Barnaba

"Barnaba, il facchino". Sto donando una parte di quel che faccio a una parte di quel che penso. I Sindacati di Base sono lontani dalla mia formazione, ma oggi mi rendo conto che certi comparti - come la logistica, i servizi ospedalieri, settori del mondo scolastico, nuovi lavori - per loro natura, sono difficilmente raggiungibili dal sindacalismo tradizionale. USB e simili sono il referente di un nuovo proletariato reale. Ieri sera ascoltavo Renzi, il referente di una certa borghesia urbana, giovanile. C'entra NULLA con la mia storia e con quel che penso, l'ho combattuto. Però sempre cogliendo in lui grumi di verità e un certo coraggio, dispersi poi nell'arroganza, in un blairismo innamorato delle virtù del mercato, in una costellazione di errori e in una retorica insopportabile. Stamane, poi, sentivo il segretario FIOM genovese parlare col megafono ai referenti suoi, i residui della classe operaia, comparto metalmeccanico. Li informava dell'esito dell'incontro in Regione sulla vertenza Ilva. Le facce intorno erano coese, mascelle serrate, il marchio sulle felpa. La lotta identitaria per quel che resta, nel vuoto. Mentre, incredibilmente, trovo poco o nulla dei vari tratti di realtà in quella che dovrebbe essere la mia area naturale, quella "alla sinistra del PD". Liste, listarelle, confusione grafica, nominale, espositiva, personalismi, leaderini plumbei, livorosi, senza spunti veri, e senza credibilità di pedigree. Confusione di idee, tanti rivoli in cui si disperdono. Eppure quell'area dovrebbe fungere da catalizzatore per "il ritorno a casa" di tanti delusi, "dispersi nel bosco", come dice Bersani. Ecco il punto: quale casa? Com'è fatta la casa moderna di "tutte queste particolarità", ora divise più dell'atomo. Ognuno la sua? Un condominio? Un quartiere residenziale? Semplici dormitori? Si dorme all'aperto?
Il Partito Democratico americano raccoglie nella sua "area semantica" da Jesse Jackson, al clintonismo, da Bernie Sanders fino al vittorioso De Blasio, un marxista a New York, dalla comunità LGBT, fino a pastori evangelici. Il Labour inglese idem, dai trotzkisti fino ai renziani ante litteram di Blair, passando per varie forme di sindacalismo e mutualità. E il nome di Corbyn sale dai raduni rock giovanili. Per mio conto, la cultura critica del capitale ha il compito storico di predisporsi a misura e forma del medesimo. Per contrapporsi ad esso, o per cambiarlo dall'interno, o per sradicarlo o per amarlo e volerlo rendere più potabile. Bisogna quindi stare in UNA COSA SOLA, che le contenga tutte, ognuna con le sue specificità e il suo spazio contendibile. Oppure con solidi muri interni, coibentati, ma INTERNI. Stesso stabile. Una cosa fatta come si fanno le cose oggi, un reticolato, un sistema operativo. Non basato sulle stesse idee, sulla stessa appartenenza, ma sul "combinato disposto", termine molto in voga. Una "piattaforma" alternativa, dentro cui ci stanno alternativi e non. Gigantesca, tanto grande da non sentire il bisogno di passare il tempo a contestarne il centro. E ognuna delle parti, una app, con le sue specificità. Per capirne la necessità, basta una logica insiemistica. Il turbocapitalismo monopolistico vive le sue forme come una "reductio ad unum": esiste una sola Google, così per Amazon, Uber, ebay, Facebook ecc… Si unifica tutto: banche, assicurazioni, case automobilistiche. Ogni parte tende a inglobare le cose simili per avere scala mondo, in un immenso apparato ormai dominante e tendente a UNA COSA SOLA. Spiegami come cavolo fai ad affrontare tutto ciò ritagliandoti nicchiette di rappresentanza 1.0? Nulla può un radicalismo di testimonianza, così come nulla può un riformismo asfittico, scollegato. Nulla può una mistica della leadership, come nulla può il non averne. UNA COSA SOLA, con dentro tutti, a scornarsi, tirare ognuno dalla sua, senza stare "insieme" ma con la consapevolezza finale che da soli, nulla si può. Ci vuole coraggio, inventiva, passione, empatia. Soprattutto, CULTURA.
Utopia, mi si dirà. Beh, sì, io tratto quella roba lì, non ne ho altre…

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