Cisterne





Sarà l'articolo di Ruffolo, sull'ultimo Espresso, che mi ha lasciato un senso di stupore. Parla di immortalità. Il domani vicino, col nostro cervello al carbonio che si scaricherà in un cervello al silicio, come riversassimo tutto il nostro io in un cd. Però, anche dopo la poesia siderale delle utopie possibili, dopo la costruzione perfetta e algida del futuribile, del liquido moderno, la cronaca ci riporta nelle cisterne. Quelle scavate sotto la superficie della città. I cunicoli dove muoiono i bambini, grattando le pareti, cunicoli simili a quelli dove vivono altri bambini, in un groviglio di tunnel che scorrono sotto le nostre teorie.

Cisterne in cui muoiono operai, nei miasmi sulfurei dell'inferno.
Perchè il capitalismo è fatto ancora di container, lamiera, chimica, fiamme. Ingiustizia.

E' come se tra il paradiso della scienza e l'inferno della realtà, il purgatorio della politica fosse chiamato a fare qualcosa. Pacatamente, serenamente, con innovazione, ma in fretta.


Susanna Coffey, "Eris"


Commenti

  1. Il 27 febbraio sul mio blog avevo scritto questo post...ma alle lacrime non c'è mai fine.


    "Per i primi 22 anni della mia vita ho aspettato mio padre tornare alla sera.


    Specialmente l'ho aspettato con molta più ansia da un giorno di sette anni prima quando tornò a casa con la faccia piu' triste che io mi ricordi di lui.


    Faceva il muratore mio papà.


    Dieci, a volte anche 12 ore al giorno su una impalcatura a decine di metri di altezza. Senza protezioni di nessun tipo. Un terno al lotto con la vita ogni momento di ogni santo giorno per portare a casa poche migliaia di lire nel senso letterale del termine. Se protestavi la risposta era: "stai a casa, di morti di fame ne troviamo quanti vogliamo".


    Quella sera, quando avevo 15 anni, e' stata l'unica volta in tutta la mia vita che ho visto piangere mio padre.

    Un suo compagno era precipitato ed era morto li sotto, davanti ai suoi occhi e quelli degli altri.


    Un attimo di distrazione, un urlo, un volo di venti metri e tutto se ne va, quello che hai e quello che speravi di avere.

    Una breve indagine, qualche giorno di fermo dei lavori e poi tutto riprese come prima. "Sapete, gli operai spesso non rispettano le norme di sicurezza". Sarà questo. Sarà questo.

    Sono passati 23 anni e niente è cambiato.

    E ogni volta che apprendo la notizia dell'ennesimo morto in cantiere è come se quelle lacrime di quella sera non fossero mai finite.

    La politica ha fatto poco, direi praticamente nulla per arginare questa mattanza. E nessuno si può ritenere innocente, nessuno.


    Nel 2007: 1017 morti, 25000 invalidi permanenti (ufficiali).


    La guerra civile dei nostri giorni. Ha fatto più morti che l'infinito conflitto israeliano-palestinese.

    Qua come là, funerale dopo funerale tutto resta come prima.


    E' inaccettabile. Veramente inaccettabile.


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  2. "Rivoluzione" dal Festival:


    In Italia c’è lavoro in qualche punto nero – capita:

    ogni volo che finisce sotto a un telo irrita, noi che

    qui pure Peppone sa il Vangelo e lo agita, un po’ si

    esagita, dopo un po’ si sventola [...]

    Noi l’Italia siamo e non la stiam

    Rappresentando: ciurma! Ai posti di comando!!

    Mettiamo al bando i vertici politici con tutti i loro

    Complici [...]

    Qui si fa la rivoluzione senza alcuna distinzione,

    sesso, razza o religione: tutti pronti per l’azione.

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  3. cunicoli simili a quelli dove vivono altri bambini


    anni fa ho incontrato Miloud Oukili, è venuto nella mia scuola, è uno che si spende davvero per cambiare qualcosa


    un saluto

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  4. Il capitalismo è fatto di lungo periodo, dicono, ma a me sembra più di breve periodo, che ammazza e pure tanto, per due lire in più (ai capi, non ai pesci piccoli).

    Il purgatorio della politica più che altro purga -__-'

    In compenso caos calmo - dopo averlo visto - qualche dritta ce la dà.

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  5. i leghisti una volta, forse, erano comunisti e poi il PD non mi convince, mi spiace, però son contento che convinca così tanto te.

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