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Visualizzazione dei post da 2017

Rotocalco

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Ogni giorno porta la sua croce, ed è un rotocalco. Oggi si celebrano i 50 dall'uscita di "Indovina chi viene a cena?". 48 anni fa, avveniva la Strage di Piazza Fontana, a Milano. Sono anche i 40 anni dall'uscita di "Wuthering Heights" di Kate Bush. Questo tipo di info, dai social, dai dispositivi, ti piomba addosso a valanga, a sciame, come i banner pubblicitari. Per più di vent'anni, invece, le trovavamo relegate alla sera, su Rai Uno, prima di cena, nello splendido "Almanac co del giorno dopo". Nella sigla scorreva un rullo con le illustrazioni medievali dei mesi, la musichetta ti entrava dentro, come una nenia famigliare. Il tempo, la storia, erano una fonte esterna a cui abbeverarsi, una specie di punteggiatura dell'esistente. Oggi siamo in ben altro rullo, orizzontale, totalizzante, che centrifuga tutto in una visione esondante del proprio Io e del proprio tempo, inteso quindi come il tempo di ciascuno di noi. L'oggi viene espanso

Tutti i luoghi, tutti i laghi.

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"Eden Lake", un tempo si sarebbe chiamato "slasher", oggi è uno dei tanti "torture movie" disturbanti. Studiare l'evoluzione dell'horror è immergersi nell'immaginario più profondo. 'Rosemary's Baby' e 'Alien' incentrati sulla maternità. La donna e la sua psiche, negli anni della liberazione sessuale, della famiglia in trasformazione, nei vari passaggi d'epoca. 'L'inquilino del terzo piano', sull'alienazione urbana. I temi "pedagogici", specchio di una struttura sociale di cu i sviscerare il conflitto, ingiusta, straziata dalla guerra, ma ancora in piedi: gli Zombi e la paura della diversità, il conflitto tra città e campagna nell'era dell'industrializzazione: 'Non aprite quella porta', 'Le colline hanno gli occhi', 'Un tranquillo week-end di paura'. 'Eden Lake' pesca un po' da questi ultimi - dal più recente 'Them' sul tema della coppia minacci

Barnaba

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"Barnaba, il facchino". Sto donando una parte di quel che faccio a una parte di quel che penso. I Sindacati di Base sono lontani dalla mia formazione, ma oggi mi rendo conto che certi comparti - come la logistica, i servizi ospedalieri, settori del mondo scolastico, nuovi lavori - per loro natura, sono difficilmente raggiungibili dal sindacalismo tradizionale. USB e simili sono il referente di un nuovo proletariato reale. Ieri sera ascoltavo Renzi, il referente di una certa borghesia urbana, giovanile. C'entra NULLA con la mia storia e con quel che penso, l'ho combattuto. Però sempre cogliendo in lui grumi di verità e un certo coraggio, dispersi poi nell'arroganza, in un blairismo innamorato delle virtù del mercato, in una costellazione di errori e in una retorica insopportabile. Stamane, poi, sentivo il segretario FIOM genovese parlare col megafono ai referenti suoi, i residui della classe operaia, comparto metalmeccanico. Li informava dell'esito dell'inc

Diaframma

Anche oggi a contatto con un ragazzo, la sua storia difficile, e la magia di una strana "terapia". La grammatica della narrazione come diaframma della "maieutica reciproca", per dirla con Danilo Dolci. Abbiamo dentro l'immaginazione, il racconto: è un codice della nostra identità che spesso non riesce ad emergere, come fosse chiuso in uno scrigno. Le parole, le immagini, il recitato. Una chiave possibile di liberazione. Domani, ne conoscerò un altro ancora, in un cammino carsico, profondo.

