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Visualizzazione dei post da gennaio, 2020

Il fulminatope

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«E che dire di Lorenzo Calza, fantasioso ed estroverso piazzista che vendeva il “fulminatopi” finché un giorno divenne uomo di fiducia della marchesa Dalla Rosa Zambelli, donna di squisiti sentimenti umani di cui fu appunto lo zelante faccendiere. La marchesa era tra l’altro proprietaria (poi lo diede in gestione) del cinema "Roma", inaugurato nel 1912, ubicato in Piazza Cavalli, al primo e secondo piano successivamente occupato dal "Banco di Roma". Era un cinematografo freque ntato dalla buona borghesia cittadina, con le più recenti pellicole. A quei tempi, a far pubblicità ai film, non c’erano né manifesti, né provini, ma imbonitori che invitavano il pubblico ad entrare. Nella memoria popolare permase a lungo appunto il Calza, personaggio spigliato e disinvolto, dotato di eccellente loquela che gli derivava dalla sua precedente attività, che conquistò con la sua simpatia e savoir- faire la marchesa che lo volle appunto come “tuttofare” per il cinema e quindi p

Cuccioli

Intenerito da una cucciolata di animaletti, con i loro occhioni, mi sono ricordato di un periodo della mia infanzia in cui detestavo quel tipo di sensazioni, le cose fragili e indifese le avrei stritolate. Avevo un po' di sadismo, dentro, e mi facevo paura. Ma riuscii a contenermi, magari immaginavo di torturare lucertole, ma poi - a differenza di tanti amichetti - non l'ho mai fatto. Scattava un freno. Mi sono sparato anche il cinema più estremo, anche musica sanguinante, pagine splatterpunk. Eppure, col tempo, nella psiche è avvenuto un ribaltamento totale, che mi ha dimostrato cose. Dal peggio, il meglio. Il mio angelo viene dai peggiori bar di Caracas. Non esiste morale, in astratto, esiste l'esperienza, anche quella emotiva. La coscienza si stratifica. Ora, se vedo una cimice chiamo mia moglie, e se schiaccio una formica mi sento in colpa. Perfino la zanzara non mi lascia indifferente. È questo che non capisce, chi vorrebbe censurare tutto il brutto. Per