Fetish

Insieme all'inizio degli anni Novanta, questi sono gli anni più politicamente e socialmente brutti che abbia mai visto. Immorali e moralisti nel contempo, scientisti e antiscientifici, ricchissimi e poverissimi, tutti a fare, pigiare, ma privi di qualsiasi slancio. Però gli inizi degli anni Novanta avevano una certa musica, un cinema, il racconto, una speranza, buia ma presente, molto europea, tra il crollo del muro di Berlino e un nuovo millennio in arrivo. Quentin Tarantino che giocava con le pedine immaginarie del passato, Wim Wenders che posizionava la telecamera vicino a un angelo, e gli ultimi U2 significativi. C'era perfino un boom del fumetto, nei primi Novanta. C'erano i centri sociali, il cyberpunk, un nuovo rock da raduni, le posse, si sperimentava tanto, anche in rima. Si creavano le basi global del movimento no global. Sembrava sbocciare tutto, in una neo Pop Art, in cui le merci artistiche acquisivano tridimensionalità, rottamando quelle nei poster e le Trabant, riverberi del passaggio semiotico che una nuova moneta continentale avrebbe comportato. I giovani viaggiavano ancora con le cartine stradali, sperimentavano. L'inizio del millennio, invece, si rivelò un orrore. Il crollo delle due torri spezzò il cammino. Da allora, un arrabattarsi, piccoli piccoli, in un gioco immenso. In questo ripiego, la comunicazione globale si è trasformata in giocattolo, e il ripiegarci ci ha resi fragili, ma spavaldi, innamorati di noi stessi e dei ciarlatani che ci offrono scorciatoie. Qualsiasi scorciatoia possibile, che arriviamo a rendere identità, scorciatoia di vita. Il navigatore diventa satellitare. L'ideologia di sé, del proprio personale posto nel mondo, la perdita dell'Altro sociale. Sul piano psicanalitico il passaggio da Edipo a Narciso, ormai certificato. E le merci, ora, feticcio, non più vessillo, come per i paninari. Queste si accendono, ti fotografano, proiettano il tuo film. Certo, ci sono nuove masse di giovani che sperimentano, una moltitudine interconnessa dalle merci stesse. Ma il video, alla fine, sembra sempre lo stesso, un gruppo di cabaret, sempre la stessa faccia, la stessa battuta. Coi giudici planetari del "tuo" talent. Ecco cosa succede a rendere tutto Uno. Barattare il sogno del viaggio umano con la realtà del Capitale. Che ti ferma, per trarne profitto.

feticcio
fe·tìc·cio/
sostantivo maschile

1.
Oggetto materiale di venerazione religiosa in ambito culturale primitivo.


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