Rotocalco

Ogni giorno porta la sua croce, ed è un rotocalco. Oggi si celebrano i 50 dall'uscita di "Indovina chi viene a cena?". 48 anni fa, avveniva la Strage di Piazza Fontana, a Milano. Sono anche i 40 anni dall'uscita di "Wuthering Heights" di Kate Bush. Questo tipo di info, dai social, dai dispositivi, ti piomba addosso a valanga, a sciame, come i banner pubblicitari. Per più di vent'anni, invece, le trovavamo relegate alla sera, su Rai Uno, prima di cena, nello splendido "Almanacco del giorno dopo". Nella sigla scorreva un rullo con le illustrazioni medievali dei mesi, la musichetta ti entrava dentro, come una nenia famigliare. Il tempo, la storia, erano una fonte esterna a cui abbeverarsi, una specie di punteggiatura dell'esistente. Oggi siamo in ben altro rullo, orizzontale, totalizzante, che centrifuga tutto in una visione esondante del proprio Io e del proprio tempo, inteso quindi come il tempo di ciascuno di noi. L'oggi viene espanso dai milioni di ricordi rituali di ognuno, che si sbriciolano nel loro essere collettivi; abbiamo ripiegato su di noi il senso stesso della Storia, nullificandola, togliendole oggettività, nel bandolo delle opinioni personali. Ci disperdiamo in essa, e perdiamo il valore profondo di essa in noi. La storia dovrebbe essere una calda punteggiatura nella coscienza, non l'eterno malinconico presente del web, dell'impaginazione personale. Non resta più nulla, alla fine, come le nostre foto, vapore, non testimoniano più. L'ho capito quando ieri si è ricordato l'attentato della pista ciclabile, a New York. È capitato lo scorso Ottobre, e io non lo ricordavo, avevo cancellato. Il cervello non riesce a contenere, dovrà aspettare l'anniversario. Ogni giorno, ogni anniversario. E nel frattempo comprare, votare, inveire, disperdersi…


Commenti

Post popolari in questo blog

Vanessa

Has Fidanken!

Stagecoach