La bacchetta magica

Che magia, è il caso di dirlo. Collegarsi con una classe in Sardegna, via Skype, e imbastire una storia insieme. E saltano fuori le due tavole più intense del mondo, piene della solita stupefacente maturità del cervello dei bambini, della loro sensibilità. In due vignette-chiave, un loro dialogo m'ha fatto tremare, per la potenza. È sempre un salto mortale carpiato, senza rete, farsi gettare parole a caso e organizzare storie. Grazie anche alla recettività della maestra, li ho condotti con mano nella costruzione delle tavole, vignetta per vignetta, schizzate a distanza sulla lavagna LIM. Quei cerotti nella vignetta 6 della prima tavola fanno capire che la mamma è stata picchiata dal papà. C'è di mezzo la vestizione per il carnevale. Un traffico di maschere e bacchette magiche, lo sguardo lucido della bambina, l'infingimento degli adulti, che dissimulano. I due dialoghi più importanti arrivano da due piccoli studenti. Una femmina, Giada, che fa dire alla bimba: "Perché non mi parli tu?". Un maschio, nella tavola dopo suggerisce un'assordante: "Esisto io."
«Perché non mi parli tu?»
«Esisto io.»
Provate a leggerli, nell'insieme.
I due dialoghi più perfetti della storia della letteratura mondiale a fumetti, nessuno sceneggiatore al mondo sarebbe riuscito a renderli così. Per cui, grazie a voi, alunni di Sardegna, ragazzini splendidi!
 

Bravissima, Nadia Santoni Madeddu, maestra e demiurga, che ha sperimentato un intelligente modo "social" di stare a scuola e approcciare le tecnologia.









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