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Visualizzazione dei post da febbraio, 2018

Parkland

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Andate a teatro, andate al cinema, andate alle manifestazioni culturali, politiche, a qualsiasi convegno. Osservate il colore dei capelli, calcolate l'età media. Poi fate le vostre considerazioni. Sembra essersi spezzata ogni cinghia di trasmissione tra le vecchie e le nuove generazioni, una frattura carsica sempre più lacerante. Ma in natura non è così, non può essere vero. Quindi, la questione riguarda il capitale, quel che stiamo costruendo, quel che stiamo perdendo. Prova te a cercare qualcosa di classico nella musica che ascoltano, nei cartoni animati, nei games, nei dispositivi che maneggiano quotidianamente, nei loro stessi disegni. Guardate come viene loro presentata la natura nei documentari del mainstream a pagamento. Una minaccia continua. Così come il diverso, e il futuro stesso. Lo facciamo per eliminarne l'essenza, il loro spirito critico, ogni ribellione vera. Per vendergli i prodotti, nella drammatizzazione dell'intera realtà. Così il prodotto diventa panace

Si spengono le luci

https://www.wired.it/lifestyle/salute/2018/02/16/svezia-bambini-rifugiati-sindrome-da-rassegnazione/ E l'altro giorno si leggeva dell'aumento degli "hikikomori", gli adolescenti che si ritirano nella loro stanza, con la sola tecnologia, isolandosi dalla vita sociale. Stiamo modellando il peggior mondo della storia umana, al netto delle statistiche su mortalità e alimentazione. E non mi si parli di pessimismo, è proprio l'amore per l'umano, la tristezza di ogni spegnimento, che spinge a capire, lottare, reagire.

Faine

Nei commenti, la vita umana vale sempre meno. È in atto un processo di 'spersonalizzazione' già visto nella storia. Il termine "displaced persons" , indica i migranti, lo stesso che si usava per le masse di ebrei prima dei pogrom, «privati di ogni diritto fino a diventare un niente, nei lager. Questo processo di 'anonimizzazione' dell’altro è un’ombra che si proietta anche sul nostro presente» avverte la filosofa Laura Boella . Provate a leggere come si commentano le manifesta zioni di questi giorni, i reciproci sciami. Cosa si scrive delle 'zecche' comuniste che vanno schiacciate, estirpate, eliminate dalla faccia della terra. E, badate bene, compagni, stesso rischio dall'altra parte. Le parole sono sempre un'avanguardia dei fatti. Io il fascismo lo voglio spazzare via con la forza delle idee e della cultura, separando l'ideologia dalla persona. Il lavoro non può che essere quello. La persona la affronto a tutto tondo, amando la sua esiste

Attrezzi

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Questi fingono di scherzarci, ma l'ossessione per la forma fisica esiste e dilaga: si chiama vigoressia. Si è acuita di pari passi col narcisismo dei new media. La Ferragni e le sue foto premaman, per esempio, sono esplicative. Fatte apposta per poter dire "ohhh, ma non ti si vede neanche il pancione!". Dentro, ci sarebbe un bambino, e avrebbe già bisogno dei suoi spazi. Poi nasce, e non è un attrezzo per mantenerti in forma. Sul piano psicologico, 'sti bimbi vedono questo, l'impossibilità di penetrare la barriera egotica del genitore, quindi di crescere emotivamente. Il video a me non fa ridere. Sulla strage di Parkland, la prossima puntata…

Ogni inquadratura, un'idea di destra.

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Bello manicheo, ma che goduria, e che Genova di grigio acciaio, percorsa in lungo e in largo. Il manifesto fa un baffo al sotto citato Blade Runner 2049 e cavolate grafiche recenti. Il film tutto - per me - fa un baffo a tanti i finti noir odierni e all'intera produzione di Quentin Tarantino, che è stata uno svolgimento di secondo grado su questo tema. Un Enzo G. Castellari in stato di grazia: montaggio, luci, cambi di scena in piano sequenza. Un inseguimento di otto minuti, in onore del faro ispiratore: "Il braccio violento della legge" di William Friedkin. Si sente l'influenza di Peckinpah e dei kung-fu movie, in un gioco di contaminazioni reciproche, più che citazionistico. Come in "Keoma", le scene melodrammatiche di Castellari si concentrano sul primo piano di Franco Nero, in una mistica cristologica che rasenta il ridicolo, senza trovarlo mai. Siccome la materia è quella evocata dal titolo - la società che si ribella alle pastoie burocratiche, seguend

Pay on mars

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Elon Musk, quello di PayPal, corona il suo sogno. Sul razzo per Marte è montata un'auto Tesla, un manichino la guiderà nel buio siderale; colonna sonora di David Bowie. Urla e strepiti in sala, come fosse un flash-mob planetario. Le immagini in split screen, l'impresa da ogni angolazione. Quando, al minuto 38, i boosters tornano alla base, si resta a bocca aperta. Tutto perfetto, sembra un videogame. Com'è piccola la Terra, vista da duecento chilometri lassù. Una sfera govern ata da una manciata di miliardari, con la fregatura della rete, del capitalismo delle piattaforme, hanno accumulato introiti superiori agli stati, in barba alle leggi, a ogni forma di controllo. I soldi fatti sul nulla possono tutto. Giusto che decollino loro, coi razzi. Sono partiti alla conquista di Marte, su cui, giustamente, intendono sbarcare da veri tamarri. "Un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l'umanità", disse Armstrong. "Forza, cablate tutto" ordi