Post

Visualizzazione dei post da gennaio, 2015

G. vale la pena

Immagine
Ricordo che nello scantinato di una federazione recuperai dei fogli ciclostilati, pescati non so dove, erano "Lettere a Togliatti" scritte da povera gente. Mi emozionarono. Era pratica diffusa, fin dai tempi di guerra, scrivere direttamente al capo supremo, da parte del popolo più in sofferenza, il sottoproletariato in cerca di un contatto diretto, un aiuto. Erano vergate a mano, in italiano stentato, piene di refusi e di richieste basilari. Pane, medicine, un umile impiego, un sussidio. Spesso arrivavano dalla campagna profonda: vedove in povertà che chiedevano assistenza per la prole, reduci di ogni tipo, padri di famiglia disperati che non sapevano come mantenere la famiglia. "Caro compagno Togliatti" o "Compagno Palmiro", aprivano tutte così. Negli anni Cinquanta, il PCI era un punto di riferimento per gli ultimi e questo garantiva evoluzione e tenuta sociale. Oggi, la crisi ha aumentato la forbice sociale, per certi aspetti siamo in un dopoguerra, con

In nome di dio

Immagine
In giorni difficili, nel rapporto con la religione, arriva John Ford . Favoletta natalizia, buoni sentimenti, parabola evangelica, film da criticare quanto si vuole, però la potenza di questa storia ha prodotto una valanga di remake, espliciti o impliciti. Il neonato nelle mani dei rudi cowboy, capace di cambiarli nel profondo, vecchio tema affrontato da uno dei migliori racconti western (e non solo) di ogni tempo: "La fortuna di Roaring Camp" di Bret Harte . Qui, Ford impasta l'epica e la mistica alla natura, immersa in simbolismi primari che solo un ingenuo può trovare ingenui. Il film fu girato dal 3 maggio al 9 giugno 1948 nel deserto del Mojave. Per dare la misura di quanto fosse ispirato e sicuro di sè, Ford ha impiegato un mese, quindi i miracoli esistono. Grazie, Rai Movie , per aver dato luce a una giornata piovosa.

Fort Charlie Hebdo

Immagine
Quando l'attacco arriva al cuore del progresso, dell'illuminismo, della laicità, paradossalmente, i deliri dietrologici, destrorsi, fanatizzati e "religiosi" all'opposto - mentre sembrano risplendere di fulgida fiamma - iniziano a spegnersi. La Francia era ammorbata da un libro di Houellebecq , che espone la solita trita tesi, quella della ultima Fallaci. Che noi europei siamo pigri, spenti, vecchi, sfibrati, sfiniti. E che questi arrivano e ci colonizzeranno, perché sono giovani, tanti, "pieni" di fanatismo e tensione ideale. Una reazione sempliciotta che gioca sul verosimile e tradisce la solita visione guerriera della vita di chi si sente sconfitto perché vive in pace, e non sa dove depositare i suoi istinti. E non capiscono, costoro, che l'assalto nazi-islamista è scomposto ed impossibilitato ad alcunché, proprio perché arriva da una dimensione incompatibile. Gli istinti di un mondo senza integrazione, sregolato, saranno sempre rivend