Iprite



Bravo, Pres. Si smonta la fandonia dei fascisti del terzo millennio, sempre intenti a rimescolare le carte della Storia, derubricando le leggi razziali a "incidente", errore, conto da pagare all'alleato tedesco. Neanche i nazisti promulgarono leggi così vergognose; pianificarono il genocidio come operazione militare, in qualche modo esterna alle norme statuali. Mussolini, invece, arrivò alle leggi razziali dopo il Regio Decreto Legge del 19 aprile 1937, n. 880, nato per normare la questione delle colonie. Sempre più italiani si accoppiavano con donne etiopi ed eritree, per cui si stabilì l'impossibilità del meticciato, il figlio nato da queste relazioni non veniva riconosciuto, gli era negata la cittadinanza italiana. Su questo si fondò la più generale teoria della razza italica da preservare, brodo di cultura per lo scempio dell'anno successivo. L'Uomo Nuovo fascista si fondava su questo punto, l'autarchia si fece biologica. Il delirio razzista, nei termini moderni, l'abbiamo inventato noi. Qualcuno si dimentica che Hitler fu devoto ammiratore di quel che abbiamo coniato qui, prima di diventarne il dominus. Conobbi Angelo del Boca, che mi spiegò bene la materia trattata nel suo "Italiani, brava gente?". I massacri, le torture, le deportazioni che abbiamo compiuto in Africa Orientale avevano un preciso radicamento storico. Cito da una recensione al libro (…) La prosopopea del “posto al sole”, il disprezzo contenuto in frasi come quelle del generale Baldissera nel 1888, “l’Abissinia ha da essere nostra, perché tale è la sorte delle razze inferiori; i neri a poco a poco scompaiono, e noi dobbiamo portare in Africa la civiltà non per gli Abissini ma per noi”, l’ignoranza totale della cultura e dei costumi della gente che ci apprestavamo a soggiogare, l’insulto contenuto persino nelle parole delle canzoni in voga, Faccetta nera, bell’abissina…
E soprattutto se conoscessimo i nomi dei luoghi di infame memoria, il penitenziario di Nocra (detenuti incatenati su tavolacci, 300 gr. di farina a testa, 10 di tè e 20 di zucchero, acqua salmastra- e razionata- da bere), la piazza del Pane a Tripoli con la forca per le impiccagioni esemplari, i lager (“Soluch come Auschwitz”) in cui Graziani fece deportare 100.000 persone (la metà degli abitanti della Cirenaica), la “liquidazione completa” (la stessa espressione usata dai nazisti) dei monaci di Debrà Libanòs sospettati di connivenza con i ribelli - e la scena è fin troppo simile a quella degli stermini degli ebrei, con le vittime sul ciglio di una fossa in attesa dell’esecuzione: 2033 i morti. E ancora, le responsabilità di Cadorna, lo schiavismo bianco, la pulizia etnica in Slovenia, le 300 tonnellate di iprite sganciate tra il 1935 e il 1936 in Etiopia. (…)
Ecco, come lo inquadro io l'odierno dibattito sullo "Ius Soli".

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