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Visualizzazione dei post da 2015

Mi sono arreso

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Toh, Peter Sunde, questo interessantissimo "militante", fissa (meglio) gli stessi concetti che provo a dire QUI, da anni, la stessa identica intuizione. Ma essendo QUI, i concetti vengono percepiti come ipocriti. Internet è il sogno realizzato di un turbocapitalismo sfrenato, definitivo, opera contro la democrazia (che è delega), distorcendola come diretta, pretende di eliminare ogni mediazione, per non mediare più nulla, abbatte ogni razionalità, approccio scientifico, selezione delle fonti, professionalità, idea del lavoro; non produce nulla, privatizza tutto, nasconde proprietà e bilanci, distrugge l'iniziativa reale, utilizza prestazioni d'opera gratuite universali, cambia la mente, le opinioni, i valori di fondo, disloca e illude, perfino politicamente, ammantando il dominio. Fuori dai profitti titanici della manciata di aziende in regime di monopolismo totalitario, lo strumento perfetto per l'Isis, per i narcisi di ogni dove, e per nulla altro. Se non per ch

Al Count Basie

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"Tradire, in senso etimologico, significa consegnarsi al nemico. Nell'antica retorica guerresca, la più grave delle infamie. L'altro giorno mi è tornato in mano uno dei più bei racconti che abbia mai letto: "Due amici", di Maupassant. Parla di due uomini, Morissot e Sauvage che per anni s'incontrano la domenica, in un laghetto fuori Parigi, dove vanno a pescare. Un'amicizia superficiale, basata su frasi convenzionali: buongiorno, buonasera come va il tempo. Poi scoppia la gue rra, quella franco-prussiana, passano gli anni, la città finisce sotto assedio. Un giorno, ormai anziani, Morissot e Sauvage si incontrano in un bistrò in centro. Decidono di compiere una mezza follia, una mattana, in ricordo dei bei tempi che furono. Morissot si è iscritto alla guardia nazionale, riesce a farsi passare la parola d'ordine da un suo collega che presidia il confine e partono. Arrivano al laghetto in periferia, mentre le

Carnage.

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Colpiti al cuore, ancora. E quando succede, il pensiero di tutti, anche il mio, corre alla guerra indispensabile, nel nome dei figli, dei tuoi cari, dei luoghi dove sei stato e dove andrai. Sospendi ogni ragione, idea, opinione, pensi ad un massacro del nemico ormai necessario, allo sterminio definitivo, che non ne resti nemmeno uno. Ma di chi? E dove? Ti fermi un attimo. Ci pensi. Si veste al mattino, si imbottisce di armi ed esplosivo. Inizia a correre in una città , sa che morirà, colpisce i luoghi simbolo, lo stadio, il rock, la movida. C'è una missione, in questo. Quale? La guerra, appunto. La dichiara lui, forse s'è mosso di sua sponte, giusto con un invisibile gruppo a lui prossimo. Un gruppo tanto invisibile in quanto pulviscolare, sfuggente ad ogni controllo. Il resto, tutte pedine inanimate della sua missione. Ma tu dove la vai a fare, poi, la guerra? A chi? A uno stato? A tutti gli stati possibili? Casa per casa? A villaggi finiti sotto il controllo dei

Fetish

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Insieme all'inizio degli anni Novanta, questi sono gli anni più politicamente e socialmente brutti che abbia mai visto. Immorali e moralisti nel contempo, scientisti e antiscientifici, ricchissimi e poverissimi, tutti a fare, pigiare, ma privi di qualsiasi slancio. Però gli inizi degli anni Novanta avevano una certa musica, un cinema, il racconto, una speranza, buia ma presente, molto europea, tra il crollo del muro di Berlino e un nuovo millennio in arrivo. Quentin Tarantino che giocava con le pedine immaginarie del passato, Wim Wenders che posizionava la telecamera vicino a un angelo, e gli ultimi U2 significativi. C'era perfino un boom del fumetto, nei primi Novanta. C'erano i centri sociali, il cyberpunk, un nuovo rock da raduni, le posse, si sperimentava tanto, anche in rima. Si creavano le basi global del movimento no global. Sembrava sbocciare tutto, in una neo Pop Art, in cui le merci artistiche acquisivano tridimensionalità, rottamando quelle nei poster e le Traban

