Che K!

Fenomenologia di Renzi. Questo giovanotto diventa Sindaco di una media città, approfittando di una debacle elettorale e storica dei predecessori; manco a fine mandato diventa segretario del Pd, approfittando di una debacle elettorale e storica dei predecessori; passa qualche mese e diventa Presidente del Consiglio, approfittando di una debacle politica dei predecessori, senza neanche passare per le urne. Intanto arrivano le giuste condanne al principale competitor, quasi ottuagenario, ormai impegnato con cagnolini e dentiere; mentre l'altro competitor, quasi settantenne, si affida alla rivoluzione settaria di Gaia, così virulenta e inconcludente da spaventare anche i vicini di casa di Sant'Ilario che non lo votano più. Questo quadro porta il giovanotto a fare sfracelli alle elezioni Europee, col suo governo unico a sfondare e il suo partito a percentuali storiche, che va a porsi al centro di quel che avverrà in Europa. Intanto Francia e Inghilterra si affidano a stregoni che chiamano questi giganti fuori dai giochi e al nostro giovanotto viene regalato un asse italo-tedesco così, su un piatto d'argento, visto che la Merkel non potrà appoggiarsi a nessun altro. Ovviamente potrà approfittare di tutta questa manna governando il semestre europeo e magari suggerendo al tecnico dell'Italia la formazione che vincerà i mondiali, in attesa di sostituirlo per i prossimi.
Il fattore K di Prodi, a confronto, era pura sfiga.

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