una finta di Ronaldo, il soun

1973

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Nel marzo del 1973, Playboy intervista Evtuscenko che intona lodi all'URSS: "nel giro di due o tre generazioni potremo diventare la prima nazione di intellettuali" . Nel numero di giugno, nella rubrica della posta, rispondono Alberto Moravia e Federico Fellini, citati nell'intervista al poeta, con due letterine da antologia, gioielli di ironia. Poche pagine più avanti, Bertolucci risponde alle stroncature di Pasolini a "Ultimo tango a Parigi", presentandolo come una specie di padre putativo, e che dopo le critiche del padre ora si sentiva più libero. Poi definisce Pasolini un "poeta reazionario", "nel senso che per lui conta solo il passato". A volte mi scopro reazionario anch'io, visto quel che si poteva leggere su Playboy, nel 1973.

Manipol azione

Fantastico vedere esposte e argomentate le tue intuizioni, QUI . Se mandi affanculo qualcuno, sputi su questo e quello, o diffondi teorie strampalate parascientifiche o complottiste, ti becchi i mi piace o gli spernacchi, sei in linea col momento . Se induci la gente a capire quello che fa, dov'è, cosa c'è davvero sotto, si dileguano tutti. La rete ci sta uccidendo, inscenando il contrario, e solo un manipolo lo sta capendo. Questo è il cuore della crisi, altroché Bilderberg e i rettiliani.  http://stagliano.blogautore.repubblica.it/2014/07/04/lanier-il-web-sta-uccidendo-la-classe-media/

Croci

"Gaibu", termine genovese stupendo. Significa grazia, leggiadria, avventatezza, ed è anche l'equilibrio utilizzato dai portatori di croci nelle processioni. Per sollevare centosessanta chili di Cristo non basta la forza.

Sovversione

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L'autismo è autoreferenzialità, tra le altre cose. Io credo che far incontrare il ragazzo autistico con i bambini sia la cosa più importante del mondo, del suo mondo. Che è simile a quello dei bambini. Luca, sovvertendo i timori, cercava il contatto. E questo serve tanto anche al bimbo non autistico, è la relazione nella sua forma più meditata e intuitiva insieme. Luca ha personalizzato gli auguri a Simone.

Detroit

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Sogno di essere in un albergo alla periferia di Detroit. Dalla vetrata vediamo arrivare un UFO, riesco a filmarlo, fa una curva strana poi bombarda il centro della città. Io penso ai miei figli, che sono da un'altra parte, a tutto quello che ci capiterà da quel momento in avanti. Al mattino, su Rai Movie inizia un film italiano, di quelli finanziati dal M inistero dei Beni Culturali, con gli attori teatrali e i dialoghi artefatti. Tutte le intonazioni sbagliate, la storia ombelicale non coinvolge nemmeno a sforzarsi. Tutto qui. illustrazione: Alvim Correa, "War of the Words"

Ri morsi

Quel che si muove, in questa montagna di parole sul calcio, è tutt'altro. Andrebbero fissati alcuni fondamentali. Siamo psicolabili. Dopo la prima partita, Balotelli eroe nazionale, promesse di matrimonio, semifinali, una valanga di spropositi da stampa, allenatore, giocatori, opinione pubblica. Ora, cacciati a pedate e morsi, gli spropositi al contrario. Eccoci tutti di fronte al ragazzo nero it aliano, con il solito sottofondo purulento e italiota che emerge; la questione generazionale, l'allenatore che la butta in politica. Dico la mia, da italiota. Mario, l'insopportabile, viziato, eterna promessa, col suo tormento apolide che salta fuori ad ogni difficoltà, mi interessa. Lo odio, ha sputato sulla mia maglia del cuore, ma mi interessa il suo sguardo, le cuffie per isolarsi, il puledro indomabile, la delusione costante. So che è una maschera, una proiezione, in realtà è anche un ricco bresciano viziato con famiglia ultraitaliota alle spalle. Ma alla fi

Luccichio

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  Era tutto come l’avevo immaginato: Guardavo brillare le grandi stelle, sentivo il caldo alito del vento sul viso e respiravo profondo, mentre ogni parte di me mi diceva: «meraviglioso». «Non è affatto meraviglioso» «Mr. Holland! Voi mi leggete nel pensiero! » «È molto facile leggere il pensiero di chi è nuovo a questi spettacoli. Ogni cosa vi sembra bellissima perché non la conoscete. Quei pesci volanti non stanno saltellando di gioia: sobbalzano di terrore, per sfuggire alla voracità dei pesci più grossi. Quell’acqua fosforescente deve il suo luccichio a milioni di minuscoli corpi senza più vita. Il loro scintillio è quello della putrefazione. Non vi è bellezza qui, solo morte e decomposizione.» «Non potete credere veramente a ciò che dite! » « Ogni cosa bella muore qui, anche le stelle». Su un'agenda avevo tradotto il dialogo iniziale di "Ho camminato con uno zombie" di Jaques Tourneur. Mi piaceva guardare i film in lingua originale.