Quest'urlo che tace
Prima di morire Tiziano Terzani ha voluto il figlio Folco vicino a sè.
Ormai aveva già acquisito la sua 'strategia' di uscita dalla giostra. Ma sentiva il bisogno di questa lunga chiacchierata. Non con la moglie, non con gli altri figli. Con lui. Alla fine è durata quattro mesi. Folco l'ha registrata, sbobinata e trasformata in un libro che sabato comprerò. Spero che siano accluse le foto che hanno mandato in onda ieri sera all'Infedele. Padre e figlio seduti su un prato, a parlare, al cospetto di un meraviglioso panorama. Spero che sia trascritta anche l'ultima lettera che Terzani ha scritto a Folco.
Abbiamo tante cose da dirci, sappiamo così poco l'uno dell'altro. Voglio parlarti.
Questa atroce gabbia del pudore maschile, un silenzio più spaventoso di quello della morte.
Abbiamo tante cose da dirci, sappiamo così poco l'uno dell'altro. Voglio parlarti.
Questa atroce gabbia del pudore maschile, un silenzio più spaventoso di quello della morte.
Perchè lo senti.
illustrazione di JC Leyendecker - foto di Grazia Ippolito
Hai il dvd dell'intervista, quello uscito l'anno scorso? è bello...
RispondiEliminaParto per Lima, torno presto,il 29 sono già di nuovo al lavoro e vedrò le novità del blog, bacioni
erika
Eggià, il pudore maschile è una delle peggiori invenzioni dell'uomo... Eppure è fin troppo poco.
RispondiEliminaBuon viaggio, 'rikotta!
RispondiEliminaCosa intendi dire, Todomodo?
che splendida esperienza quella di Terzani
RispondiEliminala lettera che ha inviato al figlio prima di arrivare al confine terra-cielo e intraprendere l'inizio del viaggio verso l'eterno è già un eredità intensa per il figlio Folco e un grande esempio di "paternità"...
il bisogno di "rigenerare" il figlio non nella carne ma nella Spirito di Vita
una simbiosi straordinaria.
comprerò anch'io il libro anche per rileggere la lettera che immagino sia riportata in premessa
un saluto
Sil
forse non è una gabbia, forse è un silenzio eloquente, forse a volte bastano poche parole per capirsi....
RispondiElimina"E se ci sedessimo ogni giorno per un'ora e tu mi chiedessi le cose che hai sempre voluto chiedermi e io parlassi a ruota libera di tutto quello che mi sta a cuore, dalla storia della mia famiglia a quella del grande viaggio della vita"...
RispondiEliminaNo, Yzma, arriva il momento in cui non bastano poche parole.
C'è questa rigidità maschile...che è anche una sensibilità intrappolata negli schemi etici e sociali dominanti. Certo, parlare, fare delle esperienze condivise, soprattutto avere degli obiettivi condivisi, delle curiosità nei confronti della vita credo sia fondamentale...Per quello che mi riguarda con mio padre mi sono sempre confrontato: ho parlato parecchio e mi ci sono anche scontrato....L'argomento è molto interessante e complesso. Credo che il nocciolo sia: coniugare il senso e le ragioni dell'esistenza con il suo rinnovarsi...
RispondiEliminaadoro terzani... è stato un grande uomo, un esempio...
RispondiEliminaProprio esempio, non so.
RispondiEliminaAd eccezione delle prese di posizione sulla pace, finora la figura del Terzani privato mi aveva sempre respinto. Le suggestioni orientaliste e new-age autoctone non mi affascinano, mi sanno di egoismo. Okay, IO devo entrare in empatia con la natura intorno, creando il MIO karma.
Però se tra quindici anni saremo nove miliardi, con interi continenti che chiederanno più opportunità, risorse e diritti, forse non ci sarà spazio per il karma di tutti.
C'è molta prima persona singolare e pronomi possessivi in chi ambisce a perdersi nel fiume energetico della natura.
Da quel che sto leggendo, in fondo Terzani era una persona solitaria e disillusa, che ha cercato il senso in un lungo viaggio. E la sua spinta primaria stava nell'uscire dalla piccola, soffocante, frazione di povertà in cui era nato.
Sì, è vero, tutti siamo soli alla fine. Ma forse il senso sta nel non sentirsi tali. Com'era il suo anelito, in fondo. Altrimenti non avrebbe voluto questo libro. Non avrebbe voluto NOI.
Sermau. Terzani usa una bella immagine, quella della trincea. Quando un padre se ne va, ti ritrovi all'improvviso in prima linea. Fino ad allora stavi in seconda linea, davanti c'era lui.
