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"Web Tax" tutta la vita, nel senso ben spiegato in QUESTO LINK. A studiare la web economy, ci si rende conto di come sia indispensabile sempre di più una giurisprudenza mondiale, per calmierare un turbocapitalismo unificante che sta concentrando il futuro nelle mani di cinque sei aziende al massimo. Con esternalizzazioni di tutto, con operai schiavi sottopagati, con spacchettamento fiscale e logistico di ogni loro attività. Chi fiuta l'ingiustizia della globalizzazione non stia a perdere tempo in stupidaggini autarchiche, tipo la sovranità nazionale, la frantumazione dei continenti, delle monete e i ripieghi antistorici. Il ritorno alla comunità di base è una naturale reazione alla crisi globale, come chiudersi in casa col terremoto. Ma la salvezza è nel percorso opposto: aprirsi, uscire, correre. Seguire il senso di unificazione planetaria delle notizie, dei problemi, delle coscienze. E della nuova lotta di classe, per dirla come la penso davvero. Aprirsi, uscire, riempire il vuoto di contenuto. Tutto questo lo abbiamo lasciato fare solo alla finanza, alle merci, e a quel combinato disposto delle due cose rappresentato dal web. Oggi l'utopia indispensabile, lo sforzo creativo, la frontiera del progresso è IL GOVERNO MONDIALE. Togliere ai soli ricchi l'ebrezza di stare al mondo, conquistarsela tutti, diritto per diritto, legge per legge, barricata su barricata. Stare al mondo, non al paesello.

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