Sensazioni

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«De Maistre quando parla della Rivoluzione francese dice “abbiamo commesso un tragico errore: quello non era un evento, era un’epoca”. Io penso che la Rivoluzione digitale, che conquisterà lo spazio, dovunque andrà ci chiederà di garantire la convivenza civile tenendo insieme valori e dialogo: quella cosa lì la chiamo Politica”» L'ha detto Matteo Renzi al decennale del PD. A tanti la citazione è sfuggita, a me no. De Maistre è uno dei pilastri del pensiero reazionario, cattolico fanatico, massone, ideologo della restaurazione, nemico giurato della Rivoluzione Francese. Come fa un "leader" a commettere una tale ingenuità nella citazione? A meno che ingenuità non sia. Ma gli antagonisti, quelli dell'"oltre" non si compiacciano troppo. Provo la stessa sensazione di quando vedo i finti "ribelli" indossare la maschera di Guy Fawkes, un bombarolo reazionario, terrorista antiparlamentare, fanatico cattolico come De Maistre. Un tempo, almeno su questo terr

Tacos e tacalabala.

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Las Vegas, Nevada, Mandalay Bay, Route 91, Paddock, Mesquite, Bumpfire . Le sonorità di un romanzo di Jim Thompson, le parole crepitanti, che sanno di chili , mojo , beef jercky e tacos . Me le immagino pronunciate dalla voce cavernosa di James Coburn, in un film di Sam Peckinpah. Perché l'autopoiesi americana ha degli automatismi ormai inossidabili. Per questo adoro il vaniloquio sul calcio, in Italia. E più il commentatore è grasso, aulico e sa di osteria, più lo percepisco come salvezza. Le parole mostarda e bollito , il corpo della ragassa non spara. Si chiama il "rimedio Giuanòn" , in onore di Brera.

Postumi

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Non l'avevo più rivisto, come spesso capita con i film che vorrei custodire intonsi. In effetti, a distanza, mi sono accordo di cos'è "Blade Runner". Stile, ricerca estetica. Rispetto alla cavolate di oggi, già tanto. La sceneggiatura presenta alcune voragini, all'osso la narrazione è ben poca cosa, se gli levi il lavoro emotivo incredibile della colonna sonora, con il colpo di genio del sax. Si percepisce che la produzione è stata travagliata e farraginosa, il film saltabecc a, si nota la volontà shakespeariana di Rutger Hauer di imprimere le sue lacrime nella pioggia, gigioneggiando. Da parte di Ridley Scott c'era la convinzione, riuscita, di passare alla storia stilisticamente, raccogliendo suggestioni dagli anni quaranta e da certe parti ombrose di Star Wars. Tutto questo, rende Blade Runner paragonabile a "Casablanca", altro film imperfetto e travagliato, misteriosamente primo in tutte le classifiche di gradimento della storia del cinema. Impre

La stuprazione

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Leggo di persone leggiadre, colte e sofisticate che invocano la fucilazione per il reato di stupro. La fucilazione, sul posto. Forse, anni fa, agivano solo i freni inibitori. Cioè, certe cose erano dentro, ma l'opportunità sociale ti impediva di tirarle fuori. In questo senso, il web, è maieutico, si fa outing, così, con leggiadrìa. Siamo tutti quella cosa lì. Io, per esempio, sarei per la fucilazione di chi ha permesso di dire a tutti che siamo per la fucilazione, sdoganando il senso della fucilazione. Fucilerei i CEO delle aziende che ci hanno infilato in questa cloaca. Fucilerei chi non regola la cloaca, i politici e i media che ci fanno parlare d'altro, fucilerei chi fiancheggia la cloaca. Fucilerei anche gran parte di chi vi partecipa, individuando in questo meccanismo uno stupro mentale permanente. Non a caso il concetto di stupro è un crocevia. "Sei libertario, fai il complesso, il radical-chic, fatteli venire a casa tua, gli stupratori" . Se loro sono "ne

