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Visualizzazione dei post da aprile, 2014

Morsi.

La retorica delle banane ha una sua importanza, ma è una passerella di antirazzismo superficiale. Il 29 aprile del 1992, la questione razziale della modernità esplose a Los Angeles, dopo la sentenza sul pestaggio a Rodney King. Un'ingiustizia chiamò alla rivolta gli afro-americani, e la rivolta si trasformò in saccheggio e lincia ggio , dimostrando che il problema era prima di tutto sociale, di lotta di classe. E culturale, perché il razzismo alligna nell'ignoranza, non solo della comunità razzista, ma spesso anche in quella che lo subisce. È un gioco di specchi. Il capitale moderno spappola tutto ciò che è differenza profi c ua , dialogo umano, per omologarlo nella merce. Troppi ghetti tutti uguali, tropo spirito tribale contrapposto, troppi idoli sportivi, troppo gangsta-rap nichilista, edonista, per non capire. Non c'è MLK, con c'è Malcom X, nei loro sguardi, non c'è la letteratura e la musica della consapevolezza: Richard Wright, Gil Scott-Heron. Non c'è i

Siderurgie

In realtà Marine Le Pen non è uno Tsunami. È andata avanti, ma non come i media ci stanno facendo percepire. Gli stessi media che stanno pompando a dismisura la Lega, M5S e tutto il fronte antieuropeista. O le doti salvifiche di Renzi e rottamatori col turbo innestato, che smantellano con due selfie insieme agli stilisti millenarie istituzioni. Perché? Tecnicamente si chiama "crisi del parlamentar ismo", una situazione in cui l'Europa si trovò anche prima di entrambe le due Guerre Mondiali. In questa debolezza cronica delle istituzioni tradizionali si insinua l'avventurismo, in ogni sua forma. Sia la forma scapigliata dei personalismi roboanti al governo, sia la scapigliatura all'opposizione. Una funzionale all'altra. Perché, cui prodest? Semplice, una situazione di fibrillazione permanente aiuta il grande Capitale che nella debolezza cronica della politica sta imponendo un MOSTRO mai visto, costituito da aziende totalizzanti che si mangiano sta