La rosa spinosa
"Peccato" (Beyond the forest, 1949) di King Vidor. Film oscuro,
intrigante, noir nel vero senso della parola. Bette Davis come nella
canzone di Kim Carnes, i suoi occhi all'ennesima potenza, tutti protesi
verso l'abisso, che è l'abbaglio provinciale del denaro, della grande
città, un'ossessione che spinge Rosa Molino a vette di perfidia
inarrivabili, a snaturarsi come donna, come madre, come essere umano, la
porta a uccidere. Non è lei il demonio,
ma il richiamo irrefrenabile del benessere, che tutto sradica. Ho
sempre percepito la dark lady anni quaranta come una grande figura di
emancipazione femminile, giocata sul paradosso. La dama nera si ribella
alle convenzioni, rende banale la morale borghese; la mantide svetta,
domina, ammazza, ma poi non si sopravvive. Anche nella mitologia, Circe
è maga eremita, trasforma gli uomini in animali consoni alla loro
natura originaria, e alla fine libera Ulisse e il suo equipaggio.
Restando sola, nel suo tragico destino, con i due figli ottenuti
dall'eroe di ritorno ad Itaca. Per Rosa Molino, neppure quello.
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