Vaccini, la verità che sfida il dogma

Da incorniciare . F a cciamocene una ragione: se abbiamo un figlio autistico l’autismo glielo abbiamo passato noi, come il colore degli occhi, qualche tratto del volto e tutto quello che regala argomenti ai vari parenti.     Non era certo necessario che  si muovesse la Suprema Corte  a ricordarcelo, ma ora che c’è una sentenza definitiva sarà chiaro che non c’è complotto, non c’è congiura delle multinazionali farmaceutiche, non c’è un giornalista asservito che deve compiacere i suoi padroni, nonostante abbia anche lui un figliolo autistico, dalla punta dei capelli alla punta dei piedi.   Lo spero, ma non escludo di dover leggere domani le solite lettere fac simile per ribadire le libertà di scelta, il diritto costituzionale, la medicina alternativa, la scienza. Quella buona però non quella cattiva che ti dice che nei tuoi geni c’è anche parte dell’autismo di tuo figlio.   Temo invece che la protesta del popolo no vax sarà ancora più rinfocolata dalla sentenza. Si dirà

R'Omero.

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Strano, da stamattina sentivo nell'aria questa cosa della paura come elemento politico, ci ho scritto un post. Se ne stava andando George Romero. Lui, Wes Craven, Tobe Hooper, John Carpenter, Joe Dante; la loro era la generazione del '68, della guerra in Vietnam, che sdoganò l'orrore nell'immaginario, sottraendo la guerra dal racconto mistico, agiografico, edulcorato e restituendola alla sua dim ensione più consona: l'inferno irrazionale. Ognuno a suo modo. Romero, per la sua quota parte, riconcepì la metafora dello zombie come quintessenza dell'alienato, l'essere nel limbo, nel crocevia tra vita e morte. Non più i fantasmi, i lontani tabù ancestrali, la paura moderna ti chiama in causa anima e corpo, assediate dai corpi senz'anima intorno. I ragazzi degli anni Ottanta raccolsero quell'eredità immaginifica, e la coltivarono, incapaci di innamorarsi di nuovi ideali, ripiegati su se stessi da un consumismo dilagante, edonista, desiderosi di guardars

Orme

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Vecchie passeggiate mi tornavano davanti agli occhi. Ma il quadro meraviglioso del presente assurse subito a sensazione dominante. I giorni del futuro impallidivano, il passato dileguava. Nell'incendio di quell'attimo arsi anch'io.   (Robert Walser,  La Passeggiata ) Robert Walser  morì così

Come è umano, lei!…

Vasco, Fantozzi, la proiezione del vissuto di tante generazioni italiane; sottile via di mezzo tra il qualunquismo e la poesia, la possibilità di specchiarsi come si può, si vuole, come si crede. Ognuno col suo pezzo di vetro. Vasco e Fantozzi, la leggerezza con dentro la morte, di continuo. Come se le vite di tanti di noi fossero al dunque. Lo senti nell'aria, nello sfilacciarsi delle cose importanti. O che almeno credevi lo fossero. Da qui la voglia di grande raduno: al concerto come bilancio, o al funerale virtuale come espiazione. Una specie di depressione carsica dilagante, dovuta al fatto che non c'è il vento giovane, non è strutturato. Non disturba, non arriva, non si sente un paradigma sostitutivo. I rapper, gli youtubers, i giovani cineasti, gli scrittori, i movimenti. Tutto un rumore plasticoso, che sa di business o ripiego, piccolo cabotaggio, schiuma di onda, non si sente controbilanciamento umano, nuova linfa, anticorpo. Narciso non racconta altro che di sé, ma sol

