Il ricatto dell'immediato

Boh, l'immagine… Secondo voi filmare l'appello finale di uno che vuole morire serve davvero a sostenerne la causa? Affezionarsi alla vita dei suoi occhi aiuta a staccare la spina del suo dolore? Vedere il marito che lancia la moglie dalle scale previene i femminicidi? Sicuri? Il bambino africano che guarda in lacrime il tuo pranzo dalla televisione fa cogliere il dramma della fame, la struttura della povertà? O l'immagine - esondando - destruttura, e priva poi di senso complessivo le questioni? D'immagine si muore, oggi. Ci sono i video che catturano l'ultimo momento, "filming is own death". Muoiono i ragazzini per i "Daredevil Selfie" sui binari. So che qui suona ipocrita, ma tanta rivoluzione futura, forse, passerà dal ritorno di un pudore, denso e significativo, che sappia spiegare la struttura del tempo, il suo senso lungo, senza il ricatto dell'immediato. La civiltà delle immagini crollerà, assediata dalle nuove parole. Vanno cercate bene, però. Forse, nel vuoto, nel silenzio, nel buio.


Daredevil © Chris Samnee

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