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Visualizzazione dei post da 2020

La miniera

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Donato Bilancia è stato un serial killer unico al mondo. Tecnicamente si definisce "a schema misto". Ha ucciso per tutti i motivi possibili, dalla pulsione sessuale, alla vendetta, alla casualità. Sono contento di vivere in un paese che non ha la pena di morte, il che ci ha permesso di studiare gli sviluppi della sua personalità, semplice e complessa allo stesso tempo. C'è un pezzo di una certa Genova, in Bilancia, un pezzo d'Italia, un pezzo di ognuno di noi. Spero che uscirà il materiale di chi l'ha seguito psicologicamente, servirà a tutti. Gli Usa, mandando sulla sedia elettrica uno come Ted Bundy , si sono persi l'occasione di capire se stessi, come fanno troppo spesso i puritani. Bundy e Bilancia erano accomunati da un rapporto morboso e frustrato con la madre. Altra miniera emotiva tutta da scavare. Questo post non è un omaggio a un assassino, prevengo i soliti commenti moralistici sul "rispetto per le vittime". Il miglior rispetto per le vit

Scarico ostruito

Io, gramsciano, la lettera virale dell'insegna(n)te contro Signorini, la D'Urso, la De Filippi come simboli di decadimento morale e culturale del Paese, non la pubblico. Mi annoia. Non è con i "je accuse" che si risale una china, ma con un duro lavoro di ritessitura. Anche a partire dalla scuola, certo. Però, detesto anche chi dice che bisogna ripartire dalla scuola. Non significa nulla, 'sto scarico sull'altrove è il nulla. Io, per esempio, ho sempre detto che bisogna partire dal racconto, e dai generi. Questo sì, che è stato piallato dal combinato disposto tra accademismo radical chic e il popolaresco cialtrone in salsa Mediaset. Le case editrici italiane sono dei sepolcri, cumuli di narrazioni morte, di conseguenza il cinema e la televisione. Non a caso, tutti settori che sono stati sotto lo stesso padrone, e lo stesso linguaggio. Per via che si rivaluta "il Silvio". Col cavolo… Comunque, per paradosso, i mostri elencati rappresentano un residuo v

Il lavacro

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  Bello, bellissimo. Un film "riformista", ma bello radicale. Ci dice che il capitalismo fallisce quando si allontana dal prodotto per trasformarsi in finanza, scatole cinesi, controllate da un fumoso management che si autogarantisce e perpetua, licenziando indiscriminatamente per contenere i costi di scelte sempre sbagliate. L'unica strada possibile per il singolo, o per un gruppo di esclusi (se c'è l'ammmore) è ritornare alle origini, passando prima per il lavacro "etico" del lavoro manuale. Se nel frattempo hai inaridito anche la tua vita, isolandoti, sei perduto. Questa è il racconto della crisi post 2008. Dieci anni dopo, in una crisi ancora più profonda, l'argomento non è affrontabile così. Il capitalismo delle piattaforme è evaporato ancora di più, il management ancora più divaricato dalla realtà e lontano dal prodotto. L'assunto del film sta nella rimarcare l'assurdità di un manager che guadagna 700 volte un operaio di cantiere. In un

Colpi bassi, genuflessi.

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Bias

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Principali bias cognitivi che ci inducono a pensare male e trovare soluzioni primitive ai problemi: WYSIATI (“What You See Is All There Is“): tendenza del cervello a trattare le informazioni che possiede come le uniche e indispensabili per produrre una risposta, ignorando le “prove silenziose” e sconosciute; Ancoraggio: tendenza del cervello ad ancorarsi a fattori noti per interpretare quelli ignoti; Bias di conferma: tendenza del cervello ad utilizzare un approccio conferma tivo nel verificare un fenomeno, cercando e mettendo a sistema solo le prove e le argomentazioni che confermano il suo pregiudizio acquisito in base agli altri bias cognitivi; Semplificazione: tendenza a semplificare le questioni per rendere il problema più facilmente risolvibile e interpretabile; Effetto Band Wagon: tendenza ad uniformare le nostre convinzioni a quelle del nostro gruppo di appartenenza; Apofenia: tendenza a individuare rapporti e correlazioni tra circostanze che non hanno alcuna attinenza t

Le lezioni del virus

Se nel 1984 Michel Foucault fosse sopravvissuto all’aids e fosse rimasto in vita fino all’invenzione della triterapia, forse oggi avrebbe 93 anni: avrebbe accettato di rinchiudersi nel suo appartamento di rue de Vaugirard? Il primo filosofo della storia a morire di complicazioni generate dal virus dell’immunodeficienza acquisita ci ha lasciato alcune delle nozioni più efficaci per riflettere sulla gestione politica dell’epidemia. Nozioni che, in mezzo al panico e alla disinformazione, si rivelano utili come una buona mascherina cognitiva. La cosa più importante che abbiamo imparato da Foucault è che il corpo vivente (e dunque mortale) è l’oggetto al centro di ogni politica. Non esiste politica che non sia una politica dei corpi. Ma per Foucault, il corpo non è un organismo biologico già dato sul quale il potere agisce in un secondo momento. Il compito dell’azione politica consiste proprio nel fabbricare un corpo, nel metterlo al lavoro, nel definirne le modalità di produzione e di ripr

