Il sogno del mostro
Alfano
vorrebbe eliminare l'articolo 18 entro agosto. Eccoli ancora,
quelli convinti che il lavoro si crea togliendo regole e diritti. Così
gli investimenti sarebbero più "liberi", nella loro testolina sempre
presidiata un "investitore supremo" che nel suo mondo ideale vorrebbe
forza lavoro gratis, desindacalizzata, fisco e regole zero. È una
patologia che ci tiriamo dietro da decenni, e ci ha
mandato a bagno. Mi pare nella natura delle cose che il lavoro si crea
innovando, facendosi venire idee vincenti e dotando la società della
cultura giusta per accoglierle. Pagare bene il lavoratore, per farlo
stare sicuro, dargli un senso del progetto di vita, che ti ritorna in
consumi. Ma quali consumi? Su cosa investire? Il vuoto pneumatico di
questi anni? Questa è la Rivoluzione, uscire dal Capitalismo inteso come
moltiplicatore di profitti fittizi, incultura e carte truccate,
specchio esatto della moltiplicazione degli interessi sui debiti
pubblici, che non si chiamano "pubblici" solo perché creati dallo Stato
Sociale, come vogliono farci credere. Si studi bene la natura del
debito, e lo si metta sulla bilancia vera della cose. Oggi, è lo Stato
Sociale che garantisce una qualche tenuta del sistema, il Capitalista è nudo, e
cerca disperato di convincersi del contrario. Le società moderne sono
chiuse a tenaglia tra la fine della fabbrica e del modello fordista e il
collasso del tentativo di finanziarizzare il mondo, dopo averlo
talmente saturato di merci inutili, divertimentificio vacuo e
automatizzazione scriteriata, da aver determinato la fine della
produzione e del lavoro conseguente. Siamo talmente scemi che, grazie al
ministro più incompetente della storia Repubblicana, Mariastella
Gelmini, abbiamo provato a riconcepire la Scuola in funzione del
lavoro/azienda. Proprio nel momento in cui il concetto stesso è in
profonda crisi, e dopo che la scuola italiana, proprio perchè "altro
mondo pedagogico", è stata da sempre la nostra salvezza, per il tipo di
sensibilità e intelligenze che promuoveva. La Scuola deve prepararti a
vivere, non a lavorare. Il lavoro non è la vita. La cultura è la vita. E
il lavoro può solo rinascere da lì. Solo con la cultura si mangia,
altroché. Cultura non è l'intellettuale che racconta fregnacce
incomprensibili, è cercare il midollo delle cose. Poi, se crede e
riesce, anche il designer lo farà, anche l'artigiano, il contadino,
anche il miglior imprenditore, quello che sceglie le strade nuove,
ecocompatibili, di qualità. Jack Hass e South Park sono i conati
del motore che gira a vuoto. I fratelli Marx, Buster Keaton, Chaplin,
quelle tecniche di organizzazione dell'invisibile, torneranno la benzina
dei motori futuri. Quando avremo rinsaldato, quando sarà passata
l'ubriacatura, gli effetti speciali. Certo avremo macerie, ma anche
bambini, e la decrescita gliela lanceremo sui denti, ai ricchi
sessantenni che tanto sanno che non li riguarderà, e per farsi messia si
mettono la corona di spine della sofferenza altrui. Sembra il
contrario, ma proprio per questo - ditelo a Casaleggio che ha
quadruplicato gli utili aziendali - le categorie di pensiero non sono
superabili. Ditelo a Renzi, ai rottamatori, a tutti quelli tentati dalla
scorciatoie più varie. Esiste la destra, il conservatorismo, che pensa
da sempre ad un effetto benefico a cascata che dai ricchi si possa
diffondere ai poveri, ed esiste la sinistra, il progressismo, che deve
lottare da sempre per il percorso inverso. A partire dalla forma. Non è
mai un'azienda, o le aziende che gesticono questa vetrina dell'ideologia
imperante chiamata WEB, che possono salvarci. È proprio nel laboratorio
del WEB che si sperimenta quel sogno del mostro: forza lavoro gratis,
desindacalizzata, fisco e regole zero. Non ci salverà la chiusura degli
spazi sociali per crearne sempre nuovi, privati, pieni di luci e nuove
illusioni. Non sono le start-up, né i talent, né i link, i banner, i
click sui frame dell'indignazione o i tutorial della consapevolezza.
Questo è un turbinio folle, dentro cui poi partono bombe, vedi
smembramenti, teste mozzate, scene di risse per strada, cultura
dell'autodifesa, candid-camera piene di maleducazione e prive di
società. Bambini parcheggiati nei video, nevrotizzati dall'incapacità
intorno. Alla fine, il cervello cerca una coperta calda, ristoro, calma.
Carta, vinile, mezze tinte. Quelli che teorizzano altro sono furbi,
sono quelli antichi, del Capitale e delle merci, ancora più jenizzati,
mirano a togliere i fondamentali umani dal campo di gioco. Tanto, poi, i
fondamentali tornano, e nel mentre abbiamo perso solo tempo e commesso
crimini. Perché Dio, qualunque cosa sia, non toglie l'articolo 18, non
parte da lì.
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