RispondiEliminaAllora perchè non descrivere al figlio il campo di battaglia? Non basta mettergli in mano il fucile, devi anche insegnargli come si fa a non sparare.
Sono a pagina 90 e condivido con te alcuni vuoti di questa prima parte.
RispondiEliminaAnche a me è piaciuta questa immagine, seppur incompleta della tricea
Mi è piaciuto il passaggio sull'Olivetti. Un grande azienda azienda italiana, i cui titolari avevano a cuore qualcosa in più del semplice profitto aziendale. Assume ancor maggior significato dopo l'incredibile performance di Vicenza del Presidente Imprenditore.
ho dimenticato la firma al post precedente
RispondiEliminaHai dimenticato la firma anche al successivo! ;)
RispondiEliminaNon riesco a "loghinizzarmi"....
RispondiEliminaBado
Terzani è un uomo del nostro tempo che con ironia e curiosità ha saputo accostarsi ad infiniti mondi, farli propri pur restando sé stesso ed al contempo modificandosi.
RispondiEliminaun grande esempio. una grande perdita. allo stesso tempo una grande capacità di parlarci ancora e di far sì che tanta gente ora impari ad accostarsi a discipline e pensieri che possono sembrare lontani dai nostri, mentre invece, se abbiamo la voglia e anche l'umiltà di imparare posso svelare un'infinità di prospettive nuove.
concordo con te... arriva il momento in cui non bastano poche parole. ed in quel momento sono riuscita a recuperare il rapporto con mio padre...
buona primavera!
c'è anche un libro fotografico su Terzani. non so adesso se sia lo stesso che citi tu. dei ritratti.
RispondiEliminaciao. andrea.
Truth. Però, oltre alla voglie e all'umiltà di imparare, ci vuole anche tempo e possibilità. E' questo che un po' mi respinge del "terzanismo" (inteso come la setta dei terzanidi): è poco accessibile a chi lavora in fonderia o in miniera o a chi abita un contesto dal quale non può uscire.
RispondiEliminaInsomma, grande Terzani, grande sensibilità, ottima penna. Ma guru no, per favore. Una morte dignitosa per tutti dipende dalle leggi e dal servizio pubblico, più che dalle antiche discipline. Questo, almeno penso io. Soprattutto dopo il servizio di Riccardo Iacona di domenica sera, sulla sanità nel sud del paese...
Ma forse sono inacidito dal fatto che la primavera ancora non si vede.
;)
Lorenzo. concordo. soprattutto sul fatto del guru no. purtroppo si fa in fretta a mettere le persone su un piedistallo e farle diventare qualcosa che in realtà non so se vorrebbero essere... ritengo che ogni Uomo abbia un qualcosa da dire all'altro. sta a noi volerlo sentire e anche trovare il tempo di farlo. a me capita che se "colpita", "appassionata" faccio di tutto per avere del tempo per scoprire, per saperne di più... no? =)
RispondiEliminaa milano comicia ad affacciarsi un timido sole... dai che forse questa primavera arriva davvero! =)
Io credo che tra un post e l'altro si è perso di vista l'anima vera del libro che Lorenzo aveva indicato all'inizio. Ovvero quella del rapporto padre-figlio e "dell'atroce gabbia del pudore maschile".
RispondiEliminaPoi tutto quello che ci sta nel libro, va visto amio parere come il racconto di una vita che ha attraversato buona parte dell'ultimo secolo e che ci ha raccontato dal suo obiettivo fatti importanti.
Lascerei perdere tutto il resto che peraltro è esclusivamente soggettivo.
Tu non ci crederai, Bado, ma ho comprato 'L'antidoto' di Crespi, l'ex spin doctor berlusconiano. E' illuminante: un trattato di comunicazione politica iteressantissimo. Uno degli elementi analizzati è come la campagna del 2001 fosse basata sull'esaltazione degli aspetti 'materni' della premier-ship. Ti/vi invito a leggerlo.
RispondiEliminaOggi, 'la grande madre' sembra trasformarsi in un pater familias infuriato, che batte i pugni sul tavolo e richiama all'ordine gli sbandati.
Incredibile come un 'Edipo' diffuso e irrisolto si possa proiettare su un paese intero. E non sono stupidaggini, no.
Guarda, incredibilmente proprio oggi mi trovavo per lavoro in una libreria e mentre attendevo il titolare mi sono soffermato su questo libro.
RispondiEliminaL'ho forse frettolosamente scartato, in quanto l'ho considerata la solita vendetta dell'ex collaboratore incazzato. Anche se di motivi per esserlo ne ha, visto che si è ciucciato 8 giorni di galera senza che nessuno dei suoi alzasse un dito.
Comunque dopo la tua "recensione", passerò a riprenderlo.