Iron ciapét

Immagino la serata dell'amico lontano che non ha potuto salutare sua madre per l'ultima volta. Di là, i cuccioloni ridono chiusi nella loro stanza. Il vip straf atto è anche quello che si è speso di più. Ci sono i deejay che pompano da stanzette al neon. Tutti i propositi erano fuffa. Non ho letto un rigo, fatico a scrivere. Per ora è tutto compresso, troppa l'attesa di mezza parola positiva, da qualche parte. Si parlava tanto della perdita di futuro, era un vezzo. Poi, quando arriva per davvero, raspi la terra per cercarlo, il futuro, come fosse l'oasi di un deserto improvviso. Abbiamo scoperto il potere lisergico delle "Iron Ciapèt" della Hunziker. Due tiri di pallavolo rubati in un angolo di cortile chiuso, nel timore che il pallone cada, perché nessuno senta. Le finestre intorno, i terrazzi arati da lunghe telefonate. Rimpiangere le corti, con il ciacolare tra le ringhiere. Ogni sentimento in clandestinità, tranne quelli fra le mura. Le campane lente, le

Plank

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Flusso, scusate. Ogni giorno uno stato d'animo diverso, anzi, ogni sei ore, ormai. Tra poco muterà a fasi orarie, alla fine al minuto. Rabbia, ironia, preoccupazione, risate, ansia, dolore, il flash-mob, le dirette dalle case, quelle dei narcisi influencer, il canto dei palazzi, le news ossessive, un abbraccio, la paura nel riceverlo, le brutte notizie da amici e parenti, quelle belle, i video divertenti, il pretesto del cane a pisciare, che ridere, la passeggiata, il pensiero apprensivo per i clochard, trovare sexy le donne in mascherina. Gli scampoli di dialogo con gli umani là fuori, i pochi incrociati durante la spesa, condensare in poche battute ciò di cui si ha bisogno emotivamente. Battute fulminanti, tra il guardingo e l'empatico. Ogni cosa minimale, ogni cosa all'eccesso. Stranamente, di notte si dorme, come se ci si spegnesse. Poi, al mattino, per un attimo ci si chiede se tutto questo è vero, cosa diavolo ci è capitato. Poi si svegliano i ragazzi, per un attim

Virus

Ne usciremo diversi, ne sono convinto. Anche dal punto di vista economico, ci sarà un'esplosione di voglia di vivere, ridere, viaggiare e fare cose. Questo capitalismo al collasso, che da tempo ci ha trasformati in zombie, sembra messo in scena dalle strade deserte con la gente chiusa in casa, gli scaffali vuoti e i ragazzi impauriti per il futuro; ancora in questi giorni specula, il vampiro moribondo, giocando cinicamente con borsa e spread, insieme a chi soffia da tempo sul la paura e ora vede gli effetti del chiudere tutto, temere il prossimo, con la gente in casa. Tutta 'sta merda ansiogena e crudele, nel film della realtà, ha le ore contate. La argineremo, come il virus, agendo insieme, ovunque. Per poi uscire, spazzare via tutto. Ci voleva una grande paura collettiva per farci capire. Faremo un'economia sociale, di pura energia e voglia di futuro, interconnessi come si deve. Non 'sto schifo. Te li dò io, i ricchi, gli ospedali privati, la menzogna, i privilegi e l

Il fulminatope

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«E che dire di Lorenzo Calza, fantasioso ed estroverso piazzista che vendeva il “fulminatopi” finché un giorno divenne uomo di fiducia della marchesa Dalla Rosa Zambelli, donna di squisiti sentimenti umani di cui fu appunto lo zelante faccendiere. La marchesa era tra l’altro proprietaria (poi lo diede in gestione) del cinema "Roma", inaugurato nel 1912, ubicato in Piazza Cavalli, al primo e secondo piano successivamente occupato dal "Banco di Roma". Era un cinematografo freque ntato dalla buona borghesia cittadina, con le più recenti pellicole. A quei tempi, a far pubblicità ai film, non c’erano né manifesti, né provini, ma imbonitori che invitavano il pubblico ad entrare. Nella memoria popolare permase a lungo appunto il Calza, personaggio spigliato e disinvolto, dotato di eccellente loquela che gli derivava dalla sua precedente attività, che conquistò con la sua simpatia e savoir- faire la marchesa che lo volle appunto come “tuttofare” per il cinema e quindi p

Cuccioli

Intenerito da una cucciolata di animaletti, con i loro occhioni, mi sono ricordato di un periodo della mia infanzia in cui detestavo quel tipo di sensazioni, le cose fragili e indifese le avrei stritolate. Avevo un po' di sadismo, dentro, e mi facevo paura. Ma riuscii a contenermi, magari immaginavo di torturare lucertole, ma poi - a differenza di tanti amichetti - non l'ho mai fatto. Scattava un freno. Mi sono sparato anche il cinema più estremo, anche musica sanguinante, pagine splatterpunk. Eppure, col tempo, nella psiche è avvenuto un ribaltamento totale, che mi ha dimostrato cose. Dal peggio, il meglio. Il mio angelo viene dai peggiori bar di Caracas. Non esiste morale, in astratto, esiste l'esperienza, anche quella emotiva. La coscienza si stratifica. Ora, se vedo una cimice chiamo mia moglie, e se schiaccio una formica mi sento in colpa. Perfino la zanzara non mi lascia indifferente. È questo che non capisce, chi vorrebbe censurare tutto il brutto. Per