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Visualizzazione dei post da giugno, 2017

In Gloria

«Laureata con 110, ma costretta ad andare via.» Lo afferma la legale di famiglia della ragazza padovana morta nel rogo di Londra.  Il dolore del padre è comprensibile: «È colpa dello Stato che costringe i nostri figli a scappare all’estero per cercare un lavoro» Gloria era in una capitale mondiale, col fidanzato, stava vivendo una specie di sogno, che le apriva speranze, la testa, possibilità professionali, a due ore di volo da casa. Postava le foto dello skyline notturno del la metropoli, entusiasta. Così la racconta, chi la conosceva.  Costretta? Escludiamo, per rispetto, il dolore della famiglia. Ma la legale cosa vuole fare intendere? Che non trovare lavoro sottocasa ti strappa da mamma? Qualcos'altro l'ha strappata da mamma, dagli affetti, dal sogno, dalla vita stessa. Un palazzo lastricato di plastica, brutto, insicuro. Un palazzo dove vivevano i poveri, guarda caso. Il tema non è la distanza chilometrica, ma quella sociale. L'ingiustizia, come sempre, alligna nella

L'atrato

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Il narratore è colui che vorrebbe conoscere le storie di quelli delle stazioni di servizio, gli occhialoni contro il sole e la sabbia del deserto, che si vedono arrivare Jim strafatto alla pompa di benzina. Quelli che lo salutano in auto, nel loro viaggio non filmato, il tizio in bicicletta da corsa e calzini, i vecchietti sulla panchina, quelli accucciati sul latrato del cane investito. Il narratore è interessato al padre ammiraglio dello sciamano.