Spada
Cercare
un demone in sé stessi morti, unica vita. Il linguaggio usato come
grimaldello, come nessun altro, forse. Il nemico relativo di un tempo
che però lui stesso ha creato in assoluto, come pochi altri. Negli
occhi, a ben guardare, il guizzo di Emilio Fede, di Carlo Freccero,
l'incedere per converso di Sgarbi, la pintura di capelli berlusconiana,
la pallina rimbalzante di Enrico Ghezzi. Nomi elencabili come un rosario
di geni, ognuno a suo modo, l'intelligenza profonda del
Leviatano, di quella che è stata la de-culturazione degli ultimi
vent'anni. Un mostro pubblico sovrano così abberrante e lieve da rendere
angelico il greve privato della plebe; un mostro tanto potente da
potersi ricamare una sua grazia, tanto da svelare gli angeli come veri
demoni. Ecco il senso culturale altissimo di "siamo tutti puttane",
paradosso al servizio di un sovrano, superficialmente, ma in fondo
Ferrara cantava la fine della rappresentazione, ossia del racconto
morale. Ossia del Veltronismo come faccia pop di ogni struttura
edificante e vana, del catto-comunismo, direbbe. Lo stesso senso che
porta l'elefantino ad attaccare Francesco, il Veltroni dei papi. Sarebbe stato un
ventennio meraviglioso, per Carmelo Bene, di pura gioia visiva. E forse,
nel cuore del Deleuzismo, della destrutturazione in salsa arcore
sarebbe rimbalzato sui classici, così per bastian-contrarietà. Sarebbe
tornato al cinema, a John Ford, Clint Eastwood rivalutando la loro
funzione di cerniera tra plebe vaccara e nobiltà armigera, passato,
futuro e tempo. Il non tempo sarebbe tornato a nutrirsi di tempo, il
non-senso di senso. Per sopravvivere. Forse nel "nihil" al potere,
avrebbe ricercato un nuovo qualcosa, Carmelo Bene, da bravo dio di sé.
Ma anche no, anzi, certamente no. C'è una pienezza totale, in questo
video, nientemeno. La stessa di Mishima con la spada in mano, o di
Moahmad Atta mente recita le sure con l'ombra delle torri sul viso. Ho
sempre tremato di stupore, per tale vertigine, da povero catto-comunista
assetato di significati.
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