Spada
Cercare un demone in sé stessi morti, unica vita. Il linguaggio usato come grimaldello, come nessun altro, forse. Il nemico relativo di un tempo che però lui stesso ha creato in assoluto, come pochi altri. Negli occhi, a ben guardare, il guizzo di Emilio Fede, di Carlo Freccero, l'incedere per converso di Sgarbi, la pintura di capelli berlusconiana, la pallina rimbalzante di Enrico Ghezzi. Nomi elencabili come un rosario di geni, ognuno a suo modo, l'intelligenza profonda del Leviatano, di quella che è stata la de-culturazione degli ultimi vent'anni. Un mostro pubblico sovrano così abberrante e lieve da rendere angelico il greve privato della plebe; un mostro tanto potente da potersi ricamare una sua grazia, tanto da svelare gli angeli come veri demoni. Ecco il senso culturale altissimo di "siamo tutti puttane", paradosso al servizio di un sovrano, superficialmente, ma in fondo Ferrara cantava la fine della rappresentazione, ossia del racconto mo...