G. vale la pena

Ricordo che nello scantinato di una federazione recuperai dei fogli ciclostilati, pescati non so dove, erano "Lettere a Togliatti" scritte da povera gente. Mi emozionarono. Era pratica diffusa, fin dai tempi di guerra, scrivere direttamente al capo supremo, da parte del popolo più in sofferenza, il sottoproletariato in cerca di un contatto diretto, un aiuto. Erano vergate a mano, in italiano stentato, piene di refusi e di richieste basilari. Pane, medicine, un umile impiego, un sussidio. Spesso arrivavano dalla campagna profonda: vedove in povertà che chiedevano assistenza per la prole, reduci di ogni tipo, padri di famiglia disperati che non sapevano come mantenere la famiglia. "Caro compagno Togliatti" o "Compagno Palmiro", aprivano tutte così. Negli anni Cinquanta, il PCI era un punto di riferimento per gli ultimi e questo garantiva evoluzione e tenuta sociale. Oggi, la crisi ha aumentato la forbice sociale, per certi aspetti siamo in un dopoguerra, con...