A mister Iweala

Un atto di accusa contro gli aiuti umanitari delle star occidentali, contro l'occidente che si pulisce la coscienza ammantandosi di africanismo.
Chiaramente, m’interrogo. Sono - nel mio piccolo - sul banco degli imputati.
C'è tanta verità nelle parole di Iweala. Il controsenso degli aiuti da parte di quel mondo che, nei più svariati modi, dal colonialismo in poi, tiene schiacciata l'Africa in un abisso dal quale fatica a riemergere.
Sfruttamento di materie prime, ingerenze politiche, ruolo delle multinazionali, orrida sperimentazione scientifica, la discarica chimico-radioattiva del pianeta. Forse addirittura ciniche considerazioni di carattere demografico, hanno spinto l'occidente a squarciare il cuore dell’Africa. Scompaginando l’equilibrio ecologico e tribale.
Da tempo, come dimostrano le polemiche legate all’ultimo Live Aid, l’aiuto umanitario dei vip è entrato nel cono d’ombra del giudizio critico e auto-critico.
Giusto così. È giusto scremare, che chi si erge a ricco e tronfio tribuno, a benefattore al caviale, facendosi puntare contro i riflettori, venga radiografato in ogni sua intenzione. Per smascherare aberrazioni tipo le adozioni-blitz di Madonna.

Se lo lasci dire, mister Iweala, non si può fare di tutta l’erba un fascio.
Lei usa un modo di ragionare che finisce per entrare in corto circuito.
Vizi privati, pubbliche virtù delle star benefattrici, dice. Non è un criterio analitico. Sto rileggendo in questi giorni una biografia di Karl Marx illuminante. Privatamente, il “Moro” di Treviri era burbero, cinico, parassitario nella condotta di vita. Padre contraddittorio, sommerso dai debiti, contafrottole, spaccone, polemico, spesso venato da allusioni razziste, amante dell’affettazione aristocratica e sprezzante nei confronti dei proletari dotati di prosopopea. Però, alla fine di tutto questo, la sincerità del profeta umano emerge dalla purezza dello scritto. La sua è una generosa e monumentale opera di riscatto totale. Palingenetica. L’opera di un uomo che cospirava per la speranza, per un domani migliore. Un cuore buono. Questa era la sua natura profonda.
Con la dovuta proporzione nel paragone, analizzi meglio quello che FA Angiolina Jolie, non ironizzi su quello che È. Perché, così si è superficiali, si è razzisti al contrario. Atteggiamento pernicioso per quel “partneriato” che vagheggia.
Stesso discorso, ancora di più, vale per Bono. Attraverso di lui io ho imparato



Comprenda un po’ anche noi, mister Iweala. Anche noi siamo una tribù, abbiamo bisogno di riti, miti, di ricostruire il nostro cerchio, il nostro ideale. Vi abbiamo sfruttato e distrutto, volenti o nolenti, il nostro riscatto ha a che fare con voi. Africa come elemento psicologico? Africa come mito? Africa come fonte d’invidia, come emblema della natura, del colore, del ritmo, della vita primigena?
Bene, sfruttate questa vostra impalpabile superiorità.
Il mio motto sono le parole di un altro prussiano, un poeta, Hugo von Hofmannsthal . “La via più corta per arrivare a voi stessi passa attorno al mondo”.
Nel cammino per tornare a sè stessi, qui, si trova l’Africa, mister Iweala.
Come lei, forse, ha trovato l'America.
Si senta pure a suo agio con quella ragazzina occidentale che grida: "Salviamo il Darfur!".
Noi, voi, ONE.
Volenti o nolenti, usiamoci.
illustrazioni di Brad Holland
Sfruttamento di materie prime, ingerenze politiche, ruolo delle multinazionali, orrida sperimentazione scientifica, la discarica chimico-radioattiva del pianeta...
RispondiEliminacom'è sentito il tuo modo di scrivere, intelligente, profondo
bellissimo il motto, me lo scriverò da qualche parte
ma ti ha risposto poi, nel tuo piccolo, mister iweala?
RispondiElimina*Io pensavo di tatuarmelo, Yzma ;)
RispondiElimina*No, mister anonimo. Si sa che i blog sono redatti da gente che parla da sola.
Il mio decreto di idoneità all'adozione è scaduto dopo 3 anni e Madonna prende un aereo e fa un'adozione-schippo, impunita, addirittura osannata. Olè! Lì per lì mi son girate le scatole. Mi girano ancora molto, per la verità. Poi però penso che, forse (e dico forse!), quel bambino potrebbe avere più opportunità e aspettative di vita di quante non ne avrebbe avute in Africa.
RispondiEliminaAllora, forse (e dico forse!), anche il caviale e lo champagne possono smuovere qualche acqua, qualche coscienza. Anche quando i mezzi con cui si ottiene il fine possono sembrare (sono) molto discutibili.
per-fet-to.
RispondiEliminalo', sei sempre il mio leader;)
ti [vi] seguo.
Achab
Ciao Lorenzo,bello il tuo commento.Avevo perso il pezzo su Repubblica.Quel nigeriano è evidentemente un gran coglione.Non ha capito proprio niente.Ciao
RispondiEliminaIl commento precedente è mio .ciao antonio g.
RispondiEliminalo so che non c'azzecca con questo tuo bellissimo post... ma... buon onomastico! :)
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