L'insorgenza umana

Che grande documento. Da vedere nelle scuole. La storia, lo slancio di una generazione di sconfitti che ci ha provato. Una grandissima storia, con un giornale importante nel cuore. Ai tempi si scelse di fare de l'Unità uno strumento di massa, popolare, davvero ispirato da Gramsci, del tutto diverso da l'Humanité, e soprattutto dalla Pravda. Il giornale di Fortebraccio, delle invenzioni, del meglio della cultura italiana. Fa specie vedere che oggi sia usata come Pravda del renzismo, senza coraggio, senza mare aperto. Dice Ingrao: "Ce lo dicono ogni minuto dalle televisioni che ci vuole chi comanda… Bisogna parlare di più di quelli che stanno in basso, a testa china, di quelli che sono deboli… A me piacerebbe rivalutare la debolezza, e anche un po' l'esitazione… Quando si vedono parlare in televisione tutti questi della politica, non lo dico con disprezzo, sembrano tutti molto sicuri… Sanno, e sanno mandare in paradiso e all'inferno… Secondo me esitare un po

L'ostinata incalcolabilità della vita

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Parlavo poco prima dei nuovi rapporti fra uomo e macchina. Ho letto nel più grande giornale borghese italiano, il Corriere della Sera, uno scritto di Gianfranco Dioguardi, dal titolo: «Quando lo schiavo è troppo bravo». Era uno scritto che ragionava sui nuovi ritmi di velocità, con cui oggi un calcolatore elettronico in una macchina computerizzata può reagire agli stimoli e determinare tempi di decisione e di lavoro, che l'addetto umano alla macchina computerizzata fatica a reggere. É l'antica favola della macchina che s'impadronisce dell'uomo che l'ha creata. La cosa interessante è la spiegazione che veniva data di questa discontinuità fra macchina computerizzata ed essere umano: essa veniva indicata nella diversa velocità di decisione tra la macchina e l'uomo. Velocità. Riflettete un attimo al senso vero di questa parola per ciò che riguarda l'uomo: scopriremo allora che una diversa velocità umana sì c'è, ed ha a che fare

Radici comuni

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Il nome galera deriva dalla galea , che deriva dal greco galeos , pesce spada. Le galee permisero a Genova di inventare il capitalismo moderno, per la velocità con cui trasportavano l'argento, usato come base valutaria nei prestiti elargiti alla Spagna, a tassi astronomici. Tutto grazie agli schiavi, ai remi, alle catene. Galera, capitalismo e schiavitù sono quasi sinonimi, separati solo da un pesce.

Where are you, Fromm?

Ci fosse una seria analisi psicopatologica del tempo in cui stiamo vivendo, la diagnosi sarebbe: "serial-killer massification". Non scherzo. La stessa impunità collettiva, scollegata da qualsiasi senso di colpa, che scattò in segmenti della storia del '900, nell'Olocausto, in Cambogia, in Ruanda, ora sta diventando una struttura portante di massa. Tu credi che sia una cosa lontana, e intanto scrivi "AMMAZZIAMOLO", in un post che parla di un politico, "AI FORNI", in un post ch e parla dei migranti. Così, semplicemente perché si può, ogni centrale educativa tace - ogni coscienza, ogni freno inibitore - e leggi tutti gli altri sintonizzati su quel livello della relazione umana. Ieri, a Rio de Janeiro, un commando paramilitare ha sterminato 19 pregiudicati in un raid notturno, come giustizia privata per la controversa morte di un poliziotto. Davanti alle videocamere. Oggi sono soffocati al largo di Lampedusa altri 40 migranti in una stiva

Tenaglia

Ti ho studiacchiato, per caso. Negli ultimi tempi sei stato fan strumentale di Tsipras, solo per sfasciare tutto, ora lo chiami traditore e stai col Varoufakis 2.0. Il resto sono tutti link casaleggiesi contro i politici e contro i migranti. Tutto un chiedere aria condizionata, caviale, champagne, 'ste scimmie nere. A spese nostre. E violentano le nostre ragazze. Stai col macho Putin, per come tratta i froci e le donne. Mi fai pena, perché per me vivi male, e ti stanno facend o vivere sempre peggio, illudendoti di avere opinioni, che ti intagliano su misura. Sei indeciso, tra Grillo e Salvini. Come te, milioni, in un paese perduto, coi neoliberisti furbacchioni al governo e i reazionari più biechi all'opposizione. E tu, che sei popolo, funzionale a entrambi. I primi ti agiteranno come spauracchio, chiudendosi in difesa da te; i secondi come vittima, imponendo le tue opinioni retrive (da loro indotte) come unica via. E intanto tu, nella vita, non puoi nulla, inchio

Specchi

Continuano ovunque a mostrare strade piene di spazzatura: carrelli, divani, mobili, latte di olio. L'intento giornalistico è sottindendere il volto del sindaco a sigillo del degrado di ogni città. Io invece ci vedo quello del cittadino che ha scaricato ognuna di quelle cose, e mi fa molto molto molto più ribrezzo. E credo che il vero ribelle è così che deve raffigurarsi la rivolta. Il primo volto imputato è il suo.