In Gloria

«Laureata con 110, ma costretta ad andare via.» Lo afferma la legale di famiglia della ragazza padovana morta nel rogo di Londra.  Il dolore del padre è comprensibile: «È colpa dello Stato che costringe i nostri figli a scappare all’estero per cercare un lavoro» Gloria era in una capitale mondiale, col fidanzato, stava vivendo una specie di sogno, che le apriva speranze, la testa, possibilità professionali, a due ore di volo da casa. Postava le foto dello skyline notturno del la metropoli, entusiasta. Così la racconta, chi la conosceva.  Costretta? Escludiamo, per rispetto, il dolore della famiglia. Ma la legale cosa vuole fare intendere? Che non trovare lavoro sottocasa ti strappa da mamma? Qualcos'altro l'ha strappata da mamma, dagli affetti, dal sogno, dalla vita stessa. Un palazzo lastricato di plastica, brutto, insicuro. Un palazzo dove vivevano i poveri, guarda caso. Il tema non è la distanza chilometrica, ma quella sociale. L'ingiustizia, come sempre, alligna nella

L'atrato

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Il narratore è colui che vorrebbe conoscere le storie di quelli delle stazioni di servizio, gli occhialoni contro il sole e la sabbia del deserto, che si vedono arrivare Jim strafatto alla pompa di benzina. Quelli che lo salutano in auto, nel loro viaggio non filmato, il tizio in bicicletta da corsa e calzini, i vecchietti sulla panchina, quelli accucciati sul latrato del cane investito. Il narratore è interessato al padre ammiraglio dello sciamano.

Macronite

Leggo analisi assurde. A me colpisce una cosa, l'astensione, che ha danneggiato anche la Le Pen. Neppure il populismo riesce più ad appassionare il popolo. Ma il popolo è quella cosa spalmata ovunque con gli smartphone in mano a navigare nel nulla, più che la sofferenza delle periferie antiestablishment, della classe operaia ormai destrorsa, raccontate dai furbacchioni dei media. Il popolo sta scivolando nel nulla indistinto, non per colpa dell'establishment, ma di sé stesso. Ormai privo di avanguardie, di racconto, di principi di solidarietà, di voglia di emancipazione. Anzi, non esiste colpa, non è una categoria utile a capire. Se continiuamo così verrà il giorno che rimpiangeremo la rabbia, che almeno è un'emozione. La web society sta ammantando tutto, sta immergendoci in una gigantesca bolla reazionaria, apatica e livorosa, post-democratica, tutta ritirata nel privato, senza più tenuta collettiva. Solo un collettivo disintegrarsi. Non è l'entropia borghese di cui pa

Donna vera

Grazie mamma Rai. Che documento prezioso , confezionato con una passione civile rara. Dovrebbe essere visto da tutti coloro che si impegnano, sempre, ovunque. Il coraggio di una donna comunista che sfidò il padrino di Caccamo. Una storia potente che ovviamente il cinema italiano non racconterà mai, impegnato nel sottovuoto del nulla.

Liquore

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In assoluto una delle meraviglie della vita, non si può rinunciare al caffè Borghetti allo stadio, è un must. Bello tornare a quella dimensione di proletariato urbano, anche se nazistoide, urla antiche al posto delle URL moderne. Una raccolta di figurine e figurone della periferia milanese, dai lineamenti storti come i palazzoni popolari dei quartieri operai. Eccolo, il mitico ciclostile. La fanzine si chiama "l'Urlo della Nord", appunto. Raccolta fondi per coreografie, racconti di impr obabili trasferte, sempre meno epiche, appelli alla difesa tribale, tra daspo, tessere del tifoso, burocrazie, proprietà cinesi, stadi vuoti. Nell'intervallo, vecchi fascistoni barcollanti dalle voci rauche, ti accarezzano i pupi con la tenerezza dovuta alla gioventù hitleriana, soprattutto il pupo finnico. Poi guardano il papà e restano un attimo straniti. Mi è sempre successo, in curva, ma so come fissarli. Nella barba bianca, nella scapigliatura da zecca, trovano comunque tracce

