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Visualizzazione dei post da ottobre, 2007

L'Africa è diventata un taccuino

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Tutti ci scrivono su qualcosa. È la rivoluzione alfanumerica di lettere che appaiono su qualsiasi superficie. di Alberto Salza*, da D di Repubblica Sul muro di una chiesa leggo: Maximum Miracle Centre . Gli africani hanno imparato "a scrivere con l'altra mano" per cui le lettere si trovano spesso in movimento. Su un furgone ho intravisto la scritta Sacco Van , sussulto anarchico. Su una barchetta del lago Turkana c'è il nome Nelle Mani di Dio (vento ai trenta nodi e trentamila coccodrilli tutt'attorno). Alloggiare è forse più facile, se gli hotel si proclamano a grandi lettere Senza Alcool o Per Esperimento ("Ci stiamo provando", mi ha spiegato il maître). Immani carestie e continue catastrofi hanno fatto scrivere a un falegname, sulla bottega, Bare e Mobilia : la sequenza di morte e resurrezione che è la storia d'Africa. Italo Calvino diceva: "L'uomo è solo un'occasione che il mondo ha per organizzare alcune informazioni su se stess

Ieri's Blues

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Auguri, papà.

Arimanni

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Molto interessante l'intervista a Chomsky sul blog di Grillo. In sostanza si propone una democrazia diretta dove il popolo si riunisce in assemblea, discute e decide i propri rappresentanti. In un commento, uno scrive: "Si vede che Chomsky non ha mai partecipato a un'assemblea di condominio." Mi ha ricordato una cosina dei tempi delle medie: "La Sippe , corrisponde alla tradizionale assemblea del popolo in armi presso le popolazioni germaniche. Il re veniva eletto dalla Sippe e regnava poi in accordo con essa, come con dei pari dignità, ed anzi poteva essere esautorato e deposto. Per entrare nella Sippe bisognava essere "liberi proprietari terrieri in armi". Questo per i Longobardi significava essere Arimanni. Del resto nella società longobarda era sufficiente una lancia ed un piccolo pezzo di terra dove coltivare pochi ortaggi e far pascolare qualche maiale. Per i Franchi il fare parte dei Pari si oligarchizza: l'arma per eccellenza diventa la ca

Per te

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L'altro giorno ho visto una candid camera che rifaceva una vecchia gag di Nanni Loy. Un operaio fuori dai cancelli della fabbrica, col cartello "SONO STANCO DI LAVORARE. AIUTATEMI!". Nella candid degli anni settanta, colpiva il fatto che gli operai entrassero in fabbrica tutti insieme. Intorno a Loy travestito si formò subito un capannello curioso. Qualcuno lo interrogava, qualcuno scuoteva la testa. Quasi tutti volevano capire le ragioni. C'era con-divisione, anche nello sberleffo. Molti si misero a discutere tra loro. A un certo punto il marciapiede brulicava di lavoratori, e tutti discutevano, analizzando l'avvenimento come se tanti fili invisibili fossero in grado di unirli. Nella candid realizzata oggi si vedono operaie e operai entrare in fabbrica da soli, in auto, o a piedi. Tutti incazzati, irascibili. Il tizio col cartello viene aggredito, o ignorato, o liquidato con una battuta. Alla fine, si avvicina ai cancelli per chiedere un euro alle guardie giurate

14 Ottobre 2007