Saul music (da un'intervista di Sergio Zavoli a Saul Steinberg)

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"La condizione migliore per osservare è quella di essere cammuffato; è la ragione per cui abito in una casa così, che non ha nessuna storia. Sono una mano che disegna e basta." Queste sono le diverse vite. A è la nascita e B è la fine (indicando la prima a sinistra). La vita ideale sarebbe procedere col tiralinee, una linea perfetta tra A e B ; ma è evidente che ciò non può accadere. Prendiamo questa linea (indicando la seconda, in senso antiorario): può succedere, è verosimile, ma sarebbe la biografia di un infante che muore subito dopo la nascita, qualcosa che non è proprio una vita. Quest'altra (indicando la terza) è la vita, come posso dire, di una persona della religione, di una persona burocratica. Questo è un labirinto, la vita di una persona tormentata e confusa. (scegliete voi quale indica) Questa è di un avaro, di una persona misera. (scegliete voi quale indica) Ma quello che volevo spiegare - spiegare è una parola detestabile che io uso m

Sbrodolamenti

Peccato che non esistano più le riviste come "Playman" , un tempo grandi volani culturali, dove questa intervista avrebbe trovato la giusta collocazione. Non so come mai, ma la carta, ancora oggi nobilita i concetti. Qui, su questo sito orribile, tutto gridato, la ricchezza linguistica e culturale di questo gigante della cultura italiana evapora in un fru fru che diventa il fine anziché il mezzo, al contrario di come Poli intende la sua dialettica puntuta. Tutti si ostinano a negarlo, ma è un problema del mezzo: ogni contenuto su internet non è contenuto. Internet è incontinente, e sta creando una generazione di sbrodoloni.

La grande madre

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Le Storie n° 33  "La grande madre" Soggetto e sceneggiatura: Lorenzo Calza Disegni: Francesco Bonanno Copertina: Aldo Di Gennaro

Dazed - Eggs

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Agli inizi degli anni '90, una band di giovani rockettari piacentini sfornò questo album-gioiellino, catalogato come "Alternative & Indie". Chi lo ascolta ora lo definisce molto innovativo per l'epoca. "Eggs" è acquistabile in formato digitale su tantissime piattaforme come Itunes e Google Play. I link per ascoltarlo in streaming sono: DEEZER: QUI SPOTIFY: QUI QOBUZ: QUI I Dazed erano… Lorenzo Calza : voce, armonica Andrea Cravedi ​: chitarra, cori Andrea Bernazzani : chitarra, cori Alberto Callegari​ : basso, cori Andrea Fontanella : batteria

ARBOS

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Forse è mia madre quella che appare al minuto 7:55, dietro uno striscione. Forse no, non importa. La storia di questa fabbrica è l'inizio della storia della mia vita. Una vicenda incredibile, che dovete assaporare, vivere tutti, che ci parla come nessun'altra, in tempi orribili di legge 30 e poi Job's Act (fatico perfino a pronunciarlo). 1975/1976. L'ARBOS produceva mietitrebbia, il punto di congiunzione tra l'industria e l'agricoltura. Con il grano si fa il pane, e il prodotto era destinato soprattutto ai paesi in via di sviluppo. Ma la proprietà americana da un lato inizia a temere il comunismo italiano, in quegli anni dirompente, dall'altro fa conti sballati e ceffa l'analisi di mercato, con i soliti ottusi manager revisori dei conti tanto in voga oggi. Insomma, gli "yankee" decidono di chiudere. 440 dipendenti, tra cui mia madre, lasciati a casa dal giorno alla notte. No, in quegli anni, in un posto creativo e di frontiera tr

Gli strumenti del potere

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Visto su RAI STORIA. Altroché "House of cards". Nel 1975, noi sapevamo fare sceneggiati storico-politici di livello mondiale. GLI STRUMENTI DEL POTERE, di Marco Leto. Racconta degli intrighi interni al regime fascista, nome per nome, delibera per delibera, azione per azione, con dialoghi ficcanti e ritmo sincopato. La figura di Italo Balbo, il suo scontro con Farinacci e Tamburini a Firenze. Come gli estremisti tenevano lontani i liberali e come questi intendevano portare nuova linfa al fascismo a patto di sciogliere le squadracce. Intanto, l'opposizione clandestina cercava di riorganizzarsi, rinforzata dalla ferocia delle milizie nere. Il controllo delle confederazioni sindacali, le reprimende di Mussolini stesso per la loro conflittualità salariale contro gli industriali. Un modo esemplare per capire quegli anni, e specchiarsi.

