Lettera, Capitano Ryan Kelly, 22 anni, pilota degli elicotteri Black Hawk. Il 21 gennaio 2005 scrive alla madre da Camp Speicher in Iraq. Cara Ma, le chiamano "missioni eroiche". E sono le peggiori. È la body bag nel retro che rende il volo pesante. Nessuno scambio scherzoso tra gli uomini. Nessuna battuta sulla provenienza della carne servita in mensa, solo il rumore del volo, l'urlo dei motori, il rombo delle pale che graffiano l'aria, il crepitio della voce alla radio e l'eco dei propri pensieri sul ragazzo nella sacca, nel retro. Ieri ero al Toc (Centrale tattica delle operazioni), il luogo dove vengono programmate tutte le missioni. Di solito, dopo le missioni di volo, i piloti si aggirano qui con un'aria di soddisfatta indifferenza, come leoni che hanno appena divorato una zebra. Parlavo con l'ufficiale addetto alle operazioni, lamentandomi del fatto che i miei piloti non volano abbastanza, quando è entrato un tipo robusto da tre-portate-di-dolce-dop...