Il ricatto dell'immediato

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Boh, l'immagine… Secondo voi filmare l'appello finale di uno che vuole morire serve davvero a sostenerne la causa? Affezionarsi alla vita dei suoi occhi aiuta a staccare la spina del suo dolore? Vedere il marito che lancia la moglie dalle scale previene i femminicidi? Sicuri? Il bambino africano che guarda in lacrime il tuo pranzo dalla televisione fa cogliere il dramma della fame, la struttura della po vertà? O l'immagine - esondando - destruttura, e priva poi di senso comple ssivo le questioni? D'immagine si muore, oggi. Ci sono i video che catturano l'ultimo momento, "filming is own death". Muoiono i ragazzini per i "Daredevil Selfie" sui binari. So che qui suona ipocrita, ma tanta rivoluzione futura, forse, passerà dal ritorno di un pudore, denso e significativo, che sappia spiegare la struttura del tempo, il suo senso lungo, senza il ricatto dell'immediato. La civiltà delle immagini crollerà, assediata dalle nuove parole. Vanno cercate b

Bears

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Michael Stipe e David Letterman. Ora che mi avvio ad emularli, vorrei capire il perché del fenomeno. La lunga barba bianca è una ricerca di senso? Nel loro caso, due direzioni diverse dell'effetto simbolico del testosterone. C'è un filo di continuità tra le barbe ultracurate dei giovani hipster e queste, incolte ed eremitiche? O sono in aperta contrapposizione? Tempo fa ero a cena con un tizio che l'aveva uguale. "Tutti mi dicevano di tagliarla, quindi l'ho fatta crescere!", la sua spiegazione. Di sicuro, sotto si muove una impressionante crisi di identità maschile che tende a ribadire un qualcosa. Forse il patriarcato in crisi, di cui resta il fantasma iconografico. Vorrei capire, appunto.

Dissing in the rain

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È tutto così, tutto. Bisogna studiare e combattere il nuovo atroce capitalismo totemico, pervasivo, travestito da effimero. Alle elementari, i bambini si appartano con i cellulari, entrano in questo loop, che ha i videogames come matrice, e i vlog come modello, e meta (economica). La litigata (dissing) come codice di relazione, simile alla partita del game. Si entra in una realtà distopica, di conflitto permanente, virtuale e non solo, che scardina il processo di crescita emo tiva. Dietro, le aziende, le loro strategie di marketing, che sono diventate anche meccanismo politico. Il click baiting, la fandome, il "diventare famoso" al centro di questa mistica. Il mondo adulto non sa, non conosce niente di questo, vocaboli, codici. Neanche la sociologia, se ne occupano i SERT, ormai. Gli adulti ne percepiscono solo una eco al contrario, che porta tutti a litigare sul niente. Perché un supporto aziendale ti ha instillato il meccanismo, a tua insaputa. Anche a te. Bisogna studiare.

Un'altra età

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Che bella intervista, QUI. Franco Loi  QUELLA mattina ci fu la strage. Sul piazzale Loreto giacevano una quindicina di partigiani. Per la prima volta Franco Loi, quasi un adolescente, percepì gli effetti brutali della morte. Il cartello umiliante, appeso al collo di uno di loro, con su scritto "Banditi", spalancava una tragedia inaudita. Il colpo di coda di una guerra feroce. Non c'era poesia. Non c'erano Salgari e Verne che, con le loro avventure, lo avevano fatto sognare. Solo la brutale efferatezza di un episodio. E una data: il dieci agosto 1944. Cosa ricorda di quel giorno? "C'era un sole bellissimo. Ero uscito di casa per andare a scuola di ripetizioni. Mi avevano rimandato in tutte le materie. Il fascismo era anche questo. Giunsi sul luogo, inaspettatamente, e vidi quei corpi ammonticchiati. Un'immagine tremenda. Scoprii che c'era anche il padre di un mio amico. Ero frastornato. Tutto lì intorno mi pareva finto. Finti i fascisti

Specchio riflesso

Pagella. Discorso sulla responsabilità. Lacrimuccia, abbraccio, i suoi compiti. "A proposito, papà. I miei amici mi hanno detto che sono su Google… Non è che mi va molto…" "Ti ho sempre fatto vedere tutto. Devo togliere qualcosa?" "No, non so…" Ribaltamento del discorso sulla responsabilità. Lacrimuccia, compito nostro.