Stelline

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Come diventi grande alla svelta. Negli spogliatoi della pallanuoto, per la prima volta ti ho visto ragazzino, mi hai dato una risposta emancipata, con un vocione. Allora stasera mi sono coricato al buio vicino a te, sotto le stelle fluorescenti che avevo attaccato al soffitto quando eri piccolo. Ho voluto parlarti di sesso, del rispetto che dobbiamo alle donne, via via che diventiamo grandi sempre più necessario. Mi hai detto una cosa sui gay che mi ha stupito. "È una cosa no rmale, è amore" . Abbiamo discusso sulla stupidità di usare quella parola come insulto, e di come la violenza e le parolacce e certe frasi siano il termometro esatto della sofferenza di una persona, di come capire l'altro fa parte della curiosità, che la differenza la fa la cultura, quel che si legge sui libri, nei fumetti, quel che arriva dai film… Poi ti sei addormentato, per fortuna, prima di parlare dell'Inter.

Social death

Bisognerebbe scrivere un libro sulla morte al tempo dei social. Qui, dove tutto si amplifica a dismisura, la morte dello sconosciuto ci diventa amica in due click, e ci fa suoi. Questo giocattolo violento è un suo progetto, in fondo, della morte stessa. La morte social, la morte della società. Più passa il tempo più capisco il pudore dei riti, la riservatezza della vita contadina. Io, la vita, qui, non la percepisco più. Troppa rabbia, perché sia vera. È morte.

La bacchetta magica

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Che magia, è il caso di dirlo. Collegarsi con una classe in Sardegna, via Skype, e imbastire una storia insieme. E saltano fuori le due tavole più intense del mondo, piene della solita stupefacente maturità del cervello dei bambini, della loro sensibilità. In due vignette-chiave, un loro dialogo m'ha fatto tremare, per la potenza. È sempre un salto mortale carpiato, senza rete, farsi gettare parole a caso e organizzare storie. Grazie anche alla recettività della maestra, li ho condotti con mano nella costruzione delle tavole, vignetta per vignetta, schizzate a distanza sulla lavagna LIM. Quei cerotti nella vignetta 6 della prima tavola fanno capire che la mamma è stata picchiata dal papà. C'è di mezzo la vestizione per il carnevale. Un traffico di maschere e bacchette magiche, lo sguardo lucido della bambina, l'infingimento degli adulti, che d issimulano. I due dialoghi più importanti arrivano da due piccoli studenti. Una femmina, Giada, che fa dire alla bimba:

La rosa spinosa

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"Peccato" (Beyond the forest, 1949) di King Vidor . Film oscuro, intrigante, noir nel vero senso della parola. Bette Davis come nella canzone di Kim Carnes, i suoi occhi all'ennesima potenza, tutti protesi verso l'abisso, che è l'abbaglio provinciale del denaro, della grande città, un'ossessione che spinge Rosa Molino a vette di perfidia inarrivabili, a snaturarsi come donna, come madre, come essere umano, la porta a uccidere. Non è lei il demonio, ma il richiamo irrefrenabile del benessere, che tutto sradica. Ho sempre percepito la dark lady anni quaranta come una grande figura di emancipazione femminile, giocata sul paradosso. La dama nera si ribella alle convenzioni, rende banale la morale borghese; la mantide svetta, domina, ammazza, ma poi non si sopravvive. Anche nella mitologia, Circe è maga eremita, trasforma gli uomini in animali consoni alla loro natura originaria, e alla fine libera Ulisse e il suo equipaggio. Restando sola, nel

