Siderurgie
In
realtà Marine Le Pen non è uno Tsunami. È andata avanti, ma non come i
media ci stanno facendo percepire. Gli stessi media che stanno pompando a
dismisura la Lega, M5S e tutto il fronte antieuropeista. O le doti
salvifiche di Renzi e rottamatori col turbo innestato, che smantellano
con due selfie insieme agli stilisti millenarie istituzioni. Perché?
Tecnicamente si chiama "crisi del parlamentarismo",
una situazione in cui l'Europa si trovò anche prima di entrambe le due
Guerre Mondiali. In questa debolezza cronica delle istituzioni
tradizionali si insinua l'avventurismo, in ogni sua forma. Sia la forma
scapigliata dei personalismi roboanti al governo, sia la scapigliatura
all'opposizione. Una funzionale all'altra. Perché, cui prodest?
Semplice, una situazione di fibrillazione permanente aiuta il grande
Capitale che nella debolezza cronica della politica sta imponendo un
MOSTRO mai visto, costituito da aziende totalizzanti che si mangiano
stati, diritti, dignità, futuro. Interi continenti. Ai tempi della crisi
del giolittismo furono i siderurgici a imporre la guerra. Oggi è il
Totalismo: il capitalismo totalitario a base rete. Non impone guerra, ma
sé stesso, non ha bisogno di sacrifici umani, si limita a distruggere
il passato, per imporre il suo presente. Non gliene frega niente di
vendere bombe, gli importa solo di ottenere mercato, forza lavoro
gratuita, extraterritorialità; non vuole giornali, verità,
professionalità, realtà distillata e spirito critico, si nutre
dell'indignazione vacua che lui stesso produce. Un tutto che è un nulla
orizzontale. Gli importa poco anche la visibilità, anzi sta ammantando
l'intera nostra vita in modo surrettizio, mellifluo, silenzioso. Come un
gigantesco serpente, una matrice.
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