A quelli di Macao.

 
Un saluto verticale, orizzontale,
inclinato.
Una lettera a ’sto bimbo mai nato.
Macao, scimmia di luce e di follia,
nel mezzo del cammin di vostra via.
Un saluto a suo modo un po’ contorto
che lotta per la vita ma difende l’aborto.
Un saluto che fa male
che mette in discussione il Capitale.
Un saluto che guarda al mondo
lo riabbraccia, ne sente il profondo.
Libero, aperto
un saluto dal fondo del concerto.
Laico, come può essere il saluto
di chi alle favole ha davvero creduto.
Un saluto alla dolce sommossa
un saluto alla storica commossa.
Al pezzo di Pompei che le crolla ogni giorno
un saluto alla piazza, alla Torre, al contorno.
Un saluto con la tecnica del ribaltamento
un esempio di cuore, vino e vento.
Un saluto alla vostra generazione
ad ogni forma di azione
volta a intrecciare nuove trame
che rompa lo specchio delle loro brame.
La mia generazione ha ri-fallito
pensava alle sigle dei cartoni animati
mentre loro tessevano l’ordito
l’antievoluzione dei primati.
Il primato in tutto, l’eccellere bulimico
quelli del suv e dell’uccello chimico.
Che poi per contrappasso, lo sappiamo
ben poco si ritrovano in mano.

Un abbraccio alle ragazze, ai ragazzi
al girotondo intorno ai palazzi.
Coi miei due cuccioli vi seguo, precedo, quel che posso.
Il mio saluto è ridotto all’osso.
Un saluto dai miei denti stretti.
Dalla sensazione di tornare protetti
solo ridando corpo alla Rivoluzione.
Mica quella del pranzo di gala
si tratta di azione
del buio in sala.
La faremo col cinema, il teatro, narrativa
la rivoluzione non è un’aspettativa.
Non temete, è concetto scientifico
niente di violento o salvifico
È il cambiamento del paradigma in crisi
la pretesa dei nostri sorrisi.
È solo un ricatto sotto cauzione
Ci ridate il tempo, vi tenete dannazione.

Ieri sera mia madre, a mio padre appisolato
ha detto tenera: “Come ti vedo invecchiato…”.
Nel fare le scale col mio bambino
ho ripercorso la nostra storia, il destino,
la dignità, la loro pensione.
Non è in gioco solo una nazione.
Ma ogni frattura che si deve ricomporre

non è un gioco, la vostra Torre.


Lorenzo Calza
(su richiesta loro, volentieri, di cuore.)

Commenti

  1. Mille grazie, sono la ragazza che ha pianto per Pompei e che ora sorride e spera per M.A.C.A.O.
    Al sentir leggere questa poesia ho capito che fa tutto parte di un grande disegno, un grande progetto che ognuno di noi può realizzare con l'aiuto di tanti...
    irenedonatoni.wordpress.com

    RispondiElimina
  2. Anche a me hai emozionato tu, Irene, e mi hai dato la spinta per scrivere di getto questa orazione civile. Sì, i fili di un cambiamento profondo si stanno intrecciando. Mi auguro che la tua generazione sappia essere protagonista, ne hanno bisogno anche tutte le altre!

    Abbraccio.

    RispondiElimina
  3. bellissimo, lorenzo.
    ma il video? dov'è? chi lo fece? lo voglio vedere. e tu come stai, caro? come sempre, ti abbraccio.

    *nda

    RispondiElimina
  4. Guarda, io l'ho beccato casualmente su Corriere TV, spero che qualcuno abbia filmato e lo metta in rete.

    Nel caso, fatemi sapere.

    Scusa, ma c'è una pioggia di firme al tuo commento e la fotina è minuscola.

    Sei Nadiolinda? Cmq, abbraccione a prescindere!

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Vanessa

Has Fidanken!