I film gemelli

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"Questa terra è mia" , di Jean Renoir (1943). Visto dopo "Anche i boia muoiono" , di Fritz Lang, dello stesso anno, sullo stesso argomento: l'occupazione nazista. In Lang si trattava di Praga, qui di un villaggio della Francia. In entrambi i film, scritti da Dio ( nel secondo film incarnatosi in Bertold Brecht ), la figura del nazista abile, scaltro, colto, capace di insinuarsi nelle menti, di utilizzare il ricatto soprattutto psicologico per fiaccare ogni resistenza. Libertà, resi stenza e ribellione sono incarnate nella figura femminile, qui una Maureen O'Hara mozzafiato. Charles Laughton è il professore pusillanime, che alla fine si riscatta, con un epico discorso dal banco degli imputati, fino al finale in cui legge ai suoi studenti la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo , prima di essere portato via. Smuove tutto, a un livello tale che spenta la tivù ho comprato il DVD. Voglio che i miei figli lo vedano subito. Il ti

Majorette

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Commuoversi per un un video dove l'ignara majorette viene coinvolta in una richiesta di matrimonio a sua insaputa, complici le compagne di danza. La ragazza piange e accetta l'anello dell'amato, applaudita dall'intero palasport. Commuoversi e chiedersi il perché. Qual è la motivazione per cui il romanticismo ci rimesta qualcosa di profondo? Per magia, trovo la risposta in un libro di Giovanni Bollea, quando dice che l'adulto serve al bambino, tanto quanto il viceversa. Il bambino non è solo la gioia affettiva e la nostra proiezione dell'Io nel futuro, nell'Eterno, ma serve all'adulto da specchio. Ecco, il romanticismo, forse, è lo specchiarsi in un progetto di bambino.

G. vale la pena

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Ricordo che nello scantinato di una federazione recuperai dei fogli ciclostilati, pescati non so dove, erano "Lettere a Togliatti" scritte da povera gente. Mi emozionarono. Era pratica diffusa, fin dai tempi di guerra, scrivere direttamente al capo supremo, da parte del popolo più in sofferenza, il sottoproletariato in cerca di un contatto diretto, un aiuto. Erano vergate a mano, in italiano stentato, piene di refusi e di richieste basilari. Pane, medicine, un umile impiego, un sussidio. Spesso arrivavano dalla campagna profonda: vedove in povertà che chiedevano assistenza per la prole, reduci di ogni tipo, padri di famiglia disperati che non sapevano come mantenere la famiglia. "Caro compagno Togliatti" o "Compagno Palmiro", aprivano tutte così. Negli anni Cinquanta, il PCI era un punto di riferimento per gli ultimi e questo garantiva evoluzione e tenuta sociale. Oggi, la crisi ha aumentato la forbice sociale, per certi aspetti siamo in un dopoguerra, con

In nome di dio

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In giorni difficili, nel rapporto con la religione, arriva John Ford . Favoletta natalizia, buoni sentimenti, parabola evangelica, film da criticare quanto si vuole, però la potenza di questa storia ha prodotto una valanga di remake, espliciti o impliciti. Il neonato nelle mani dei rudi cowboy, capace di cambiarli nel profondo, vecchio tema affrontato da uno dei migliori racconti western (e non solo) di ogni tempo: "La fortuna di Roaring Camp" di Bret Harte . Qui, Ford impasta l'epica e la mistica alla natura, immersa in simbolismi primari che solo un ingenuo può trovare ingenui. Il film fu girato dal 3 maggio al 9 giugno 1948 nel deserto del Mojave. Per dare la misura di quanto fosse ispirato e sicuro di sè, Ford ha impiegato un mese, quindi i miracoli esistono. Grazie, Rai Movie , per aver dato luce a una giornata piovosa.

Fort Charlie Hebdo

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Quando l'attacco arriva al cuore del progresso, dell'illuminismo, della laicità, paradossalmente, i deliri dietrologici, destrorsi, fanatizzati e "religiosi" all'opposto - mentre sembrano risplendere di fulgida fiamma - iniziano a spegnersi. La Francia era ammorbata da un libro di Houellebecq , che espone la solita trita tesi, quella della ultima Fallaci. Che noi europei siamo pigri, spenti, vecchi, sfibrati, sfiniti. E che questi arrivano e ci colonizzeranno, perché sono giovani, tanti, "pieni" di fanatismo e tensione ideale. Una reazione sempliciotta che gioca sul verosimile e tradisce la solita visione guerriera della vita di chi si sente sconfitto perché vive in pace, e non sa dove depositare i suoi istinti. E non capiscono, costoro, che l'assalto nazi-islamista è scomposto ed impossibilitato ad alcunché, proprio perché arriva da una dimensione incompatibile. Gli istinti di un mondo senza integrazione, sregolato, saranno sempre rivend