Il sacrificio di Milou

"Se leggi i dati, c'è da mettersi le mani nei capelli!"
Mi chiedevo come fosse possibile parlare di certe cose con un tizio, volente o nolente, rinchiuso nel centro krishna “Bhagavad-gita” ad Austin, Texas.
"… Un crollo verticale del fatturato dei Dvd, decine di case di produzione chiudono i battenti…"
"Prof, non è poi così importante. Insomma, bombardano Gaza, cresce la tensione internazionale."
"È il momento di fare l'amore col proprio cervello, figliolo."
"Cosa ben diversa dalla pornografia!" per un attimo mi era parso di salire ai suoi livelli, ma lui sviò.
"Una volta la combinai grossa. Era il 1992 e suggerii al mio amico poeta Jan Ristat di uscire con un numero di 'Les Lettres françaises' intitolato 'Porno', pieno zeppo di immagini e articoli sconci. C’era perfino Tin-Tin che si accoppiava con Milou, il suo cagnetto. Ero curioso di vedere la reazione del Partito Comunista Francese…"
"Furibonda, immagino."
"Ovviamente. Quei burocrati sono così privi di immaginazione. E di vera dottrina."
"Dottrina? Sul porno? Intende quella cosa di cui si parlava anni fa, la 'pornosofia'?"
"No, quella è roba neo-hippies, che bisogna rispettarsi tutti ed essere liberi con l'anima e il corpo…"
"Allora, come la mette?"
“La metto in quel posto.”
“Cioè?”
"Come sempre, analizzo. E non fare doppi sensi."
Mi aveva letto nel pensiero.
"Questa stronzata di Internet sta cambiando il sistema di produzione, ecco la novità. E ‘quel posto’, è il nostro posto. Non sarà l’implosione di cui parlava Marx, ma su tutto il resto ci ha preso. Siamo alla crisi del plusvalore.”
“Prego?”
“Considera la forza lavoro impiegata per la produzione di merce hard. La fatica dei porno attori, operai alla catena di montaggio.”
Scoppiai a ridere. “Mi scusi… Diceva?”
“Bene. Fino ad oggi, questo sforzo era usato dal capitale, che comprava sia il valore d’uso che quello di scambio della merce.”
“Aspetti che ripasso… Dunque, dicesi valore d’uso…”
“Quello effettivo, la scopata” ormai era un treno in corsa. “Il valore di scambio, invece, sta nella scopata più tutto quello che si fa per venderla. Che ha creato l’industria del sesso, le grosse produzioni, annessi e connessi.”
“Internet e i vari siti gratuiti hanno distrutto questo sistema” più o meno seguivo. “Ma la domanda è rimasta invariata, anzi cresce.”
“E vai col porno homemade, il peer to peer, community, clips gratis, raduni, creazione di nuovi generi, sottogeneri, l’utilizzo di cellulari, webcam. Un tessuto connettivo, che cresce ogni giorno e che si sta facendo anche economico.”
“Nella musica sta succedendo lo stesso, le major sono costrette a…”
“Non divaghiamo, figliolo. Il barbuto diceva: ‘non è l'operaio che utilizza i mezzi di produzione, ma sono i mezzi di produzione che utilizzano l'operaio’. ’Sta roba è in piena mutazione, questo è il punto.”
“Mentre, oggi, l’operaio del sesso utilizzerebbe i mezzi di produzione senza subirli? A questo vuole arrivare?”
“Non proprio, siamo alla terza via. I nuovi mezzi di produzione creano un nuovo tipo di operaio. Autorganizzato, autodeterminato. Non del tutto attivo, non del tutto passivo. È la transeconomy.”
“Prego?”
“Il capitalismo transgender!”
“Dunque, lei vede i segni di… Insomma Luxuria che vince l’Isola sarebbe un segno di…”
“Non usare verbi dubitativi. Lo è.”
“Cioè, scambiandosi la merce direttamente…”
“Si corona il sogno di tutti i pornomarxisti: il valore di scambio che si trasforma in valore di scambismo!”
“Prof…”
“Dimmi.”
"A me sembrano tutte masturbazioni mentali."
"Cioè, si fa l'amore col proprio cervello. E torniamo all’inizio” ridacchiò
“Stai imparando, figliolo, buon anno!”

Poi suonò un gong. Mentre chiudeva, partì il mantra imposto da lui alla comunità: “ifix-ifix-tchen-tchen”.







Commenti

  1. “Non proprio, siamo alla terza via. I nuovi mezzi di produzione creano un nuovo tipo di operaio. Autorganizzato, autodeterminato. Non del tutto attivo, non del tutto passivo. È la transeconomy.”


    scrivi sempre considerazioni originali :-)

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