Lotta al terrorismo razionale

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Questa vicenda contiene tutte le altre, insieme. Si prospetta un futuro gestito da borghesi abbienti , che hanno tempo e risorse per smantellare tutto ciò che è pubblico, sociale, sulla base del principio che ogni cosa esterna ci avvelena, corrompe, minaccia. Chiudersi nella famiglia, nella casa, col cibo preparato dalle proprie mani, come le medicine, la cura, la profilassi, l'igiene. L'apprendimento non deve essere fondato sulla relazione, e così il nutrirsi. C'è sotto qualc osa di eugenetico, la costruzione di una mitologia di sé, l'Uomo Nuovo plasmato dalle tecnologie e dalla direzione politica e culturale delle cose. Il ripiego definitivo, il più reazionario della storia umana, che finora aveva camminato in direzione opposta. L'Uomo Nuovo è un gigantesco narciso, animalista, naturista, ortorettico, indignato cronico, maniaco ossessivo e razzista. Non lavorerà, non avrà ospedali, né welfare; il sistema gli offrirà giusto un reddito garantito per mantenersi la

Frittata e fatti

Leggete Pagina 99, questo articolo . Cosa può fare una opaca società di web marketing quando si mette in politica. Trump ha investito sulla "Cambridge Analytica" , di cui faceva parte Steve Bannon , ora Chief Strategist del Presidente. Bannon, di lavoro, inventava bufale e notizie spazzatura. Ora ha in mano le sorti del mondo. La "Cambridge Analytica" - detta non a caso "Fort Alamo" - ha lavorato sulle analisi dei like di Facebook, indirizzando milioni di info personalizzate - p er lo più false - a fasce di elettori dubbiosi. In positivo, incendiando l'elettorato proprio, e in negativo, depotenziando l'elettorato altrui. Se a un razzista guerrafondaio, indeciso sul voto, arriva un video privato, in cui il candidato avversario dice di voler regalare armi ai neri e toglierle ai bianchi; e questo pochi giorni prima dell' election day , figurarsi che impatto. Stessa cosa se a un avversario indeciso arriva un messaggio in cui si tratteggia il propr

Keith Lierre, nome da appuntarsi.

Keith

Una fotografa per caso

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La storia incredibile di Vivian Maier . La fotografa tata, scoperta postuma, street photographer ante-litteram, e suo malgrado. Alla fine, per l'indigenza, non sviluppala più nemmeno i rullini… GALLERY

Grande intervista

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Dal Corsera, QUI Enrico Vanzina: «Mio padre Steno?  Un intellettuale che non se la tirava  (e avrebbe amato i cinepanettoni)» Una mostra celebra il regista e qui il figlio racconta lui e i grandi con cui lavorò: Sordi quando finse un braccio rotto, Totò che viveva da principe, Longanesi col quale scappò dai tedeschi, Fellini che lo faceva volare, Vianello che faceva di tutto per non sapere i risultati delle partite. E poi, Brigitte Bardot, Sophia Loren. E certi clan del cinema che, diversamente da oggi, non si odiavano fra di loro... di Candida Morvillo Diceva Mario Monicelli che tutto quello che sapeva del cinema l’aveva imparato da Steno. Insieme, erano stati co-registi di otto film, a partire da  Totò cerca casa , anno 1949. Steno, all’anagrafe Stefano Vanzina, nasceva esattamente cento anni fa, il 19 gennaio 1917. Ha sceneggiato 150 film e ne ha diretti 75, quasi sempre comici. Portano la sua firma Alberto Sordi che in  Un americano a Roma  fa: «Maccarone m’hai prov