Nino, gli altri
Volevo parlare del film che ho visto domenica. Ha vinto l’oscar. È ambientato in quattro location: appartamento + solaio, teatro, sede polizia politica, un parco cittadino. Soprattutto, appartamento e solaio. La scelta dei luoghi. Il luogo DDR. Dove lo spazio è tempo compresso. Dove non c’è aria. Tutto scorre sottotraccia, e crea suspance. La suspance del sopravvivere. Anzi del sottovivere. “Le vite degli altri” è davvero scritto bene, con una regia precisa, un robusto impianto drammaturgico e una manciata di attori come non se ne vedevano da anni. Soprattutto la spia, che squarcia lo schermo senza battere ciglio. Poi c’è un surplus, per chi è stato/è/sarà simpatizzante di idee anche solo prossime a quelle che hanno portato a quel delirio. Ci si interroga davvero su tante cose, il film ti svuota, ti chiama in causa. Poi, però, mi interrogo anche su un altro aspetto. Quanto sarà costato? I...