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Visualizzazione dei post da novembre, 2008

jacopONE, jacoTWO!!

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auguri, cucciolotto, che stamattina hai fatto partire il video da solo!

Annunciazio' annunciazio'

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"Non mi dire!" "Infatti, non gliel'ho detto, prof." "Quello che hai scritto su Facebook. Devo interpretarlo come… Come…" "Per usare termini che le piacciono, si espande l'area semantica della mia famiglia!" "Eviterò battute di natura "semantica", figliolo. Sono sempre molto emozionato quando nascono figli" e puntualizzò "agli altri." "Io non so bene cosa pensare, professore. La gioia che ho dentro è profonda, immensa. Ma siamo spaventati, è un casino. La crisi economica, la casa, come ci organizzeremo…" "Permetti al capitalismo di condizionare la tua felicità?" "Volontariamente no. Ma è difficile fare i conti quando…" "Quando non c'è il marchese!" È dalle otto di stamattina che rido, satanasso d'un Kerpov. (sembra passata una vita, erano solo poco più di due anni fa, amore panciuto mio)

La panchina

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"Qualcosa non va, prof" e stavolta scrivo al passato "sento una vibrazione negativa nella forza… Sono stanco, non sono un robot, cazzo…" "Non stai dormendo, giusto?" "Esatto, ma non è quello che mi pesa." "Spara." "Mi sento violato. C'è come un'ombra, che si affaccia. Qualcuno che mentre tu scruti tutti gli altri scruta te, in silenzio, anonimo. E te lo fa sapere, ermeticamente." "Il prezzo della mutualità, figliolo. Se fossi un divo di Hollywood si chiamerebbe stalking." "E non essendolo?" "Si chiama stalking lo stesso. Ma te la prendi per così poco?" "Uscendo dall'asilo, stamattina, c'era una donna che piangeva, consolata da quella che poteva essere sua figlia e da un uomo coi baffi." "E dov'era?" "Su una panchina, nel cortile. Piangeva disperata. Forse le era morta una persona cara, il marito… Mi ha lasciato un senso di… Un senso di…" "Stal

Pecunia non olet

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"Ciao, prof!" "Ehilà" risponde Kerpov dagli Stati Uniti, stranamente gioioso. "È immerso nelle analisi post-voto, immagino". "No" fa lui "sono immerso nella cacca!" "Prego?" "Ho comprato un libro dal titolo bellissimo: THE BIG NECESSITY, di Rose George. Parla della 'grande necessità' di tutti noi." "Cioè, roba filosofica, escatologica?" "Scatologica" "Che vuol dire?" "Pare che le fognature dell'umanità non tengano più. Il sistema di smaltimento dei rifiuti organici sta collassando. Ed è una minaccia superiore ad Al Qaeda, al nucleare e all'effetto serra. "Addirittura?" Kerpov insiste: "Un grammo di feci può contenere dieci milioni di virus, un milione di batteri, mille uova di parassiti e cento larve di vermi. L’ingestione accidentale di questo cocktail provoca l’80 per cento di tutte le malattie del pianeta." "Merd… Cioè, cavolo!" mi vi

Si esce dal coma

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"Allora, prof, com'è?" Kerpov, stamane al telefono, mi sembrava di cattivo umore. Infatti, risponde mogio: "Ci sono le file ai seggi." "Buon segno!" faccio io. "Ho letto di un paesino dove Obama ha già fatto l' en plein . Ce la facciamo! Ce la facciamo! Lei ha già votato?" Lui stava zitto, e lo sentivo respirare. "Prof, ha già votato?" "Pensavo di non farlo." "Come? E tutto quello che ci siamo detti, la svolta, il segno dei tempi, un'occasione irripetibile, l'emblema, il nuovo millenio…" "Sono vecchio, figliolo. Io queste cose non le vedrò, non nel senso compiuto che vagheggiamo nei nostri discorsi." "Quindi non vota per… Egoismo… Lei? Proprio lei?…" "No, lo faccio per altruismo." "L'antropologo, il semiologo, che abbandona gli uomini e non semina!" "Raccoglierete voi, i frutti…" "Io questa rinuncia non la capisco." "Senti, figliolo.