Fare i socialisti?

Per mio conto non si può imputare QUESTO CASINO (clicca) alle scelte di gruppi dirigenti. Vecchia analisi, sempre la più semplice. Siamo nella crisi ideologica delle società post-industriali, riguarda anche le destre, sempre più oltranziste e populiste. L'onda arriva a mettere in crisi la democrazia stessa, quello su cui si fondava. Lo si capisce anche da segnali pre-politici, come lo spezzarsi del patto civile e culturale che stava alla base della vaccinazione di massa, per esempio, o la lotta contro la refezione scolastica universalistica in Italia: tutte declinazioni implicite del sentimento antifiscale, ovvero antimutualistico. Siccome siamo sempre in ritardo di qualche annetto, era tutto anticipato dal Tea Party americano. Quando ci si appiattisce sulla lotta indiscriminata contro 'sto "establishment", come concetto indistinto, si arriva a far coincidere l'establishment con il concetto stesso di Stato. E allora la risposta diventa protezionista, autarchica, reazionaria, individualista, da parte del populismo-di-destra, che si lega a parole d'ordine pre-politiche come identità e razza. Si ricorre a concetti morali o idealistici come l'onestà, la partecipazione dal basso, la casta da spazzare via, la decrescita (più o meno felice), nel caso del populismo post-ideologico. O a formule redistributive di vecchio stampo, in un contesto ormai smottato, nel caso del revival socialdemocratico novecentesco. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Se sei in una confederazione entra in crisi quella, se sei in una comunità economica l'establishment da combattere è quello. Se sei nel mondo globalizzato, è l'ONU, le strutture internazionali, tutto ciò che lega e collega, e la risposta è il nazionalismo identitario. Una istintiva risposta centrifuga alla constatazione della ormai totale interdipendenza di comunicazione, di modelli linguistici e culturali, data dalla rivoluzione tecnologica. Sta mutando la natura stessa della produzione e del capitale, e la lettura di questo sembra riguardare solo una saggistica eccentrica. "Establishment" non sono più i soli ceti politici, le sole banche, le borse, le vecchie multinazionali del farmaco o delle sementi. Paradossalmente anche loro sono "vecchio sistema spiazzato". In alcuni casi diventano perfino trincea di resistenza, come nel patto evolutivo - col profitto indiscriminato piegato all'interesse generale - tra Stato e Big Pharma circa i vaccini, per quel che sono e che rappresentano soprattutto per i poveri e i diseredati e per il concetto stesso di comunità coesa e solidale. Perfino la finanza, smascherata come fuffa dalla crisi decennale, a ben guardare, sembra il residuo di un'epoca che fu. Mentre tutto ciò che si combina nella Silicon Valley, oggi, con le borse e Bilderberg c'entra poco o nulla, anzi, i nuovi titani in t-shirt se ne tengono alla larga, esondano in tutt'altro modo, imponendo monopoli, nel senso proprio del "mono", ne resta solo uno. Saltando del tutto "la competizione nel mercato". La risposta socialista dura e pura a 'sto sconquasso è una reazione psicologica e morale alla deriva liberista del "blairismo", ma l'una e l'altra si fondano su uno schema non più attuabile, contro cui vanno a sbattere non solo i blairini che s'inventavano la via d'uscita "soft" dalla fabbrica, ma anche i Corbyn e i Varoufakis. Senza più la fabbrica al centro, dove sta il luogo dell'ingiustizia? Qual è la scala del ragionamento. Le banche? I tecnocrati? Davvero, è tutto qui? Forse, c'è altro. Forse, ci siamo dentro, a quel ragionamento dovuto. Ci stiamo scrivendo sopra, fornendo prestazione intellettuale gratuita per il profitto di un'azienda titanica e monopolista che omologa tutto in uno stesso contenitore, nella più totale extraterritorialità fiscale e giuridica, distruggendo le centrali intellettuali e comunicative di un tempo, e tutta la loro economia. Ma questo scontro ci sfugge. Pensiamo addirittura che chi combatte contro l'establishment verticale nel nome della mistica orizzontale della rete, con la sua democrazia diretta, sia il moderno guerriero della giustizia sociale. Mentre si fa, suo malgrado, suddito di un re invisibile. Chi scrive sui giornali contro il potere delle banche mentre chiudono i giornali delle banche, ha tutte le ragioni, ma secondo me non sta focalizzando benissimo la dinamica del nuovo potere, e del tempo.

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Vanessa

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