Plank

Flusso, scusate.
Ogni giorno uno stato d'animo diverso, anzi, ogni sei ore, ormai. Tra poco muterà a fasi orarie, alla fine al minuto. Rabbia, ironia, preoccupazione, risate, ansia, dolore, il flash-mob, le dirette dalle case, quelle dei narcisi influencer, il canto dei palazzi, le news ossessive, un abbraccio, la paura nel riceverlo, le brutte notizie da amici e parenti, quelle belle, i video divertenti, il pretesto del cane a pisciare, che ridere, la passeggiata, il pensiero apprensivo per i clochard, trovare sexy le donne in mascherina. Gli scampoli di dialogo con gli umani là fuori, i pochi incrociati durante la spesa, condensare in poche battute ciò di cui si ha bisogno emotivamente. Battute fulminanti, tra il guardingo e l'empatico. Ogni cosa minimale, ogni cosa all'eccesso. Stranamente, di notte si dorme, come se ci si spegnesse. Poi, al mattino, per un attimo ci si chiede se tutto questo è vero, cosa diavolo ci è capitato. Poi si svegliano i ragazzi, per un attimo ci si sente dei falliti, per averli costretti in una situazione del genere. Salterà l'anno scolastico, lo sconquasso più grande. E poi il lavoro, cavolo, oggi abbiamo chiuso l'ultima serranda dell'esistenza di ieri… È così, inutile che qualcuno faccia "gne gne" quando lo si dice: è - in sedicesima - la psicologia che si sviluppa in tempo di guerra, quella che ho sempre letto negli occhi dei padri in fuga coi bimbi in braccio. Dico padri, perché le madri ce n'hanno una più complessa, prossimale ai figli stessi. Il padre crolla prima, in modo diverso. No, daài, ti proietti un film. Vergognati del paragone, pensa ai siriani, ti ricorda il sagace. Sì, ma io per la pace ho sempre lottato, cazzo. Altri sagaci ci spiegavano che la guerra è igiene, la politica sotto altre forme. Eccolo qui, il risultato. Le armi hanno drenato un oceano di risorse che oggi potrebbero salvarci in poche settimane. Questo, il vero sottotesto dello spostamento di truppe americane di cui parlano i deliranti complottisti. I costi. Non fanno la guerra tra loro, gli attuali dominus, tranquilli. Tutti amiconi in convergenza di interessi. Dimmi quanto costano quei soldati, vediamo quanti respiratori di terapia intensiva si potevano comprare, quanta ricerca preziosa si poteva finanziare. Questo, il punto. Retorica di bassa lega, ti rispondono e rispondevano i sagaci. Ora siamo tutti nella stessa vicenda, nello stesso incubo. Noi, i soldati, i dominus (sempre più infettati), i ricchi, i poveri, i calciatori, i giovani, gli anziani, uomini e donne, i sagaci.
Balle, per mio conto, non ne vorrò sentire MAI più. Su certe questioni di fondo, non tutte, avevamo ragione noi, torto quegli altri, ce l'ha detto la natura, quella che azzera sempre le discussioni umane e le riporta al dunque. Io, avrò voglia di bere, ballare, scherzare, ma ne uscirò radicalizzato fortemente. O forse, ci resetteremo di brutto brutto, tutto finirà nel dimenticatoio.
È dura, insomma. Prima spedivo meme divertenti, adesso è l'ora, il minuto, in cui ho poca voglia di ridere. Perché è lunga, si capisce, davvero enormemente lunga. Troppe incognite. Comunque, domani vado a sfogliare i vecchi Frigidaire, gli Zut… I più anzianotti hanno sentito l'eco della guerra vera, ma li vedi che una cosa del genere, inconcepibile… Un bel incrocio di sguardi tosto, quello dei tuoi figli, quello dei tuoi genitori… Quando esci in stile "commando del cibo e delle commissioni-base" hai paura di portare a casa una cosa che colpirebbe soprattutto loro, vivendo quasi insieme… Quanta responsabilità, troppa in una volta sola.
'Sto delirio potrà essere "tollerato" un paio di settimane, massimo un mese. Dopodiché, signori miei, qualcuno dovrà spiegarci seriamente cosa sarà delle nostre vite. Sarà necessaria una risposta mondiale, temo.
Stasera leggo che Trump, per non essere travolto all'istante, è costretto a investire con urgenza 50 milioni di dollari nella sanità. Sostanzialmente la prova che la sanità, lì, non c'era; l'ammissione di quello che abbiamo sempre detto. Giusto, sagaci? Zerocalcare sta parlando del suo piano militare di programmazione dei serial da vedere. Ha fatto un cartoon davvero divertente.
Ultimo punto, però. Quelli delle trasmissioni sono tutti al lavoro, senza limitazioni, con stipendio garantito. Domande del cavolo, non è del tutto così, ma occhio che tra poco la forma sarà sostanza e certe domande serpeggeranno tra chi sta a casa, autonomo o dipendente, che vede stringersi l'imbuto del futuro. Cambiato tutto, tranne i palinsesti? Una settimana si supporta, si sopporta, due, massimo un mese. E poi? Come mai i calciatori e i potenti fanno i tamponi? Si chiede qualcuno. Quando presentano i primi sintomi, come tutti gli altri comuni mortali, giusto? Calcio, politica, televisione e la grande proprietà industriale non si staranno auto-salvaguardando come mondi a parte, vero? Si sente parlare di tamponate di massa ai miliardari e relativi staff, qualche ex-leader di piazze plaudenti in fuga a Nizza… Notizie in fuga come lui, pensieracci populisti, non certo i miei, ma la cattività li induce. Occhio. A un certo punto, quindi, tra una schitarrata e l'altra, tra una ricetta, gli esercizi di plank, e un selfie con la mascherina, esercitiamo lo spirito critico, e prepariamoci politicamente, al massimo grado, con i tutorial che ci serviranno per davvero. Chepalle, sì, ma è l'ora così. Mentre pigio, Zoro mi diverte, ha riesumato il doppio, il dialogo col se stesso diverso. Il taglio ci sta, è quello giusto. Poi mette "Depressione Caspica", dei CCCP-Fedeli Alla Linea, un colpo al cuore. "Quelli delle trasmissioni" servono ancora, 'azzarola. Il rum della Martinica sta finendo, 'azzarola, domani speriamo sia aperta l'enoteca…
"Sì, dovrebbe, vende anche pasta!", sento gridare dalla sala.

Flusso, scusate.

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