Lisistrata e la guerra dei capezzoli (al telefono con Kerpov)

“Prof, quanto tempo!”
In effetti non lo sentivo da un po'. Come se la realtà avesse superato le proiezioni Kerpoviane. Il professore, ormai era datato.
“Come butta?” mi chiese.
“Il secondo cucciolo sembra Winston Churchill!”
“Fuma sigari?”
“No, ma è obeso di latte. Ho appena letto un rapporto di Medici Senza Frontiere su come i tg italiani non trattano le crisi internazionali. Tra le varie cifre, in mezzo al miliardo di poveri certificato dalla Fao, ci sono 178 milioni di bambini alla fame. 178… Milioni… di bimbi…” cadenzai. “Guardando il mio, non so se sentirmi protetto o disgustato dal sistema in cui vivo”.
“Usa la pornologica, figliolo” eccolo, il prof in azione.
“La pornochè?…”
“Ti spiega tutto. Ce l’avrai un computer e un biberon sotto mano, no?”
“Sì, frequento entrambi, ultimamente”
“E i siti porno, come ai bei tempi delle mie lezioncine.”
“Non sono un cultore come lei, ma…”
“Clicca su You Porn o sui mille siti XXX, noterai una pioggia di clip da pochi minuti.”
“Suddivise in categorie…”
“Con prevalenza di categorie orali” elencò con piglio da esperto “Deep Troath, Coke, Caught, Puke, Forced Deep, Blowjob, Bukkake…”
“Essì. Ma che c’entra il biberon?” anche se un angolo del cervello già mi rispondeva.
“Quando hai in braccio tuo figlio, la suzione dal biberon. Rifletti.”
“Fase orale? Mhm… Molto maschile…”
“In una società infantile la pornografia è TUTTA orale” Kerpov scartava sempre da un lato “e tutta brutale.”
“Ah, interessantissimo. Cioè, dice stadio evolutivo non sviluppato? Società incastrata allo stadio infantile?
“Pasoliniana, senza Pasolini. Cioè pannoliniana, senza pannolini. Suzione, capelli afferrati da dietro. Perchè l'uomo vuole tornare a quel gesto primigenio. Ma dalla parte materna. Oggettivizza la donna, la brutalizza, perchè la sente eterna e vincente e invincibile…”
“La potenza riproduttrice. Belìn, prof, siamo ad alti livelli…”
“Bassissimi” tuonò lui. Tanto che piovve.
Sentivo che trafficava con qualcosa. Un rumore di stagnola.
“L’uomo occidentale ha paura” poi grattò un accendino. “Allora si attacca un capezzolo al cazzo. Si fa donna, e punisce sua madre. Schiaffeggia, soffoca…”
Restai senza parole.
“Prof, ma secondo lei dovrei pensare a tutte queste cose mentre allatto il bambino?”
“C’è sempre tempo, per non pensare. Guarda che non esiste altro modo per ribaltare il capitalismo che individuarne il primo scambio. Il cuore della Morte Nera.”
“Capisco…”
“In Kenya, lo sciopero del sesso ha funzionato. Dopo 1500 morti, trecentomila profughi, i politici maschi della guerra civile si stanno incontrando. Cambierà tutto. Le donne fanno la rivoluzione, come la Lisistrata di Aristofane che fermò la guerra del Peloponneso. Tutto cucito, stop, basta trippa per gatti, finchè non la smettete di giocare ai soldatini.”
“Ma che c’entra con la fame nel mondo? Come si risolve?”
“Che le donne tornino ad aprir bocca per gridare” rispose Kerpov. “O mordere!”
Mi scappò da ridere. Poi sentii di nuovo scartare qualcosa.
“Prof, cos’ha, lì?”
“Mi è arrivato un pacco.”
“Di cosa si tratta?” intanto suonava un campanellino d’allarme.
“E me lo chiedi?” sembrava soddisfatto. “Un bel capezzolo di latex, fatto a ventosa!”.

Chiuse la comunicazione con la solita risata.
Datato un bel cavolo. Il vecchio Kerpov è sempre sul pezzo. Pezzo di cosa, lasciamo perdere, che è meglio.





illustrazione di Bo Bartlett, "Cessation"


Commenti

  1. eh... se vive nella stagnola, immagino di che pezzo si tratti...
    comunque, sotto il nome da giocatore di scacchi, si cela uno che la sa lunga...

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