Speranza, senza "ypsilon"


















Sempre questo rumore di traffico lontano. Per loro erano le due di notte, più o meno.
“Da dove chiama, prof?”
“Da una stanza di motel sulla Interstate 71, Arkansas. Stiamo risalendo verso Little Rock. Ora siamo in un posto che si chiama ‘Hope’.”
“Ùrca, ‘speranza’ è un nome impegnativo!”
“Insieme alla fede e alla carità, sono le virtù teologali” Kerpov rise. “Cercavo di spiegarlo a Mr. Wiggles, che ha fatto il gesto caritatevole di caricare un’autostoppista bionda, profittando della sua buona fede.”
“Dov’è, adesso, in un’altra stanza?”
“No, restavano sul camion. Lui ha paura che qualcuno glielo rubi.”
“Ma la ragazza è contenta?”
“Dice che le toccherà sputacchiare un po’ di pelo, ma non sembrava dispiacerle. A proposito, si chiama Melyssa Grace. Melyssa con la ‘ypsilon.’”
“Perché me lo dice?”
“Nel caso succedesse qualcosa, è bene che tu lo sappia, per testimoniare. Questo Wiggles mi inquieta, e mi piace sempre meno. Se tu sapessi perchè andiamo in Illinois…”
“Ci sono di mezzo i mitici ‘nazisti dell’Illinois’, dei Blues Brothers?”
“No, c’è di mezzo un certo Robert Sylvester. Con la ‘ypsilon’.”
“L’ho già sentito…”
“L’hanno ammazzato l’altro giorno, a Normal. Stava scappando dopo aver rapinato quattro banche!”
“Me lo ricordo, la foto era sul giornale. Sembrava uscito da un film di Sam Peckinpah, con la pistola, la sigaretta in bocca!…”
“Il fumo fa male.”
Intanto si accese qualcosa: tabacco arrotolato, sostiene lui.
“E che c’entra Mr. Wiggles?” chiesi.
“Era un suo lontano parente. Dice che vuole vederci chiaro, la storia gli puzza.”
“In effetti, la polizia l’ha crivellato in mezzo alla strada…”
“E sembra che nessuno abbia ancora trovato il bottino.”
Restai di sasso. “Kerpov… Venga via… Ne approfitti, scappi…”
“Scherzi? Sul più bello!”
Evitai di approfondire il concetto, sicuro che comunque riservasse future sorprese.
“Prof, ieri, ho visto mio figlio, con l’ecografia… Potrebbe essere maschio. Sembrava un piccolo Alien, ma è già formato. Adesso ho realizzato che c’è per davvero…”
“Poveraccio, è già al punto di non ritorno. Se tutto gli va male, gli toccherà nascere.”
“C’è di peggio, forse.”
“Se ci pensi bene, no.”
“Da dove le viene tutto questo ottimismo?”
“Sul comodino, qui, c’è una Bibbia. Di tanto in tanto fa bene rileggerla. Ci ricorda quanto siamo stati stupidi a non suicidarci da giovani.”
“Prof, meno male che vi siete fermati a Hope, ‘speranza’!…”
“Fammi un favore, figliolo.”
“Dica.”
“Se è maschio chiamalo Sylvester” e aveva un tono strano per lui, accorato.
“Ma perché?…”
“Con la ‘ypsilon’, come il cromosoma, pensaci.”
Nel mettere giù, sussurrò: “Kyrie… Kyrie elaison…”

Forse, aveva la sua chiave di lettura del viaggio verso il rapinatore.
O forse era solo una serata mistica, in stile Kerpov.


































John Register, "The conversation"

Robert Sylvester



Commenti

  1. Che strano blog! Ma mi piace: è bello! Ciao :)

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  2. Minchia che tirata (metaforica), ma chi è, Celine??

    Se sei tu sotto mentite spoglie, voglio il tuo poster in camera.

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  3. Se tutto gli va male, gli toccherà nascere


    no

    anche nei momenti di peggior sconforto, osservando certi fatti del mondo, dei miei figli non ho mai pensato: peccato che siano nati


    un saluto

    RispondiElimina

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