Pitagora, Ippaso, tardo capitalismo, l'assessore Cioni, mutui e Pil-men

Pitagora ebbe tante intuizioni.
Pose il numero come principio primo della realtà. Tutto quello che esiste dipende da una trama numerica, fatta di aritmetica e geometria. Il "10" divenne l'emblema della perfezione, con la sua espressione grafica, chiamata tetraktys. E giù calcoli, studi, misure.
Una volta, passando vicino alla bottega di un falegname, sentì battere i martelli. Capì che il rumore variava a seconda del peso. Cominciò a fare studi sulla musica, scoprendone il segreto. Quella che Maupassant, secoli dopo, avrebbe definito "aria tradotta". Il segreto, ovviamente, era fisico-matematico.
Per i pitagorici la musica rifletteva l'armonia dell'interno universo, che consisteva nelle combinazioni dei quattro numeri semplici.
Che meraviglia.
Elaborò una filosofia così potente che arrivò a governare intere città, come
Crotone.
Peccato, che a un certo punto, la cosa prese una brutta piega.
Suggestionato dai raduni orfici, secondo lui i numeri potevano essere dominati esclusivamente da una setta di eletti, chiamati "Filosofi". Poi c'era un cerchia di "matematici", che potevano fare domande. Un manipolo di neofiti detti "acusmatici" (coloro che possono solo ascoltare). E, sotto, il popolo, che doveva solo credere al dogma. Roba da Tolkien. Passano gli anni, continuano i calcoli, ma da alcuni nodi non si esce. Gli unici accordi musicali permessi sono quelli basati sui numeri semplici. Gli accordi di quinta e di sesta sono vietati. La tetraktys, non basta più a spiegare tutto, ma diventa un confine invalicabile. Peraltro, con la tetraktys si ricava dal "10" una specie di triangolo. Che diventerà, non a caso, l'eterno simbolo della massoneria. Le tecniche di calcolo erano basate su elementi fisici ("calcolus"= sassolino.) e incapparono in quesiti irrisolvibili. Dato il lato di un quadrato non era possibile calcolare la diagonale in numeri primi. Ogni cosa può essere singolarmente misurata, ma il rapporto tra diverse grandezze non è sempre una quantità finita. Si affacciava una pericolosa minaccia: il numero irrazionale, l'incommensurabile. La setta lo capì, cercò di nascondere la destabilizzante verità, in grado di abbatterne il potere.
A un certo punto, il segreto fu divulgato da un traditore, un certo Ippaso di Metaponto. Le popolazioni schiacciate dal numero razionale pitagorico si ribellarono ovunque, abbattendo il dogma.


Ippaso da Metaponto, l'incommensurabile che ci libera dalla schiavitù del numero…

Non sembra, ma è il post più attuale che abbia mai scritto.

Che c'entra l'assessore Cioni coi numeri?

Boh.







opere di Wes Magyar

Commenti

  1. E cosa c'entra l'assessore Gori?

    Non ho più parole.


    Firenze ha un'altra idea: il posto fisso. E in più una sorta di albo nel quale inserire i lavavetri virtuosi, che dovranno rispettare alcune regole


    FIRENZE — Un posto fisso agli angoli delle strade (ma non ai semafori) come avevano i vecchi lucidascarpe e come oggi viene concesso agli artisti di strada. E in più una sorta di albo nel quale inserire i lavavetri virtuosi, che dovranno rispettare alcune regole: essere gentili e sorridenti, non apparire invadenti, comportarsi con decoro e probabilmente fare maggiore attenzione all'igiene di secchi pieni di acqua saponata e stracci. La proposta, a prima vista assolutamente alternativa all'ordinanza firmata dal Comune di Firenze che ha reso fuorilegge i lavavetri della città, arriva da un altro assessore fiorentino, Silvano Gori (Margherita). Una marcia indietro dopo denunce, multe e minacce di arresti? «Assolutamente no— risponde Gori — perché la sicurezza dei cittadini e la legalità non si mettono in discussione. La mia proposta è solo un modo per superare il problema dopo il 30 ottobre quando l'ordinanza non avrà più valore giuridico e i puliscivetri potrebbero tornare ad invadere senza controllo i semafori della città. Luoghi pericolosi, i semafori, non solo perché fino ad oggi sono stati quartier generale di gruppi che infastidiscono, ma perché per evitare i lavavetri gli automobilisti accelerano e si distraggono rischiando di provocare incidenti». Secondo la proposta, il «lavavetri modello», dovrebbe operare in alcuni luoghi della città rigidamente assegnati da Palazzo Vecchio. «Postazioni che saranno stabilite tramite un bando pubblico e avranno una durato di un anno — spiega Gori —. Cercheremo di individuare postazioni che possano soddisfare il numero di lavavetri presenti oggi ma, a questo tipo di regolarizzazione, dovrà seguire anche un intervento legislativo nazionale per l'intero sistema». Gori ha spiegato la sua idea al collega Graziano Cioni. Il risultato? «Ottimo, lui è favorevolissimo— risponde Gori — e adesso aspettiamo di discuterne con il sindaco Domenici quando ritornerà dalle vacanze».



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  2. Ippaso

    per alcuni un traditore

    altri lo dicono liberatore

    ed i numeri muovono l'universo....all'infinito


    se credi nella logica, nulla è più necessario del Numero


    sei un contenitore di stimoli, passo e spesso me ne servo

    :)

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  3. Bado. Gori, Cioni… Cognomi cinematografici, ma 'sto film è di serie B. Di quelli che piacciono a Tarantino.


    Credo nella logica a prescindere, anonimo. Mi fa immenso piacere che passi e ne esci stimolato. Ancor più piacere mi farebbe un cenno sulla tua identità ;)

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